BankTrack boccia l’alleanza bancaria per il clima: «Lo scioglimento era inevitabile»

La Net Zero Banking Alliance si scioglie. Per BankTrack, l’alleanza bancaria sul clima si è rivelata greenwashing e dimostra la necessità di regole vincolanti

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L’annuncio dello scioglimento immediato della Net Zero Banking Alliance (Nzba) pone finalmente fine alla sua triste spirale di declino. Ma nella pratica cambierà ben poco, perché l’Nzba si era già talmente indebolita da aver perso ogni scopo. Il suo fallimento sottolinea l’urgente necessità di una regolamentazione che costringa le banche ad allineare i propri finanziamenti agli obiettivi climatici globali.

Annunciata nell’aprile 2021 e lanciata con grande clamore da Mark Carney e Michael Bloomberg in occasione della Cop di quell’anno, l’Nzba dichiarava come obiettivo l’allineamento delle attività di credito e di sottoscrizione delle banche con il traguardo delle zero emissioni nette di gas serra entro il 2050 e con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura media globale entro gli 1,5 gradi centigradi.

Dalle promesse al collasso: breve storia dell’Nzba

Sin dall’inizio, le organizzazioni della società civile – tra cui BankTrackavevano segnalato gravi carenze. Sebbene l’Nzba abbia finito col riconoscerne alcune, non le ha mai affrontate adeguatamente, rispondendo invece con un progressivo indebolimento delle proprie linee guida e concedendo sempre maggiore margine di manovra alle banche aderenti.

Arrivata a contare 144 membri, dall’inizio di dicembre scorso l’alleanza ha affrontato un esodo partito dalle banche statunitensi e poi diffusosi. Per reagire, aveva votato a inizio anno un allentamento delle proprie regole, nel vano tentativo di arginare le defezioni. La successiva uscita di grandi banche come Hsbc, Barclays e Ubs durante l’estate ha segnato l’inevitabilità del collasso dell’Nzba.

L’alleanza è apparsa costantemente più concentrata sull’aumentare il numero dei membri che sull’assicurare azioni concrete. Un’alleanza che comprendeva banche etiche (come Triodos, Amalgamated Bank e Vancity), insieme a istituti più progressisti (come La Banque Postale, Handelsbanken, Danske Bank) e ai maggiori finanziatori mondiali delle fonti fossili (tra cui JPMorgan Chase, Citigroup e Bank of America) era destinata a essere problematica. Alla fine, tuttavia, è stato quest’ultimo gruppo a determinare la direzione dell’Nzba.

Fallimento Nzba: quando il greenwashing copre i finanziamenti fossili

Forse il principale “risultato” dell’Nzba è stato il greenwashing: ha spostato il dibattito su come le banche dovrebbero rispondere all’urgenza della crisi climatica, concentrandolo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni a lungo termine, e distogliendolo dall’urgenza di fermare il finanziamento dell’espansione fossile – prerequisito fondamentale per qualsiasi strategia credibile in linea con l’Accordo di Parigi. L’alleanza ha permesso ai propri membri di continuare a finanziare aziende impegnate nello sviluppo di nuovi progetti fossili, una mossa palesemente incoerente con i suoi obiettivi dichiarati.

Sappiamo che tra le banche che hanno aderito all’alleanza ce ne sono alcune animate da un impegno sincero per il futuro — con posizioni concrete e obiettivi misurabili — e altre che hanno cercato solo di trarre vantaggio dall’immagine di responsabilità climatica, senza però agire davvero.

Alle prime rivolgiamo un appello al coraggio: dimostrate una vera leadership climatica, a partire dalla cessazione immediata dei finanziamenti alle aziende che espandono le attività fossili. È arrivato il momento di distinguere le banche del futuro da quelle che si rifugiano nell’economia oscura e obsoleta del passato, seguendo il vecchio sentiero della deregulation di Donald Trump.

BankTrack continuerà a denunciare i ritardatari sul clima e a sostenere gli istituti determinati a battersi per un sistema finanziario equo e verde — al servizio delle persone e del Pianeta, non del profitto a breve termine.

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