Qual è l’esposizione delle banche italiane verso l’industria delle armi
ZeroArmi è il primo rapporto che misura con un approccio olistico i legami tra le banche italiane e l’industria delle armi
In che modo e in che misura le banche italiane entrano in relazione con l’industria delle armi? Fino ad ora era possibile solo ricostruire dati isolati – grazie per esempio agli obblighi di trasparenza previsti della legge 185/1990 – ma non esisteva un sistema unitario di monitoraggio. A colmare questo vuoto è ZeroArmi. Il progetto è frutto della collaborazione tra Fondazione Finanza Etica e Rete Italiana Pace e Disarmo e vede il coinvolgimento dei principali istituti bancari italiani. La prima edizione del rapporto è stata pubblicata il 4 febbraio 2025.
ZeroArmi, il metodo e l’approccio
Il rapporto ZeroArmi prende in considerazione le principali banche italiane per flussi di cassa nel 2021. Vale a dire Banca Mediolanum, Cassa Depositi e Prestiti, Crédit Agricole Italia, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Unicredit e Banco BPM. Mancano FCA Bank (ora CA Auto Bank) e Fideuram, che fa parte del gruppo Intesa Sanpaolo. A questo nucleo di grandi istituti si aggiungono Banca Popolare Etica, i gruppi bancari cooperativi ICCREA Banca e Cassa Centrale Banca e Banca Popolare di Sondrio, socia di Etica Sgr.
Per valutare l’esposizione di tutte queste banche verso il settore delle armi, i ricercatori hanno messo a punto una matrice che si concentra su tre categorie: le partecipazioni azionarie in aziende del comparto, i finanziamenti diretti alle imprese o a specifici programmi di sviluppo militare, i servizi finanziari connessi all’export e alla vendita di armamenti. L’analisi, viceversa, non prende in considerazione i fondi propri e di terzi collocati dalle banche prese in esame, i fondi comuni d’investimento e altri strumenti finanziari riconducibili a queste attività.
Il rapporto assegna a ogni criterio un punteggio che va da 0 (nessun coinvolgimento) a 1 (coinvolgimento pieno senza alcuna trasparenza). Le sfumature tra questi due estremi rispecchiano sia l’entità dell’esposizione, sia la disponibilità di documentazione a supporto. Questo perché le banche hanno partecipato attivamente all’indagine. Tendenzialmente, quelle che hanno fornito chiarimenti hanno visto migliorare il punteggio che era stato assegnato loro inizialmente sulla base dei dati pubblici.
Quali banche italiane hanno più relazioni con l’industria delle armi
Il risultato finale di quest’analisi è un punteggio che va da 0 a 75. Tra tutte le banche italiane analizzate, l’unica a non avere alcun rapporto diretto né indiretto con l’industria delle armi – collocandosi dunque nella fascia 0-5 punti – è Banca Popolare Etica, in virtù della sua policy estremamente rigorosa. Tra i 10 e i 20 punti (coinvolgimento minimo) ci sono Cassa Centrale Banca, BPER, Banco BPM e Cassa Depositi e Prestiti. Tutte e quattro si sono rivelate aperte al dialogo con ZeroArmi.
La fascia del coinvolgimento moderato – che va dai 20 ai 40 punti – è la più affollata, con Banca Mediolanum, Crédit Agricole Mediobanca e ICCREA tra i 20 e i 25 punti e Banca Popolare di Sondrio nella parte alta. Le più grandi banche italiane per flussi di cassa, vale a dire Intesa Sanpaolo e Unicredit, superano entrambe i 40 punti, a indicare un coinvolgimento significativo.