L’Italia e il gioco di squadra (che ci manca)
Corruzione, illegalità, mafie, economia e finanza. Ogni martedì il commento di Rosy Battaglia
Che bello sarebbe se l’Italia, intesa come nazione e Paese, avesse lo stesso spirito di squadra che ha rivelato per il calcio per risolvere i tanti problemi che l’attanagliano. Confesso che l’ho pensato, un po’ come nel “sogno all’incontrario”, fantastico monologo teatrale, vecchio ormai di quasi 30 anni, di Paolo Rossi, (il comico, non il compianto calciatore).
Nel mio sogno all’incontrario mi sono immaginata la giusta gioia del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con le braccia compostamente alzate per il gol di Bonucci, per un altro obiettivo raggiunto. Quello della vittoria, proprio come sistema-Paese, nella lotta contro le disuguaglianze, la povertà, l’illegalità, la corruzione e l’infiltrazione delle mafie.
A ogni vittoria la stessa gioia, le stesse braccia alzate. «Oggi siamo riusciti a incrociare tutte le banche dati per scovare le infiltrazioni mafiose nell’economia legale». Olé! «Abbiamo approvato il registro dei portatori d’interessi e quindi chi vuole fare attività di lobbying verso i ministeri e il Parlamento deve farlo allo scoperto». Altro che “manine”, per intenderci, olé! «Abbiamo assunto personale mancante e competente nella Pubblica Amministrazione in grado di monitorare e attuare tutte le norme anticorruzione e agevolare gli imprenditori onesti». Olé!
Ma anche: «Abbiamo verificato tutte le segnalazioni di sospetto riciclaggio e recuperato miliardi di euro che ridistribuiremo alle fasce di popolazione più povere». Olé, con lacrime di commozione, aggiungerei. E addirittura: «Abbiamo deciso di ascoltare le organizzazioni di cittadinanza che chiedono di partecipare al monitoraggio del Piano nazionale di ripresa e resilienza». Da non credere. Olé, olé! «Lo Stato italiano da oggi sarà forte contro i poteri forti e debole nei confronti dei deboli». Qui partirebbe addirittura la hola, ne sono certa e ci abbracceremmo tutti.
Ve lo immaginate? Davvero un sogno ben diverso dalla realtà. La realtà del tutti contro tutti, fuori e dentro le istituzioni, ognuno intento a perseguire il proprio interesse particolare, a coltivare il proprio orticello. Di chi sembra di non aver imparato nulla dalla lezione di questa pandemia. La realtà di chi mercanteggia per l’ennesima riforma della giustizia. Del ritardo dei decreti attuativi. Dell’abbandono dei territori, della mancata trasparenza. Delle imprese, così come di taluni amministratori, che scelgono di restare collusi. Ma anche di noi, cittadini, che nella quotidianità, ancora troppo spesso, non ci opponiamo alle piccole e grandi ingiustizie e corruzioni.
Ma proprio il nostro Presidente della Repubblica oltre a rammentarci come «le istituzioni, per prime, debbano assolvere al dovere di affermare il valore dell’onestà», ci ha fornito in questi anni tanti esempi civici a cui dovremmo tendere, sia noi che la classe dirigente che ci amministra. Esempi che ritroviamo premiati con le onorificenze al Merito della Repubblica Italiana. Cittadine e cittadini che si sono impegnati a favore della collettività e del bene comune. I nostri “azzurri quotidiani”.
Che bello sarebbe sì, un gioco di squadra di queste proporzioni. Di questa grandezza. Anche perché, così come per la nostra nazionale di calcio, dopo decenni di attesa ce lo meriteremmo un Paese migliore. A partire da noi.
PS Grazie di cuore a chi ha seguito questa rubrica fino ad oggi. Buona estate.