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Bangladesh, accordo di risarcimento sull’incendio alla Tazreen

Alla vigilia del secondo anniversario della tragedia nella fabbrica tessile, le parti hanno sottoscritto uno schema per i risarcimenti alle vittime del 2012…

Incendio, fiamme, fuoco. CC0 Public Domain da Pixabay

Come già per la tragedia ancor più grave del crollo di Rana Plaza, dove il processo di risarcimento è a uno stadio avanzato (e lo leggerete meglio su Valori di dicembre-gennaio), anche per le famiglie delle 120 vittime e per i 300 feriti coinvolti dall’incendio della fabbrica tessile Tazreen Fashions di Dhaka, in Bangladesh, si prospetta l’avvio dei risarcimenti. Una buona notizia che arriva dalla sezione italiana (Abiti Puliti) della campagna internazionale Clean Clothes Campaign (CCC) che si spende per un miglioramento delle condizioni di sicurezza e di lavoro nella filiera del tessile globale. A due anni dal rogo del 24 novembre 2012, è stato infatti raggiunto un accordo di massima tra il sindacato internazionale IndustriALL Global Union e gli affiliati locali, la Clean Clothes Campaign e il più importante marchio coinvolto, la tedesca C&A, per avviare un meccanismo che garantisca il risarcimento alle vittime. Un accordo che sembra poter dare il via a un processo simile a quello realizzato dal Rana Plaza Arrangement, ma che è ancora a livello di principi.

 

 

Il documento nasce sotto l’egida dell’Interrnational Labor Organization e tutti sperano possa convincere a firmare anche gli altri marchi della moda che si rifornivano a Tazreen: “Al momento del disastro – specifica Abiti Puliti – i lavoratori e le lavoratrici della Tazreen stavano producendo anche per l’italiana Piazza Italia, KIK, El Corte Ingles, Edinburgh Woollen Mill, Disney e Sean John. Nessuno di questi brand ha ancora versato un centesimo per i risarcimenti. Li & Fung con sede a Hong Kong, il più grande agente intermediario del mondo, ha effettuato alcuni pagamenti attraverso il Governo del Bangladesh. El Corte Ingles e KIK hanno fatto solo alcune vaghe promesse e ora la CCC chiede che diventino azioni concrete e pubbliche”.

 

 

Sebbene l’altro colosso del tessile mondiale coinvolto, Wal-Mart, principale acquirente degli indumenti prodotti alla Tazreen, è improbabile che sottoscriverà il documento, a meno che non decida di modificare la strategia finora condotta, la soddisfazione alla CCC è palpabile. Così la portavoce Ineke Zeldenrust: «Come parte dell’accordo la C&A Foundation si è impegnata a contribuire con una cifra considerevole destinata al pieno e giusto risarcimento per le vittime della Tazreen, in aggiunta ai fondi già destinati. I dettagli finali saranno elaborati e resi pubblici non appena i costi totali saranno calcolati. Accogliamo con piacere il ruolo positivo che C&A ha svolto in questo processo, determinante per raggiungere l’accordo”.