CO2 ancora in aumento. «Obiettivo 1,5° compromesso»

Uno studio si abbatte su Cop28: le emissioni del 2023 sono in aumento rispetto all'anno prima. Colpa dei combustibili fossili

Il carbone è il più inquinante dei combustibili fossili ©EvgenyMiroshnichenko/IStockPhoto

Su una già difficile Conferenza per il clima di Dubai continuano a piovere cattive notizie. Dopo i preoccupanti report delle Nazioni Unite diffusi in prossimità dell’apertura di Cop28 e lo scandalo del video leaked del presidente Sultan Al Jaber, è il centro studi Global Carbon Project a lanciare una nuova bomba sul summit.

Secondo il report diffuso in mattinata, le emissioni del 2023 saranno maggiori di quelle del 2022: +1,1%. A guidare l’aumento sarebbero Cina e India, mentre Europa e Stati Uniti registrerebbero un lieve calo – e con loro la media delle altre nazioni. I colpevoli sono sempre i combustibili fossili. Le emissioni derivanti da deforestazione e cambio di uso del suolo, dicono gli scienziati, sono infatti in leggero calo. Anche se non ancora ad un livello tale da essere compensate con la piantumazione.

Il problema, insomma, rimangono petrolio, carbone e gas. Sull’uso del termine abbandono (phase-out) o riduzione (phase-down) in loro riferimento, e sul fatto stesso che vengano citati nella risoluzione finale, si sta giocando buona parte del negoziato della Cop28.

Scenari inquietanti

Nel 2015, alla Cop21 di Parigi, i governi di tutto il mondo trovarono un accordo sul mantenimento della temperatura media globale entro i +2°C rispetto ai livelli pre-industriali, indicando come limite preferibile i +1,5°C. Una differenza sostanziale: come spiega l’IPCC, massima autorità mondiale in campo climatico, quel mezzo grado implica un aumento importante degli effetti negativi della crisi climatica. Ma questo primo limite è già sul punto di essere superato dai fatti. «Sembra ormai inevitabile il superamento dell’obiettivo di 1,5° C previsto dall’Accordo di Parigi. E i leader riuniti alla Cop28 dovranno concordare tagli rapidi alle emissioni di combustibili fossili anche per mantenere in vita l’obiettivo dei 2° C», dice Pierre Friedlingstein, tra i principali autori dello studio.

Il report del Global Carbon Project segue di pochi giorni la pubblicazione di un lavoro targato Climate Action Tracker. Se il mondo continuerà ad emettere a questo ritmo, si legge nel secondo documento, il carbon budget – cioè la quantità di emissioni che ci separa dal grado e mezzo – verrà raggiunto in soli sette anni. In quindici anni si supererebbe il budget per i +1.7°C.

«Due anni dopo la Cop26 di Glasgow, il nostro rapporto è sostanzialmente identico», dice Claire Stockwell, una delle autrici. «Si potrebbe pensare che il moltiplicarsi degli eventi estremi nel mondo abbiano spinti ad agire. Ma i governi sembra non vogliano guardare in faccia la realtà. Come se pensassero che poche gocce possano contrastare una marea in arrivo».