Parità di genere e clima: alla Cop29 una bozza cauta e poco ambiziosa
La bozza di testo su parità di genere e cambiamenti climatici pubblicata alla Cop29 appare deludente, in attesa delle revisioni del documento
Qualche decennio fa, in una remota foresta indiana nel Gopeshwar, alcune donne si aggrapparono con forza e determinazione ad alberi di frassino, rivendicando l’importanza che la natura aveva per il loro benessere e per il proprio sostentamento davanti a chi la voleva abbattere per costruirci una fabbrica di articoli sportivi. Quel gesto, che dietro al simbolismo nasconde qualcosa di molto più concreto, è stata la scintilla che ha dato vita al movimento di Chipko, che in indiano significa proprio “aggrapparsi”.
Alle Cop ci si aggrappa a tante cose
Durante le Cop, le Conferenze mondiali sul clima delle Nazioni Unite, ci si aggrappa a tante cose. Ai numeri, per esempio: billions (miliardi) o trillions (migliaia di miliardi); 1,5 gradi centigradi o 3,1 gradi centigradi. Alle bozze che escono, senza dubbio, che tengono tutti col fiato sospeso anche dopo la data fissata come termine dei negoziati.
E poi alle parole. C’è infatti chi, come Vaticano, Russia, Egitto e Arabia Saudita, si è opposto con determinazione alla parola “genere” inserita nel Lima Work Programme on Gender del 2014– il Programma creato per affrontare le questioni di genere nel contesto della lotta ai cambiamenti climatici in questi giorni oggetto di rivisitazione da parte dei negoziatori – per chiedere di portare i testi ad un linguaggio più consono alla loro visione: parlare di sessi e non di generi. Un buon escamotage per eliminare dall’equazione progressi, diritti delle donne e della comunità Lgbtq+.
Le tematiche di genere sono strettamente interconnesse a quelle finanziarie
Ecco come le famose bozze possono accumulare ritardi clamorosi: improvvisamente, qualcuno non è più d’accordo su questioni superate già dieci anni fa, e tocca discutere – a volte anche per ore – per tornare al punto di partenza. Certo, se tutte le altre risposte che si stanno cercando alla Cop29 tardano ad arrivare, quelle sulle questioni di genere scompaiono dietro ad accordi che sembrano avere molta più rilevanza.
Le tematiche di genere sono strettamente interconnesse a quelle finanziarie tanto discusse a questa Cop. Basti pensare che tutti i report degli ultimi anni, tra i quali uno del Fondo Monetario Internazionale e uno della Banca Centrale Europea, indicano che investire sul raggiungimento della parità di genere porta a maggiore stabilità finanziaria e migliori ricavi.
Cosa dice la bozza su “gender and climate change”
Ora, con la premessa che usciranno nuove bozze e un accordo definitivo, nella notte fra il 20 e il 21 novembre è stata pubblicata (silenziosa, non commentata, lasciata da parte) anche quella intitolata “gender and climate change”, ovvero genere e cambiamenti climatici.
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Il testo riafferma le decisioni precedenti e riconosce la necessità di un’azione climatica inclusiva, che tenga conto delle disuguaglianze di genere (sì, genere, non sessi) e delle vulnerabilità dei gruppi locali, indigeni e delle donne nei Paesi in via di sviluppo. Sottolinea poi l’importanza di inserire nei testi delle varie policies dati che siano disaggregati per età e genere, così da «applicare la miglior scienza disponibile» per fare fronte alle sfide climatiche. Inoltre, nell’estendere il Lima Work Programme per altri dieci anni e sviluppare di un nuovo piano d’azione entro il 2025, dichiara un nuovo aggiornamento sugli obiettivi raggiunti fissato per il 2029, incoraggiando nel frattempo il coinvolgimento di uomini e ragazzi come partner strategici per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere in un’ottica di giustizia climatica.
Un testo cauto e poco ambizioso
Buone notizie? Solo in minima parte. È un testo cauto e poco ambizioso, carente di un reale linguaggio inclusivo e, soprattutto, molto oscuro sui mezzi (finanziari) coi quali si intende raggiungere tali obiettivi: nemmeno un numero indicativo sulla quantità di fondi da stanziare è stato inserito al riguardo.
La Women and Gender Constituency, una delle nove principali organizzazioni costituenti ufficialmente riconosciute dalla Unfccc, che si occupa proprio di queste tematiche, ha già contestato la bozza, definendola insufficiente. Non resta che aspettare la prossima.