I 40 motivi per cui un’Italia 100% rinnovabile è possibile

Solare ed eolico sono il futuro del nostro sistema energetico. Lo dice il report “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”

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Secondo il Network 100% Rinnovabili, solare ed eolico sono sufficienti © Alexander Farnsworth/iStockPhoto
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Per l’Italia, una transizione energetica basata esclusivamente sulle fonti rinnovabili non solo è possibile, ma è anche la scelta più ecologica e conveniente. È quanto dimostra il rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile” presentato martedì 11 marzo a Roma dal Network 100% Rinnovabili. Un’analisi in 40 punti sottoscritta da 21 docenti e ricercatori di diverse università e centri di ricerca.

40 argomenti a favore di un’Italia 100% rinnovabile

In un’Italia 100% rinnovabile il vettore energetico prevalente è l’elettricità. Che soddisfa anche gli usi termici, innanzitutto tramite pompe di calore e poi con il teleriscaldamento – che attualmente copre il 3% della domanda ma ha un potenziale che va dal 12 al 34% secondo le ipotesi più conservative. Elettricità da produrre attraverso il solare e l’eolico, integrati tra loro in modo da usare in sinergia la diversa produzione stagionale.

Basteranno? Secondo il rapporto, basato su una consistente letteratura scientifica, la risposta è . «Il potenziale tecnico-economico dell’eolico a terra in Italia è più che sufficiente per un ruolo di equilibrio stagionale della fonte solare, che sarà prevedibilmente la fonte dominante in Italia. Le valutazioni dismissive della fonte eolica in Italia si basano su stime obsolete perché non considerano i progressi avvenuti negli ultimi due decenni». Il consumo di suolo è un falso problema perché gli impianti occuperebbero meno dell’1% della superficie nazionale. Senza peraltro escludere il contestuale uso per l’agricoltura o i pascoli.

«Il passaggio da un sistema centralizzato basato su fonti fossili programmabili a un sistema diffuso basato su fonti rinnovabili variabili apre l’opportunità della flessibilità temporale degli usi finali. Questa flessibilità è oggi possibile grazie alla digitalizzazione delle reti e dei dispositivi», si legge nel report. Attraverso i prezzi dinamici, sarà possibile spostare la domanda flessibile verso le ore in cui eolico e solare producono più energia, riducendo così la necessità di accumulo. Le comunità energetiche rinnovabili fungono già da laboratori per queste pratiche di sincronizzazione tra produzione e consumo.

Il ritorno al nucleare in Italia non è una strada percorribile

Mentre le evidenze scientifiche confermano che le fonti rinnovabili sono sicure, ecologiche ed economicamente vantaggiose, il governo italiano promette di lavorare per il ritorno al nucleare. Un’opzione che la coalizione 100% Rinnovabili Network respinge in modo netto. Fin dalla scelta di presentare il rapporto nel giorno dell’anniversario del terribile incidente nucleare di Fukushima.

Innanzitutto perché il nucleare è una tecnologia in declino. Ha raggiunto un picco del 17% della produzione elettrica alla fine del secolo scorso e, da allora, ha iniziato un trend discendente che lo vede fermarsi al 9,2% nel 2022. Pesano inoltre i costi molto elevati e i tempi di costruzione lunghissimi. Basti pensare al terzo reattore della centrale di Flamanville, nella Bassa Normandia: la fine dei lavori era prevista per il 2012 con un costo stimato di 3,3 miliardi di euro, ma è stato collegato alla rete elettrica solo a dicembre 2024 con un costo complessivo di 19,1 miliardi. E deve ancora entrare a pieno regime.

Costruendo centrali nucleari, si legge poi nel comunicato del Network 100% Rinnovabili, l’Italia si vincolerebbe a importare materie prime dall’estero. Presumibilmente dalla Russia che detiene il 38% della capacità globale di conversione dell’uranio e il 46% della capacità di arricchimento. Resterebbe poi tutto da gestire il problema delle scorie, del combustibile esaurito e dei rifiuti pericolosi. «Le centrali nucleari a fissione dell’uranio generano isotopi altamente radioattivi, con tempi di dimezzamento della radioattività che, per il plutonio, arrivano a 24 mila anni», riferisce la coalizione.