Brexit: senza Europa enormi rischi in agricoltura
Che ne sarà della campagna britannica senza l’appoggio dell’ Europa, rifiutata dal voto sulla Brexit? Un disastro o – forse – un disastro e una rinascita. ...
Che ne sarà della campagna britannica senza l’appoggio dell’ Europa, rifiutata dal voto sulla Brexit? Un disastro o – forse – un disastro e una rinascita.
Questo il giudizio sintetico espresso in una lunga analisi pubblicata da «The Guardian» da George Monbiot, giornalista e attivista ambientale, secondo cui da un lato la dipendenza dell’ agricoltura britannica dalle sovvenzioni europee ha perpetrato un sistema economico altrimenti fragile, dall’altro ha indotto una gestione dissennata dei territori per accaparrarsele. Un quadro ambivalente che l’abbandono del sostegno comunitario potrebbe addirittura peggiorare, se la politica agricola non coglierà l’occasione per dare una svolta positiva alla gestione degli habitat.
Monbiot ricorda infatti che proprio l’agricoltura nazionale – quarto mercato per destinazione dei prodotti agricoli italiani – potrebbe essere il settore che più patirà Brexit: innanzitutto perché in sede di negoziati con la Ue potrebbero venir meno i cosiddetti contingenti tariffari su ben 86 prodotti agricoli che oggi vedono aumentati i dazi all’importazione una volta superata una certa quota (sebbene la nostra Coldiretti ricordi che l’adesione al Wto abbia smantellato gran parte del cordone protettivo che la Ue offriva). Inoltre, se la perdita di manodopera dall’Unione europea – sarebbe già calato del 30% il lavoro agricolo migrante dal referendum – potrà danneggiare le opportunità di raccolto dei produttori ortofrutticoli, ancora peggio potrà determinare l’uscita dal sistema di aiuti che ogni anno porta ben 50 miliardi di euro agli agricoltori di Sua Maestà.
Un sistema che avrebbe generato ” tossicodipendenza” delle imprese agricole, arricchendo anche soggetti con grandi patrimoni e per terreni non coltivati, bensì utilizzati per “allevare cavalli da corsa e sparare ai galli cedroni”, scrive piccato Monbiot. Non solo. Poiché per richiedere la maggior parte dei sussidi agricoli è necessario tenere la terra nuda il sistema di sovvenzioni si è rivelato nel Regno Unito – e non solo – un incentivo a cancellare centinaia di migliaia di ettari di boschi, macchia, canneti, stagni, perlopiù sostituiti da pascoli per le pecore, senza che la domanda di mercato – scrive infine Monbiot – giustifichi questa espansione dell’allevamento di ovini, che occupano all’incirca la stessa quantità di terra utilizzata per far crescere tutti i cereali, i semi oleosi, le patate, la frutta, la verdura e altre colture, mentre la carne di agnello e montone forniscono solo l’1, 2% della dieta britannica.