Banca Etica, diversa dopo 20 anni. Pronta al cambio al vertice
Il 18 maggio viene eletto il nuovo CdA. I due candidati presidente Anna Fasano e Alberto Lanzavecchia danno la loro visione del futuro della banca
Negli ultimi 10 anni, dallo scoppio della crisi finanziaria, le banche in Italia hanno finanziato sempre meno l’economia reale, le imprese, per concentrarsi sempre più su operazioni finanziarie. Nel frattempo una banca, invece, continuava a finanziare progetti imprenditoriali, concentrati tra l’altro in settori strategici per la crescita economica sostenibile: cooperazione e innovazione sociale; profit responsabile; tutela dell’ambiente; qualità della vita, cultura e sport; cooperazione internazionale.
Si tratta di banca Etica, che quest’anno, l’8 marzo, ha compiuto 20 anni. “Tra il settembre 2008 e il marzo 2018 in Italia il credito alle imprese è diminuito del 22% in termini reali. Negli stessi anni i crediti erogati da Banca Etica sono invece cresciuti a un tasso medio annuo del 18% (CAGR)”, ricordano dall’istituto bancario.
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Cambio al vertice
Sabato prossimo, il 18 maggio, si riunisce l’assemblea degli azionisti di Banca Etica. Verrà eletto un nuovo Consiglio di Amministrazione. Due le liste che si presentano all’appuntamento: 18 candidati, di cui 7 donne. Oltre a 7 candidati singoli.
Un momento importante per la banca, in un momento delicato per l’Europa a una settimana dalle elezioni per il Parlamento europeo.
Per avere un’idea di cosa sia diventata oggi Banca Etica e di che direzione intenda prendere, abbiamo intervistato i due candidati presidenti delle due liste: Anna Fasano e Alberto Lanzavecchia.
(Qui sotto il video su Facebook di Anna Fasano, componente del Consiglio di Amministrazione di Banca Etica dal 2010, Vicepresidente dal 2016)
https://www.facebook.com/listaPartecipAttiva/videos/1146784102167872/
(e uno dei video di Alberto Lanzavecchia, ricercatore e professore aggregato per il corso di laurea in “Finanza aziendale e finanza strategica” all’Università degli studi di Padova. E vice coordinatore del GIT di Padova)
https://www.facebook.com/BancaEticaAI/videos/389859488272419/
Una banca diversa?
Oggi la parola “etica” va molto di moda, insieme ad altre come “sostenibile” e “responsabile”. Si definiscono con questi termini anche molti istituti di credito, che non hanno mai avuto a cuore questi valori. Cosa rende, quindi, oggi, Banca etica ancora “diversa”…”etica”?
ANNA FASANO: «Banca Etica è l’unica banca che incarna la finanza etica, non solo si occupa di prodotti etici. Il nostro incessante lavoro per il cambiamento della finanza ci spinge ad essere soggetto di contaminazione (ben vengano quindi prodotti di investimento etici), è importante saper riconoscere però gli elementi distintivi.
Il primo su tutti è sicuramente la trasparenza, siamo l’ unico istituto che pubblica l’elenco dei soggetti finanziati. Finanziamenti che vengono accompagnati da un’istruttoria economica finanziaria e da una valutazione dell’impatto sociale ed ambientale, promuoviamo infatti realtà è progetti sostenibili a 360 gradi.
Banca Etica è una cooperativa che crede e lavora per la valorizzazione dei soci e la promozione di processi partecipativi al fine di costruire e sviluppare una democrazia organizzativa, elemento distintivo di questo percorso la presenza e il ruolo dei portatori di valore, che ben rappresentano i luoghi della partecipazione.
Uno studio realizzato qualche anno fa ci ha detto che il 56% delle persone e realtà che si sono rivolte a noi hanno ricevuto un diniego dalle banche. Eppure il nostro tasso di sofferenze è nettamente inferiore.
Continueremo ad essere “finanza etica” se riusciremo a fare sempre inclusione finanziaria e avremo la capacità di anticipare i fabbisogni di cittadini e organizzazioni lavorando insieme sulle nuove sfide».
