Agricoltura hi-tech, semina miliardi e pensa sostenibile

Spaventapasseri laser, trattori geolocalizati, dosaggio elettronico delle sementi, mungitrici robotizzate... la tecnologia irrompe nei campi coltivati e muove investimenti miliardari

Corrado Fontana
Spaventapasseri tradizionale. CC0 Creative Commons da Pixabay.com
Corrado Fontana
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Non è più l’agricoltura di una volta. Ma non per questo è sempre così cattiva. Una piccola ondata tecnologica che monta sta infatti invadendo le coltivazioni di Paesi e aziende che sono in grado di investirvi.

Pensata da ingegneri e contadini insieme, vanta un’offerta sempre più varia: spaventapasseri laser e droni nel cielo per allontanare gli uccelli, ma anche mietitrebbiatrici e trattori collegati a sistemi GPS, telecamere nel campo, geolocalizzazione satellitare, software e app per il controllo della semina, sensori di calore e umidità. E poi mungitrici robotizzate o piattaforme online che consentono dialogo e commerci in tempo reale tra produttori, trasformatori, distributori e consumatori.

Tutto per un’agricoltura 2.0 che offre un’immagine meno bucolica del passato perché va a caccia di miglioramento delle rese e risparmio. Delle materie prime, dell’acqua, degli additivi chimici. E che perciò può però risultare arma strategica nel ridurre l’impatto ambientale.

La rivoluzione della precisione in agricoltura. Pro e contro dell’approccio hitech. Da Valori luglio 2017

Italia per la precisione

Secondo i dati diffusi nel 2017 dal ministero delle Politiche agricole appena l’1% della superficie agricola utilizzata in Italia vede tuttavia applicati robot e sensori di precision farming, cioè strumenti base della cosiddetta agricoltura di precisione. Ma l’obiettivo è arrivare al 10% entro il 2021. E il nostro Paese è partito con la sperimentazione.

Il progetto triennale europeo Agricare concluso nel 2017 ha proprio testato l’efficacia di questo modello in abbinamento con le tecniche di agricoltura conservativa, sviluppando un approccio che varia risultati a seconda del livello di tecnologia usata (e di spesa sostenuta).

AGRICOLTURA CONSERVATIVA: punta a mantenere la fertilità del suolo coltivato. Riduce il numero e l’importanza delle lavorazioni, limita l’aratura, in particolare, e promuove la conservazione in superficie di tutti i residui della coltura precedente.

Ma se oggi ogni macchina agricola avesse la guida parallela (che consente lavorazioni in campo precise al centimetro pur essendo, tutto sommato, semplice e accessibile economicamente), il sistema dell’agricoltura europea «ridurrebbe i propri costi di circa il 10%», spiega a Valori Lorenzo Furlan di Veneto Agricoltura, partner coordinatore della sperimentazione.

Secondo i ricercatori di Agricare, l’agricoltura di precisione porterebbe poi a un risparmio di input (acqua, fertilizzanti, pesticidi e semI) e, di
conseguenza, dell’energia per produrli. E una diminuzione dei rischi connessi al loro uso. Se l’adozione dell’agricoltura conservativa determina un risparmio di gasolio – e quindi di emissioni inquinanti in atmosfera – intorno al 40-50% rispetto alle tecniche tradizionali, l’agricoltura di precisione aggiunge ad essa un altro 5-8% in meno di energia necessaria a coltivare. Mica male.

progetto Agricare – sperimentazione agricoltura di precisione

Agritech, il business vale 4,5 mld di dollari

La rivoluzione, insomma, è ancora in fase embrionale, ma decisamente in atto, e le cifre complessive in gioco sono già di tutto rispetto. Secondo Market Research, l’investimento da parte di capitali di rischio nelle start-up tecnologiche agricole aveva raggiunto i 4,25 miliardi nel 2015, raddoppiando l’ammontare del 2014, e le previsioni attribuivano al mercato mondiale dei droni agricoli un valore di 3,69 miliardi di dollari entro il 2022.

mercato dei robot per l’agricoltura per tipo 2014 – 2025 – Market Research Report

Le stime AgFunder, invece, prefiguravano solo l’anno scorso una crescita impetuosa del settore (+20% annuo) entro 5 anni. E il 2017 era iniziato bene, infatti, con le startup tecnologiche agricole che nella prima fase del primo semestre 2017 avevano raccolto già 1,13 miliardi di dollari finanziamenti, ovvero il 56% in più del 2016 (che aveva invece registrato una flessione dopo il boom del 2015). Il 2017 si è poi chiuso con investimenti in tecnologia agroalimentare a due cifre: 10,1 miliardi di dollari grazie a 924 operazioni, con un aumento del 29% annuo del volume di finanziamento.

E alcune stime recenti sostengono che il mercato globale dell’agricoltura di precisione varrà 5 miliardi di dollari già nel 2018  e potrebbe raggiungere i 9,5 entro il 2023, con un tasso di crescita composto (CAGR) per il periodo del 13,38%.

Lo spaventapasseri è laser e solare

A dimostrarlo ci sarebbe un fiorire di start-up e l’interesse crescente per le applicazioni di droni e robot nelle coltivazioni.

UAV (Unnamed Aerial Vehicle) è un velivolo senza pilota, comunemente noto come drone, privo quindi di esseri umani a bordo.

Come dimostra la sperimentazione in atto nel vigneto di Joan e Jim Griffin nella contea di Sonoma in California. Tra i filari ora c’è un sistema automatizzato di quattro piccoli cannoni laser a energia solare interconnessi. Sfruttando l’istinto naturale degli uccelli, che percepiscono il raggio luminoso in avvicinamento come un predatore, i laser robotici tengono lontani i volatili ghiotti di uva.

Il sistema ha ridotto la perdita di raccolto e il disturbo dovuto agli uccelli del 99,8%, con un risparmio annuale stimato in circa 25mila dollari, ovvero i costi necessari a impiegare manodopera che tenga gli animali a distanza dalla frutta o la spesa per le reti normalmente usate per proteggere le piante.

https://www.youtube.com/watch?v=cMJyDgQha18

Spaventapasseri laser: l’applicazione in un vigneto della contea di Sonoma (California)

Ma non solo. Perché l’abbattimento delle spese potrebbe moltiplicarsi per tutte le migliaia di produttori di vino della California, magari innescando anche economie di scala.

Secondo una ricerca del 2013 (Bird damage to select fruit crops: The cost of damage and the benefits of control in five states) i vigneti degli Stati della California e di Washington subiscono rispettivamente 49 milioni e 12,9 milioni di dollari di danni ogni anno da parte delle incursioni degli uccelli. Un danno consistente, quindi, che si traduce in un calo del 2,9% di perdita di resa delle uve californiane.