Riscaldamento globale, nel 2024 superati per la prima volta gli 1,5°C
Nel decimo anno consecutivo con la temperatura più alta si è superata la soglia di 1,5 gradi, spiega il Copernicus Climate Change Service
Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale. E il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5 gradi centigradi il livello preindustriale. Con buona pace dell’Accordo di Parigi, siglato nell’oramai lontanissimo 2015. Anche perché il 2024, con una temperatura di 0,12 gradi superiore al 2023, il precedente anno più caldo mai registrato, arriva dopo che ognuno degli ultimi dieci anni, dal 2015 al 2024, è stato uno dei dieci anni più caldi mai registrati nella storia. È evidente che dal 2015 a oggi non si è fatto abbastanza, è manifesta l’urgenza che si debba fare di più.
A sostenerlo è il Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato per conto della Commissione europea dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf). Il continuo monitoraggio degli indicatori climatici chiave da parte degli scienziati non ha documentato solamente record di temperatura giornalieri, mensili e annuali senza precedenti avvenuti nel 2024. Ma ha anche reso esplicito come questo costante aumento della temperatura sia causa dell’agire umano sul pianeta Terra.
«Tutti i set di dati sulla temperatura globale prodotti a livello internazionale mostrano che il 2024 è stato l’anno più caldo da quando sono iniziate le registrazioni nel 1850. L’umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica dovrebbe basarsi sulle prove. Il futuro è nelle nostre mani. Un’azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima futuro», ha spiegato infatti Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service.
Ogni giorno, ogni mese, ogni anno è sempre il più caldo
Nel 2024 la temperatura media globale è stata di 15,10 gradi. Ovvero di 0,12 gradi superiore al 2023, il precedente anno più caldo mai registrato. Ma è anche stata di 0,72 gradi superiore alla media 1991-2020. Ciò equivale, appunto, a una media di 1,6 gradi superiore a una stima della temperatura 1850-1900, quella designata come livello preindustriale. Sempre nel 2024, la temperatura media mensile globale ha superato di 1,5 gradi i livelli preindustriali per 11 mesi dell’anno. Tutti i mesi da luglio 2023, ad eccezione di luglio 2024, hanno superato il livello di 1,5 gradi.
In generale ogni mese da gennaio a giugno 2024 è stato più caldo del mese corrispondente in qualsiasi anno precedente registrato. Ogni mese da luglio a dicembre, eccetto agosto 2024 (pari merito con agosto 2023 come il più caldo mai registrato), è stato il secondo più caldo dopo il 2023 per il periodo dell’anno. E non si tratta di opinioni espresse in un talk show, dove per fomentare il dibattito (sic!) si invitano negazionisti climatici che raccontano come già fossero assai calde le loro estati bambine. O come i dinosauri si siano estinti per il troppo freddo.
Questi dati, per quanto spaventosi, sono frutto del lavoro scientifico del Copernicus Climate Change Service insieme alle altre organizzazioni coinvolte nel monitoraggio climatico globale. Ovvero Ecmwf, Nasa, Noaa, UK Met Office, Berkeley Earth e l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm). Poi, se uno preferisce continuare a fingere di credere che il nostro stile di vita non è il maggior responsabile di questo disastro, beato lui. In caso contrario, può spegnere la televisione, chiudere i social network, e aprire la finestra. Perché ci sono altri dati empirici da compulsare, e altre manifestazioni evidente da osservare.
Oltre gli 1,5 gradi: dove si moltiplicano gli eventi meteorologici estremi
Nel 2024, sono stati osservati eventi meteorologici estremi in tutto il mondo, che vanno da forti tempeste e inondazioni a ondate di calore, siccità e incendi boschivi. La crescente frequenza e intensità di tali eventi rappresentano un rischio significativo per i mezzi di sussistenza delle persone in tutto il mondo. La quantità totale di vapore acqueo nell’atmosfera ha raggiunto un livello record nel 2024, circa il 5% in più rispetto alla media del 1991-2020, significativamente più alta rispetto al 2023. Questa abbondante fornitura di umidità ha amplificato il potenziale per eventi di precipitazioni estreme. Inoltre, combinata con le elevate temperature della superficie del mare, ha contribuito allo sviluppo di grandi tempeste, tra cui i cicloni tropicali.