ALBERTO LANZAVECCHIA: «Gli impieghi di Banca Etica sono rivolti a generare un impatto sociale e ambientale positivo. E questa è già un primo elemento di unicità. In più la concessione dei finanziamenti viene valutata da “valutatori sociali”, una figura chiave, garanzia di “eticità”, che non ha nessun’altra banca. E nessun’altra banca offre un portale che mostra dove sono stati investiti gli impieghi e come vengono usati dalla banca. Ancora oggi è una banca unica, a prova di qualunque tentativo di imitazione».
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Le sfide all’orizzonte
Quali dovrebbero essere oggi le priorità per Banca Etica (quindi per il nuovo CdA)?
ALBERTO LANZAVECCHIA: «Banca Etica ha di fronte grandi sfide. Negli ultimi anni è urgente il tema dell’inclusione sociale, che riguarda sia i migranti arrivati sulle nostre coste, sia le nuove povertà che caratterizzano oggi la nostra società. Priorità che dobbiamo ricordarci ogni mattina quando ci svegliamo, tutti noi, a partire da Banca Etica
Poi, non meno importante, c’è l’enorme questione dell’ambiente e del nostro impatto su di esso. Banca Etica deve far sì che anche le più piccole attività, i comportamenti dei propri clienti, siano rivolti a generare un’economia circolare, che rispettino l’ambiente e siano tesi alla riduzione delle emissioni inquinanti.
Terzo, deve essere una priorità, per tutti coloro che hanno la fortuna di lavorare per Banca Etica, manifestare un clima aziendale euforico ed entusiasta per quello che facciamo. Chiunque entra in contatto con i dipendenti e i soci di banca Etica deve sentire l’amore che abbiamo per il nostro progetto».
ANNA FASANO: «Il prossimo CdA si troverà ad affrontare importanti sfide, eccone alcune: il coinvolgimento dei giovani nel progetto di Banca Etica, costruendo il loro futuro attraverso la banca; sempre maggior “vicinanza” ai soci e clienti attraverso la presenza di diversi luoghi e figure di riferimento, dalla filiale leggera al banchiere ambulante, al canale digitale; il rafforzamento della collaborazione con il terzo settore e gli attori dell’economia circolare, per promuovere progetti a tutela dell’ambiente e per o sviluppo di comunità sostenibili. Banca Etica avrà la forza per raccogliere queste sfide coinvolgendo tutti i portatori di valore».
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Un bilancio dei primi 20 anni
Volendo fare un bilancio dei 20 anni di Banca Etica: quali traguardi sono stati raggiunti e quali, invece, devono ancora essere conquistati?
ANNA FASANO: «I primi 20 anni sono stati anni di sviluppo. Abbiamo 43.000 soci e siamo presenti in Italia e Spagna con filiali, banchieri ambulanti ed oggi anche con il digitale. Abbiamo un gruppo che può erogare finanziamenti e sottoscrivere investimenti valutando l’impatto sociale ed ambientale. Solo negli ultimi 3 anni abbiamo dato più credito per il 37% e le nostre sofferenze sono sempre inferiori all’1%. Abbiamo accompagnato lo sviluppo dell’economia sociale, rafforzando le collaborazioni con il terzo settore e le imprese socialmente responsabili. Siamo presenti e accreditati nelle reti internazionali di finanza etica e sostenibile.
E ci aspettano ancora tante sfide: ottenere il riconoscimento della finanza etica a livello internazionale; proseguire e migliorare i percorsi per una cultura cooperativa con tutti i portatori di valore della banca; continuare e presidiare il percorso di digitalizzazione per una banca sempre più vicina e sempre più efficiente. Un piano strategico costruito con i soci ed i portatori di valore che definisca nello scenario dei prossimi 10 anni, le priorità dei prossimi 3 sarà il prossimo passo da fare».
ALBERTO LANZAVECCHIA: «Dopo l’invasione per la guerra del Golfo i dipendenti di Banca Etica hanno scioperato per il diritto alla pace. Uno sciopero per la pace e il bene comune. Quale banca ha mai fatto una cosa del genere? È solo un esempio, che dimostra la filosofia di Banca Etica, che esiste non per fare profitto, ma per il bene comune.
