Accuse di speculazioni sul cibo, reazioni contrapposte dalle banche
Dopo la pubblicazione di un rapporto ad hoc da parte della Ong Oxfam, alcuni istituti di credito hanno deciso di chiudere i fondi attraverso i ...
Dopo la pubblicazione di un rapporto curato dall’associazione Oxfam, che punta il dito ancora una volta contro le banche europee, accusate di speculare sul cibo, alcuni dirigenti degli istituti di credito hanno deciso di correre ai ripari. A riferirlo è il Financial Times, che spiega come la campagna della Ong stia di fatto dividendo il mondo dell’alta finanza.
Il colosso francese BNP Paribas, ad esempio, ha sospeso il proprio fondo d’investimento specializzato in prodotti agricoli da 214 milioni di dollari. Al contempo, Crédit Agricole ha chiuso tre fondi che permettevano agli investitori di speculare sulle commodities alimentari. Azioni simili sono state avviate poi dalle tedesche Landesbank Berlin e Commerzbank, dalla austriaca Oesterreichische Volksbanken e dall’inglese Barclays.
Ciò nonostante, riferisce ancora il quotidiano britannico, una quota non indifferente di operatori dell’investment banking e di commodities traders ha preferito difendere le proprie posizioni (e i propri interessi). Deutsche Bank e Allianz (i principali speculatori tedeschi secondo Oxfam) hanno deciso di non modificare i propri comportamenti, limitandosi ad introdurre team specializzati per effettuare un’analisi “etica” dei loro investimenti. Secondo DB, infatti, esistono solamente «scarse prove empiriche» a supporto dell’idea che l’utilizzo di strumenti finanziari legati ai beni alimentari sia alla base della volatilità dei prezzi sul mercato. Una piccola apertura, per lo meno, è arrivata da Allianz, che ha ammesso come il legame tra finanza e speculazione «non può essere totalmente escluso».
Ad oggi in Europa sono attivi 66 fondi di investimento specializzati in beni alimentari, che gestiscono complessivamente asset per 3, 6 miliardi di euro.