Finanza sostenibile, scompare il 40% dei fondi “super verdi”

L’entrata in vigore dei nuovi requisiti per i fondi articolo 9 (dark green) ha scatenato una fuga: il crollo è stato del 40% in un trimestre

Nell'arco di un trimestre i fondi articolo 9 sono passati da 1.080 a 891 © SARINYAPINNGAM/iStockphoto

Da quando il panorama della finanza sostenibile è diventato sempre più affollato, l’Unione europea ha voluto mettere ordine con la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR). Anche rendendo molto più severi i vincoli che i fondi devono rispettare per essere classificati come articolo 9, cioè incentrati sulla sostenibilità. Alla chiusura del 2022 gli addetti ai lavori hanno notato che svariate grandi società di investimenti avevano iniziato a declassare i loro fondi, per non dover sottostare ai nuovi standard tecnici che sarebbero entrati in vigore con il nuovo anno. E così è stato. Anzi, un report di Morningstar svela che questa “fuga” ha assunto dimensioni eclatanti. Su tutti gli asset che fino a settembre 2022 erano investiti in fondi articolo 9, il 40% non lo è più. E questa ondata di downgrade non sarebbe ancora finita.

Quanti fondi sono passati da articolo 9 ad articolo 8

A partire dal mese di settembre del 2022, fa sapere Morningstar, circa 420 prodotti finanziari hanno cambiato status. 307, per un totale di 175 miliardi di euro di asset gestiti, sono passati da articolo 9 ad articolo 8. La differenza è sostanziale: mentre i fondi articolo 9 (dark green) puntano a perseguire specifici risultati ambientali, sociali e di governance (ESG), quelli articolo 8 (light green) promuovono le caratteristiche ESG ma possono investire anche in attività di altro tipo. Infine ci sono i fondi articolo 6 che non hanno un focus sulla sostenibilità ma si limitano a considerare i rischi. A conti fatti, dunque, nell’arco di un trimestre gli asset dei fondi articolo 9 sono crollati del 40%.

Considerando il volume complessivo, a fine settembre 2022 i fondi articolo 8 avevano una quota di mercato del 48,3% e quelli articolo 9 del 5,2%: a metà gennaio i primi erano saliti al 52,2% e i secondi erano scesi a uno striminzito 3,3%. Considerando invece il numero di fondi, si scopre che quelli articolo 9 sono passati da 1.080 a 891; quelli articolo 8, viceversa, sono aumentati da 8.459 a 9.717 nello stesso arco di tempo. Il più grande asset manager europeo, Amundi, ne ha riclassificati come articolo 8 ben 51, per un totale di 34,2 miliardi di euro di asset. BlackRock (anche attraverso iShares) 16, per un totale di 26,4 miliardi.

Eloquente il commento di Hortense Bioy, direttrice globale delle ricerche sulla sostenibilità di Morningstar: «Ci aspettiamo che la recente ondata di downgrade di fondi articolo 9 continui, sollevando alcune domande su cosa rimarrà e quanto sarà utile questa categoria».

Come sono composti i portafogli dei fondi articolo 9

A questo punto viene da pensare che i fondi articolo 9 rimasti siano integerrimi, con portafogli composti solo e soltanto da titoli sostenibili. In realtà la situazione è più sfumata. La premessa è che dati di questo tipo vanno presi con le pinze, perché potrebbero variare a seconda del metodo di analisi adottato.

Detto questo, è vero che la loro “predisposizione” agli investimenti sostenibili è aumentata: oggi il 63% dei fondi ha in programma di superare il 70%, contro il 47% di fine settembre. Sempre nell’arco di un trimestre, è scesa dal 43,4% al 28,7% la percentuale di fondi articolo 9 che punta ad allocare meno del 50% degli asset in investimenti sostenibili. Un cambiamento così veloce, sottolinea Morningstar, è figlio soprattutto delle riclassificazioni.

fondi articolo 9 morningstar
20 dei 36 fondi articolo 9 ritenuti al 100% sostenibili © Morningstar

Attualmente il 6,3% dei fondi articolo 9 mira a superare il 90%. Morningstar ne ha trovati 36 che viaggiano verso il 100%; dieci in più rispetto a tre mesi prima. Pur riconoscendo il passo avanti, «36 rimane un numero basso», afferma a chiare lettere il report. Confermando indirettamente ciò che era stato già suggerito da recenti inchieste sulla vasta mole di investimenti in “zona grigia” di fondi che, almeno sulla carta, promettono di essere super-verdi. La normativa, insomma, farà senz’altro discutere e denota probabilmente una serie di limiti.