Più obbligazioni verdi per Banca d’Italia: lo dice il Rapporto sugli investimenti sostenibili e i rischi climatici
Migliorano le performance climatiche dei portafogli di investimenti di Banca d’Italia: è quanto emerge dai dati ufficiali pubblicati a fine giugno
Cresce il peso delle obbligazioni verdi (green bond) negli investimenti di Banca d’Italia. Nel 2023 rappresentano il 4% dei titoli di Stato e il 24% dei titoli di organizzazioni internazionali e agenzie; nel 2022, tali percentuali erano pari rispettivamente al 2,8 e al 20,5%. Nel complesso, migliorano gli indicatori climatici per i portafogli di azioni e obbligazioni societarie. Sono alcuni dei dati emersi dal Rapporto sugli investimenti sostenibili e i rischi climatici per il 2023, pubblicato a fine giugno.
Il Rapporto sugli investimenti sostenibili e i rischi climatici
Questa è la terza edizione del Rapporto sugli investimenti sostenibili e i rischi climatici di Banca d’Italia. Un documento che fa seguito agli impresi che l’istituto ha preso nel 2021, quando ha pubblicato la Carta degli investimenti sostenibili in cui prometteva, tra le altre cose, di “fornire con regolarità informazioni sui risultati raggiunti e sulle metodologie applicate per integrare i criteri ambientali, sociali e di governo societario nella gestione degli investimenti” e di “contribuire alla diffusione della cultura della finanza sostenibile nel sistema finanziario e tra i cittadini”.
Le 19 banche centrali dell’area euro e la Banca centrale europea (BCE), parallelamente, si sono impegnate ad applicare “principi di investimento sostenibili e responsabili ai portafogli non di politica monetaria” e diffondere periodicamente “informazioni relative ai rischi climatici per tali investimenti”.
Cosa fa Banca d’Italia per migliorare le performance ESG del proprio portafoglio
Alla fine del 2023, il valore di mercato degli investimenti di Banca d’Italia raggiunge un totale di 189,1 miliardi di euro. Tolti i 44 miliardi di riserve valutarie e gli 0,9 del fondo pensione complementare, la maggior parte (143,8 miliardi) fa capo al portafoglio finanziario, costituito per l’84% da titoli di Stato, soprattutto italiani.
Nel suo piano strategico 2023-2025, Banca d’Italia ha espresso l’intenzione di integrare la tradizionale analisi dei rischi economico-finanziari all’analisi dei rischi che scaturiscono da fattori ambientali, sociali e di governance (ESG). E di fare la sua parte per una “transizione ordinata verso un’economia a basse emissioni”, accompagnando le imprese in portafoglio verso una graduale riconversione in chiave sostenibile delle proprie attività.
Questo intenso si riflette innanzitutto nella selezione dei titoli. Per le azioni e le obbligazioni societarie, Banca d’Italia si basa sugli indici di mercato. Non esclude le imprese più impattanti ma, viceversa, cerca di privilegiare quelle che hanno performance climatiche migliori e sono orientate alla riduzione delle proprie emissioni (best in class). Parallelamente, ha costruito un portafoglio tematico incentrato sulla transizione energetica. Come risultato, l’intensità di CO2 media ponderata delle azioni e obbligazioni del portafoglio finanziario in euro è diminuita rispettivamente del 4 e dell’11% tra il 2023 e il 2023. Un dato che, tuttavia, è “drogato” dall’inflazione.
Per quanto riguarda i titoli emessi da Stati, organismi sovranazionali e agenzie di emanazione pubblica, Banca d’Italia va avanti con l’acquisto di obbligazioni verdi: ora sono rispettivamente il 4 e il 24% del totale. Per le obbligazioni societarie, la percentuale arriva al 5%.