Azionariato critico, confronto e dialogo. Il primo “Engagement report” di Fondazione Finanza Etica

Pubblicata la prima edizione dell'Engagement report, che racconta le attività di azionariato critico di Fondazione Finanza Etica

L'azionariato critico: un modo per convincere le aziende a cambiare dal basso e dall'interno © DIPA/iStockPhoto

“Ingaggio” diretto con nove imprese quotate in Italia e in Europa e con un investitore istituzionale. Partecipazione a cinque assemblee generali degli azionisti e presentazione di 230 domande, con le relative risposte. Due mozioni presentate e votate in assemblea degli azionisti. 50 espressioni di voto. Una fitta rete di collaborazioni con organizzazioni della società civile per portare in assemblea le loro istanze. La collaborazione con altri investitori istituzionali “etici”, principalmente all’interno della rete “Shareholders for Change”, costituita da Fondazione Finanza Etica, Fundacion Finanzas Eticas e Etica sgr insieme ad altri nove partner di sette Paesi europei. I numeri disegnano la strategia di Fondazione Finanza Etica per l’azionariato critico nel 2021 e contenuti nel primo Engagement report completo, dopo 14 anni di attività.

Azionariato critico: confronto e dialogo per spingere le aziende a cambiare

Un lavoro di scavo, di confronto e dialogo con le aziende di cui la Fondazione acquista un pacchetto simbolico di azioni per assumere diritti e doveri degli azionisti e interloquire con il management. Obiettivo: indurre riflessioni e cambiamenti nelle politiche su riscaldamento globale ed emissioni di gas ad effetto serra. Sostenibilità sociale e diritti umani. Remunerazione dei manager e politiche fiscali, produzione e commercio di armi, danni ambientali. E ancora equa retribuzione dei lavoratori lungo tutta la catena di fornitura.

Quello dell’azionista critico è un lavoro di fino, di scavo, paziente. Fatto di risultati raggiunti con anni di lavoro e talvolta anche di sconfitte. Ma sempre con l’obiettivo di far comprendere che, a valle delle scelte finanziarie compiute da aziende che spesso retribuiscono gli azionisti con utili a sei cifre, ci sono effetti sociali e ambientali spiacevoli. E in contraddizione con quanto dichiarato (green e social washing).

Da Eni a Leonardo e Rheinmetall: le risposte (e le non riposte) dei colossi

Nel 2021 la partecipazione alle assemblee è stata possibile solo in remoto. Tuttavia le 230 domande hanno toccato temi centrali delle strategie aziendali. Abbiamo così avuto conferma, per noi negativa, che Eni continuerà a produrre idrocarburi nel triennio 2021-2024 con un aumento medio annuo del 4%. Resta per noi un mistero come la società possa arrivare ad azzerare le proprie emissioni nette di CO2 entro il 2050, come indica il Piano di lungo termine, attraverso cattura della CO2 e compensazioni, piani di forestazione, o meglio, di non deforestazione, che sono tecnologie e attività di dubbia efficacia e misurabilità.

Le due aziende di armamenti da noi ingaggiate, Leonardo SpA e Rheinmetall, continuano ad essere le più avare di informazioni e di risultati. Leonardo SpA ci dice sostanzialmente quello che già comunica per il rapporto sul commercio di armi al Parlamento (ex L.185/90). Ma, in più, ci dice che la produzione militare continua a crescere rispetto a quella civile, arrivando al 73%. L’esatto opposto di quello che andiamo chiedendo da anni all’azienda controllata dal MEF. Rheinmetall, azienda tedesca proprietaria dell’italiana RWM che produce e vende bombe all’Arabia Saudita, utilizzate nella guerra nello Yemen, non risponde in modo trasparente alle nostre domande.

Le richieste al Fondo sovrano norvegese

Per questo ci siamo rivolti al Comitato etico del Fondo sovrano norvegese, il più grande del mondo, che detiene il 2,69% delle azioni dell’azienda tedesca. Affinché inserisse nella propria policy il divieto di investimento in aziende coinvolte in conflitti come quello yemenita. Il parlamento norvegese ha adottato nuovi indirizzi di coerenti con le nostre richieste. Per questo ci aspettiamo a breve un disinvestimento da Rheinmetall.

Il lavoro dell’azionista critico si nutre anche di piccoli ma significativi risultati. Così è stato per noi nell’engagement con Generali, sia per le politiche di decarbonizzazione, che per quelle relative alla politica fiscale. L’Engagement report è una miniera di informazioni che consentono di misurare l’impatto dell’impegno di Fondazione Finanza Etica nel 2021 e le linee di indirizzo per l’azionariato critico nei prossimi tre anni.


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