Il caldo uccide sempre di più a causa dei cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici rendono le ondate di caldo sempre più letali. Uno studio internazionale parla di triplicazione della mortalità in Europa

Il caldo che uccide © lamyai/iStockPhoto

Di caldo si muore sempre di più. E a innescare questo killer silenzioso è soprattutto la crisi climatica. È il dato centrale che emerge da un nuovo studio internazionale pubblicato ieri che ha analizzato, in tempo quasi reale, le ondate di caldo che hanno appena attanagliato l’Europa.

Si tratta del primo “studio rapido” di questo genere a livello globale. A condurlo è stato un team di scienziati dell’Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Si fonda sulla scienza dell’attribuzione, che indaga il ruolo della crisi climatica negli eventi meteorologici estremi. Sempre più frequenti, intensi e di più lunga durata. E quindi, come in questo caso, più letali.

Lo studio ha analizzato i dieci giorni di caldo estremo registrati in Europa tra il 23 giugno e il 2 luglio scorsi. Prendendo in esame dodici città europee: Atene, Barcellona, Budapest, Francoforte, Lisbona, Londra, Madrid, Parigi, Zagabria. In Italia, Milano, Roma e Sassari.

I cambiamenti climatici fanno impennare i decessi

“I cambiamenti climatici hanno triplicato i decessi legati alle temperature estreme nell’ondata di caldo d’inizio estate in Europa” è il titolo dello studio, a dir poco esplicativo. Dei circa 2.300 decessi stimati che sono stati provocati dall’ondata di caldo, i cambiamenti climatici sono stati responsabili di circa 1.500 morti. Ben il 65%. Sono appunto triplicati.

Nel periodo esaminato, a confronto con i dati meteorologici storici, le temperature sono state più alte di 1-4°C in tutte le città. In diversi casi superando i 40°C. Con la chiusura di oltre 1.300 scuole in Francia, di un reattore nucleare in Svizzera, e vasti incendi scoppiati in Grecia, Spagna e Turchia.

Le vittime appartengono in larga misura a fasce di popolazione già di per sé vulnerabili, che i cambiamenti climatici stanno purtroppo spingendo oltre i loro limiti. Le persone di 65 anni o più hanno infatti rappresentato l’88% dei decessi legati ai cambiamenti climatici. Tenendo presente, avverte lo studio, che di solito la maggior parte dei decessi legati alle ondate di caldo non viene segnalata e le stime ufficiali. Quando disponibili, si conoscono dopo mesi.

A Milano il maggior numero di vittime a causa del caldo

Dentro la cattiva notizia dello studio ci sono varie altre cattive notizie. Come in una tragica matrioska. Una riguarda l’Italia, che notoriamente è un hotspot climatico. E segnatamente Milano: la città in Europa che ha pagato il prezzo più alto in termini di numero assoluto di vittime. Nel capoluogo lombardo il caldo è stato responsabile di 317 decessi in eccesso stimati (su 499), davanti ai 286 di Barcellona e ai 235 di Parigi (164 i decessi in eccesso a Roma, 6 a Sassari).

Va invece alla Spagna il triste primato per quanto riguarda i valori relativi. A Madrid i morti in eccesso dovuti ai cambiamenti climatici sono stati 108 su 118, il 92% (dieci volte i decessi non dovuti al clima), a Barcellona l’84%. In Italia, sono stati il 76% a Sassari, 64% a Milano, 58% a Roma. Un’altra cattiva notizia è che, confrontando i numeri assoluti, in diverse città è stato superato il bilancio di vittime di recenti disastri epocali. Le inondazioni di Valencia nel 2024 avevano causato 224 morti, quelle del 2021 nel nord-ovest d’Europa 243.

Infine, e qui si fa buio pesto, c’è che le cose potranno solo peggiorare. Le temperature delle ondate di caldo, avvertono i ricercatori, continueranno a salire. E i bilanci delle vittime saranno con ogni probabilità più alti. Perché ogni frazione di riscaldamento in più, che può sembrare poca cosa, fa invece una differenza enorme.

Il legame tra il caldo e le climate litigation

«L’unico modo per impedire che le ondate di caldo in Europa diventino ancora più letali è smettere di bruciare combustibili fossili», ha dichiarato Friederike Otto, docente di Scienze del Clima presso il Centre for Environmental Policy dell’Imperial College di Londra. Co-fondatrice di World Weather Attribution e considerata la massima esperta al mondo nella scienza dell’attribuzione. Tema che ha divulgato nel libro di recente pubblicazione in Italia: “Ingiustizia climatica. Perché combattere le diseguaglianze può salvare il Pianeta”.

«Nel mio libro i primi due capitoli riguardano il caldo. In particolare il primo, che riguarda il caldo estremo negli Stati Uniti, si applica molto anche all’Europa», dice Otto a Valori. «A essere vulnerabili sono gli stessi gruppi di persone, gli anziani, le persone con patologie preesistenti e chi vive in case poco isolate termicamente. Nel libro parlo anche di come il caldo estremo impatti sulla salute mentale e renda la vita particolarmente difficile ad esempio alle persone affette da depressione».

«Riguardo alle climate litigation, quello che fa lo studio rapido che abbiamo presentato è chiudere l’ultimo anello della catena di causalità», prosegue Otto. «Ora possiamo collegare in modo causale le emissioni di singoli Paesi e aziende ai decessi a causa del caldo. Ci sono già cause intentate negli Stati Uniti, ma anche la causa dell’anno scorso presso la Corte europea dei diritti dell’uomo contro il governo svizzero, intentata dalle Klimaseniorinnen, ha dimostrato quanto questa prova causale sia importante».

«Siamo in piena emergenza sanitaria. E i combustibili fossili sono il nemico»

Commentando i risultati dello studio, Agostino di Ciaula, Presidente del Comitato Scientifico di ISDE Italia (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, fra i sostenitori ufficiali in Italia del Fossil fuel Treaty), ha dichiarato: «Da anni denunciamo i legami tra cambiamenti climatici, inquinamento e salute. Oggi più che mai chiediamo che la crisi climatica venga finalmente affrontata come un’emergenza sanitaria. Non si può più aspettare: il prezzo è la vita delle persone».

Federico Spadini, della campagna clima di Greenpeace Italia, ha puntato apertamente il dito contro le fossili: «Per mettere fine a questa crisi, i governi devono abbandonare l’utilizzo dei combustibili fossili e imboccare davvero la strada della transizione alle fonti rinnovabili. E le grandi aziende del settore fossile devono iniziare a pagare per i danni che stanno causando con le loro emissioni fuori controllo». L’organizzazione ambientalista ha lanciato la petizione Fermiamo i cambiamenti climatici.

Ma al riguardo uno dei grossi problemi, come i ricercatori dell’Imperial College hanno evidenziato nella conferenza stampa di presentazione dello studio, è che i media non fanno abbastanza la loro parte. Perché anche quando parlano di cambiamenti climatici, non mettono abbastanza in evidenza un collegamento chiave. Quello tra l’uso dei combustibili fossili e le ondate di caldo. Tradotto: il vero killer silenzioso sono le fonti fossili. Diciamolo chiaro e forte.

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