In questi 20 anni Banca Etica ha portato avanti una cultura finanziaria diversa. Ha dimostrato come il denaro non sia neutro, ma tutti noi possiamo far sì che anche la cifra già piccola possa essere indirizzata a migliorare il mondo
C’è ancora molto da fare, molti obiettivi da conquistare. In Italia Banca Etica è ancora poco diffusa, non è capillare. Sarà necessario trovare un nuovo modello distributivo che sia al servizio di tutti.
E manca una dimensione europea, pur essendo la banca membro di una rete europea. Ma non basta, bisogna poter offrire i nostri servizi e la nostra esperienza a partner europei. E viceversa».
Lo scenario europeo
Alla vigilia delle alle elezioni europee per il nuovo Parlamento, quali interventi chiedereste ai candidati in merito alla finanza etica in Europa?
ALBERTO LANZAVECCHIA: «Due sono i grandi temi che i nuovi candidati dovranno affrontare: i cambiamenti climatici e l‘inclusione sociale de migranti e dei nuovi poveri. Tempo strettamente collegati tra loro, perché spesso i migranti sono spinti dall’emergenza climatica. L’Europa come unione di popoli deve tornare a portare al centro l’uomo. Altrimenti avremo perso l’occasione per cui esiste l’Europa.
A livello di finanza etica in Europa è bene chiarire che la finanza può generare impatti positivi enormi, che è necessario favorire una finanza rispettosa dell’ambiente e dell’uomo. Non basta rispettare requisiti ambientali, è necessario anche il rispetto di diritti sociali. La finanza può e deve far affluire capitali verso un nuovo modello economico, per un vero cambiamento, concreto, anche nelle singole attività economiche: servono più treni e meno ruote, più energia da fonti rinnovabili e meno fossili.
Finché non avremo cambiato modello economico non risolveremo i problemi dei cambiamenti climatici e delle diseguaglianze».
ANNA FASANO: «Il gruppo Banca Etica ha promosso “Cambiare la finanza per cambiare l’Europa”, uno spazio di confronto con i candidati alle elezioni europee. Queste elezioni sono molto importanti, alcune scelte o le assumiamo oggi o rischiamo sia troppo tardi.
I temi centrali sono: un impegno per la giustizia fiscale; una riforma complessiva del sistema finanziario; una ripresa del percorso europeo per l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie e la separazione delle banche di investimento dalle commerciali; all’interno dell’action plan per la finanza etica chiediamo di definire la sostenibilità dei prodotti finanziari e di riconoscere il social supporting factor».
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Una banca contro i cambiamenti climatici
La lotta contro il climate change è una priorità a livello planetario e coinvolge tutti, in modo, trasversale: singoli e imprese, governi e banche. Che ruolo potrebbe avere il mondo della finanza, e in particolare Banca Etica, in questo ambito?
ANNA FASANO: «Il gruppo Banca Etica, con Etica Sgr, da anni lavorano per mettere al centro delle scelte di investimento dei risparmiatori il tema del clima e delle sue urgenze. Qualche mese fa è stato avviato il fondo “etica impatto clima”, costruito attraverso analisi Esg che lo rendono unico.
La banca può e deve accompagnare la transizione ecologica a fianco di coloro che scelgono di investire risorse per migliorare le proprie case, le proprie imprese e i propri cicli produttivi. Centrale sarà il ruolo dell’economia circolare, percorsi e collaborazioni già in essere ma che siamo chiamati a rafforzare ed ampliare».
ALBERTO LANZAVECCHIA: «Banca Etica è piccolissima. Con 900 milioni di impieghi e 3 miliardi e mezzo di risparmio gestito siamo ai margini del sistema bancario italiano ed europeo. Ma, nel suo piccolo, la banca può attivare singoli comportamenti virtuosi ed esser un modello da seguire, anche per realtà più grandi. Deve portare al suo interno l’attenzione per un ciclo di attività a impatto zero; favorire la conversione ecologica dei clienti, attraverso il credito; incentivare trasporti ecologici, condomini poco inquinanti. Restiamo una nicchia, ma possiamo fare molto».