Come spiega Samantha Burgess, responsabile strategico per il clima di Ecmwf: «Ogni anno dell’ultimo decennio è uno dei dieci più caldi mai registrati. Ora siamo sul punto di superare il livello di 1,5 gradi definito nell’Accordo di Parigi e la media degli ultimi due anni è già al di sopra di questo livello. Queste elevate temperature globali, unite a livelli record di vapore acqueo atmosferico globale nel 2024, hanno comportato ondate di calore senza precedenti e forti piogge, causando miseria a milioni di persone».
Ma gli eventi meteorologici estremi non colpiscono la vita umana solo spazzandola via, o privandola del suo riparo e del suo sostentamento. Le alte temperature diffuse, spiega il rapporto di C3S, possono portare a situazioni in cui il corpo è sotto stress da surriscaldamento. E oltre alla temperatura, anche altri fattori ambientali come l’umidità possono influire sullo stress da calore. Nel 2024, gran parte del globo ha sperimentato più giorni della media con almeno “forte stress da calore”. Alcune regioni hanno anche sperimentato più giorni della media con “estremo stress da calore”, livello al quale è fondamentale agire per evitare danni seri e permanenti.
Oltre gli 1,5 gradi: dove aumentano i gas serra e diminuiscono i ghiacciai
È un serpente che si mangia la coda. Il riscaldamento globale prodotto dall’uomo incide sui fenomeni meteorologici esistenti e li rende sempre più estremi. E questi a loro volta contribuiscono al riscaldamento globale, e al produrre nuovi eventi estremi. Uno dei fattori più significativi alla base della prevalenza di elevate temperature globali nel 2023 e nel 2024 sono state infatti le elevate temperature superficiali del mare. Nel 2024, la temperatura media annuale della superficie del mare sull’oceano extrapolare ha raggiunto un massimo record di 20,87 gradi. Ovvero 0,51 gradi in più rispetto alla media del periodo 1991-2020.
Allo stesso modo, è scientificamente provato che l’aumento della temperatura globale sia ampiamente associato alla crescente concentrazione di gas serra (Ghg) nell’atmosfera. Altra conseguenza delle attività umane. Laurence Rouil, direttore del Cams presso l’Ecmwf ha spiegato: «Nel 2024, i Ghg atmosferici hanno raggiunto i livelli annuali più alti mai registrati nell’atmosfera. Le concentrazioni di anidride carbonica nel 2024 erano di 2,9 ppm (parti per milione, ndr) più alte rispetto al 2023 e le concentrazioni di metano erano di 3 ppb (parti per miliardo, ndr) più alte. Questo aumento ha portato la stima annuale della concentrazione atmosferica di anidride carbonica a 422 ppm e di metano a 1897 ppb. I dati indicano un costante aumento globale delle emissioni di gas serra e queste rimangono l’agente principale dei cambiamenti climatici».
Poi c’è l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico e attorno all’Antartide. Altro indicatore essenziale della stabilità del clima terrestre monitorato dal C3S. E nel 2024, ci raccontano gli scienziati, l’estensione del ghiaccio marino in queste regioni è stata significativamente al di sotto della media, raggiungendo valori record o quasi record in negativo per il secondo anno consecutivo. Insomma, basta spegnere la tv, chiudere i social e aprire la finestra per rendersi conto come tutto intorno a noi stia cambiando. E in peggio. E come sia urgente fare qualcosa. Lo era nel 2015, quando siglando l’Accordo di Parigi gli Stati membri si impegnarono a limitare l’aumento della temperatura del globo a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Lo è ancora di più nel 2025, quando abbiamo le prove scientifiche che per la prima volta, nel 2024, l’abbiamo superata.