Un altro turismo è possibile: Another Beach Project

Campeggiare in un angolo di paradiso è possibile: Another Beach Project, dove la socialità diventa un'arte

© Another Beach Project

Prima di avventurarsi lungo la punta dello Stivale, affacciata sullo Ionio, c’è l’area marina protetta di “Capo Rizzuto”. Siamo nel crotonese, uno degli ultimi esempi di macchia mediterranea intatta. Le Dune di Sovereto sono una località inspiegabilmente poco nota, vista la sua bellezza. La pineta è un angolo di costa incontaminato che alterna boschi e sabbie bianche e fini, dove tra luglio e agosto è possibile vedere la fioritura dei gigli marini. 

Qui, un gruppo di giovani del territorio ha deciso di costruire la propria storia dal futuro, un altro modello di vacanza e turismo possibile: Another Beach Project.

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© Another Beach Project

«Noi qui non facciamo niente»

«Noi qui non facciamo niente: fa tutto la natura. Siamo poco più di una cornice»: Alessandra Basso mi presenta così il campeggio Another Beach Project, gestito dall’omonima associazione di cui è presidente. Il progetto ambisce a offrire turismo “esperienziale-sostenibile”, coniugando la ricerca di riposo e relax alla tutela del territorio, all’educazione ambientale e a un fitto calendario di eventi culturali e sociali. 

La storia dal futuro che cresce nella pineta di Sovereto comincia quasi vent’anni fa: «Nel 2006 con un gruppo di persone, allora afferenti alla locale Arci, organizzavamo attività culturali e piccoli festival in luoghi periferici della provincia di Crotone o nei villaggi turistici. Volevamo offrire esperienze lontane rispetto alla classica animazione ludica dei luoghi vacanzieri. Organizzavamo cartelloni di rassegne teatrali, musicali o cinematografiche». 

Nel 2009 la prima esperienza di gestione di un campeggio, interrotta fino a che, nel 2015, non accade qualcosa. «Un gruppo di ragazzi che faceva campeggio libero nella pineta di Sovereto ci ha chiesto di organizzare insieme a loro attività in questo posto. Da quell’idea nasce Another Beach Project, che prende forma compiuta l’anno successivo». 

Un collettivo che continua a crescere

Sono passati otto anni e nel frattempo molto è cambiato, a partire dalla composizione del gruppo animatore. «Il collettivo – racconta Alessandra – continua a crescere. Ci sono persone che vivevano a Crotone ma anche altre che hanno deciso di tornare per questo progetto. Ci sono persone che abbiamo incontrato lungo la strada: magari un anno sono venuti qui in vacanza, si sono innamorati del progetto o del posto e hanno scelto di salire su questa barca con noi». 

La proprietà della struttura ha accolto tutti con favore. «È una famiglia molto numerosa di questo territorio. Ci tengono tanto», racconta Alessandra. «Ci tengono al punto – continua – che quando anche da queste parti sono arrivati i primi villaggi turistici e le colate di cemento, hanno scelto di tutelare la pineta e chiudere il loro campeggio pur di non rovinarlo. Per sostenere i costi, ci tenevano un parcheggio». Per questo, mi spiega, hanno abbracciato l’idea di riaprirlo con logiche diverse da quelle della turistificazione selvaggia. 

Il racconto dei primi tempi che mi fa Alessandra è la parodia divertita di una guerra di trincea: «Ci litigavamo lo spazio con le auto. Compravamo e piazzavamo tende nel parcheggio per occupare i posti. Gli automobilisti cominciarono a delimitare lo spazio con una corda. Noi di volta in volta la spostavamo». Alla fine l’hanno spuntata: la proprietà ha deciso di rinunciare definitivamente all’area parcheggio e di lanciarsi in quest’avventura. Le seconde generazioni della famiglia sono diventate attiviste dell’associazione. 

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© Another Beach Project

Hai mai fatto campeggio in un vero paradiso?

Another Beach Project offre tutti i servizi di una classica struttura ricettiva: posti tenda, piazzole per camper, casette e roulotte. Come negli altri campeggi, ogni sera è possibile partecipare a eventi. Il calendario di attività culturali prevede musica dal vivo, spettacoli teatrali, cineforum e molto altro. 

Anche la giornata, però, può essere impiegata in attività di vario genere: corsi di ginnastica dolce, yoga, ma anche laboratori dedicati a grandi e piccini. Gli ambiti sono i più disparati: dall’educazione ambientale alla giocoleria. Ci sono anche i trekking e le passeggiate, con diversi gradi di difficoltà: sulle montagne o in valle, sui sentieri alla ricerca di erbe selvatiche o nei boschi con le attività di conservazione ambientale. C’è lo snorkeling, per conoscere da vicino un ecosistema marino mozzafiato ancora quasi intatto. Ci sono le passeggiate in montagna, diurne o notturne, per ammirare le stelle. 

