Alluminio, inchiesta su presunte manipolazioni dei prezzi
Secondo la CFTC americana, alcune banche - che fungono da intermediari finanziari - avrebbero gonfiato le fatturazioni "giocando" sui tempi di consegna delle merci.
La guerra che negli Stati Uniti sembra essersi scatenata tra i regolatori e le banche segna un nuovo capitolo. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Les Echos, la Commodity Futures Trading Commission (CFTC), agenzia federale che vigila sul mercato delle materie prime, ha lanciato un’inchiesta per determinare se grandi istituti di credito come Goldman Sachs e JPMorgan abbiano manipolato scientemente il prezzo di stoccaggio di numerosi prodotti, in particolare l’alluminio.
La CFTC in particolare si è concentrata sui documenti relativi alle movimentazioni degli ultimi tre anni, sulla base di denunce presentate da alcuni colossi dell’agroalimentare, come Coca Cola e Beer Institute. Il sospetto è che le banche abbiano allungato più del dovuto i tempi di consegna al fine di fatturare più giorni di stoccaggio. Ne sarebbero conseguiti aumenti ingiustificati nei prezzi.
Da parte loro, Goldman Sachs ha affermato che la sua controllata Metro International Trade Service non ha violato alcuna normativa, mentre JPMorgan ha assicurato di essersi comportata in modo corretto (ma ha anche dichiarato di voler rinunciare ai business legati alle materie prime).