Il cartellone di esperienze, laboratori e corsi, mi spiega Alessandra, non è chiuso: «Qui pratichiamo il Baratto Culturale. Se sei un artista o hai esperienze da offrire, puoi campeggiare gratuitamente e usufruire di uno sconto al ristorante dedicando un’ora delle tue giornate a tutta la comunità campeggiante». 

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© Another Beach Project

Another Beach Project è anche un Centro di Educazione Ambientale

Il camping ospita anche un Centro di Educazione Ambientale animato dall’associazione stessa. «Al momento è informale, aspettiamo che la Regione Calabria attivi le procedure di accreditamento – mi spiega Alessandra – ma è un CEA a tutti gli effetti». 

La struttura si dedica alla sensibilizzazione su conservazione e tutela dell’ambiente naturale con diverse attività ed esperienze educative, ideate per tutte le fasce d’età. C’è un’area accoglienza e relax per chi voglia conoscere il Centro, e un’area laboratori dove si può partecipare a tre percorsi: “pineta e bosco”, “spiaggia e sistema dunale” e “mare-area marina protetta”. 

Il fulcro delle attività di educazione ambientale, che sopravvivono oltre la stagione estiva e fanno vivere il campeggio tutto l’anno, è proprio la sensibilizzazione ambientale, che coinvolge scuole e associazioni su temi come l’inquinamento del territorio, ciclo di vita dei rifiuti, valorizzazione e tutela del paesaggio. 

Proprio in questi mesi si stanno consumando gli ennesimi episodi dell’infinita vicenda della bonifica dell’area industriale di Crotone, e Another Beach Project fa parte della rete di associazioni ed esperienze civiche impegnate nella denuncia di una situazione ambientalmente sempre più compromessa. 

Ragionare di tutela ambientale, tuttavia, vuol dire anche fare divulgazione circa la questione degli incendi boschivi, cui l’area è fortemente sottoposta: «Non si tratta soltanto – specifica Alessandra – della degenerazione di pratiche agricole ormai superate ma dure a morire. Qui c’è un disegno: accade anche in periodi dell’anno in cui non c’è alcun legame con il ciclo di vita delle coltivazioni. Come accade sull’Aspromonte, ma anche in molte altre parti d’Italia». 

Nonostante l’opera di sensibilizzazione e tutela ambientale, Another Beach Project non riceve grosso supporto istituzionale: «C’è attenzione da parte dell’amministrazione sui temi, ma a livello pratico otteniamo ben poco. Ogni cosa, deve essere combattuta a lungo. Spesso anche per questioni scontate, servizi o supporti che dovrebbero essere le istituzioni a offrirti e non tu a chiedere». 

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© Another Beach Project

Una vita in vacanza

Con la crescita dell’utenza è diventato necessario strutturare meglio la parte commerciale: «L’associazione da sola non ce la faceva più, stiamo avviando una piccola startup».  Non sempre, mi spiega, è possibile contenere i prezzi perché elevati sono i costi di gestione, ma il pubblico risponde bene, sia d’estate sia d’inverno. Da un po’ di tempo è possibile venire qui, in quasi ogni periodo dell’anno, per approfittare delle “Settimane lente”: pagare una quota simbolica di 5 euro al giorno per vivere il campeggio fuori dalla stagione turistica. 

Anche se si sta rendendo necessaria una strutturazione commerciale, lo spirito resta quello iniziale: «Fare cultura in un posto inusuale, in un periodo inusuale. Riempire le estati degli utenti con quello che noi stessi vorremmo trovare nelle nostre vacanze al mare: attività stimolanti, rispetto dell’ambiente, rapporto con la natura». 

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© Another Beach Project

La comunità che anima Another Beach Project dedica l’intero anno al progetto. Il 2023, mi racconta Alessandra, è il primo anno in cui ci sono state attività continue: «Non siamo mai usciti dal campeggio! È vero,stai comunque lavorando, ma qui respiri. Soprattutto dopo la pandemia, mi sono resa conto che era la dimensione in cui volevo essere: un posto che ti fa respirare». 

Trasformare la vacanza in attivismo, e vivere entrambi come dimensione di vita ordinaria: «Di fatto non facciamo altro che applicare alla vita quotidiana ciò in cui crediamo. Può sembrare banale, ma qui anche la raccolta differenziata, o magari non gettare un mozzicone di sigaretta in pineta, non erano abitudini radicate. Anzi, sono quasi gesti rivoluzionari». 

Così come preservare le dune: attività che instaurano circoli virtuosi e, per forza di cose, sensibilizzano chi le sperimenta: «Chi viene in campeggio, che sia un utente o una scolaresca, ti trova impegnato in attività come la cura dell’orto o della pineta. Si trova materialmente a sposare quello che stai facendo. E si lascia coinvolgere. Proprio in questi giorni c’è un nido di tartarughe (la caretta caretta nidifica proprio lungo la costa) e gli utenti ci cercano per chiederci come contribuire a preservarlo, o magari preoccupati per le tracce di trattore in spiaggia». 


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