La scelta etica di Celeste

Celeste - Zerowaste, una giovane donna che studia ingegneria dell'energia ne ha fatto una passione. Tradotta in un blog, un profilo Instagram

Celeste, una giovane donna che studia ingegneria dell'energia ne ha fatto una passione. Tradotta in un blog, un profilo Instagram e tanti interessi e piccole grandi azioni per il cambiamento.

Celeste, una giovane donna che studia ingegneria dell’energia ne ha fatto una passione. Tradotta in un blog, un profilo Instagram e tanti interessi e piccole grandi azioni per il cambiamento.

«La sostenibilità è un scelta etica, a partire dal produrre meno rifiuti possibile così come da investire nel modo giusto i propri soldi». Sono le parole di Celeste, giovane donna impegnata socialmente, che studia ingegneria dell’energia a Padova. Blogger e attivista LGBTQIA+, si definisce una “Intersectional Feminist” ed è “zerowaster” cioè una delle co-fondatrici della Rete Zero Waste, «la rete italiana di chi vive (quasi) senza rifiuti». Rete spontanea che, solo su Facebook, conta un gruppo di oltre 15 mila persone, motivate a ridurre il loro impatto ambientale.

«Ho fatto della sostenibilità una passione a 360 gradi e nel mio piccolo porto sui Social, giorno per giorno, la mia esperienza, su ciò che ognuno di noi può fare nel quotidiano, come cittadino, consumatore, elettore», racconta a Valori. Una “millennial” che dalla freschezza dei suoi 24 anni comunica abilmente su tutte le piattaforme social, ma non prima di essersi documentata con attenzione e aver verificato le fonti. “The Etical Choice“, il suo profilo Instagram, online dal 2016, è molto seguito ed è diventato un punto di riferimento per chi vuole capire cosa sia davvero vivere e applicare la sostenibilità al quotidiano. Dal cibo, all’abbigliamento, fino ai prodotti per il corpo e la casa, ma anche al conto bancario.

«Proprio su Instagram ho intercettato le altre “zerowaster” italiane. Dallo scambio di informazioni e dal reciproco aiuto è nata l’esigenza di tradurre i contenuti del movimento dall’inglese, perché mancavano informazioni in italiano. Da li a poco tempo sono nati, oltre la pagina e il gruppo su Facebook, un sito, con la mappa della rete con i negozi di merce sfusa, dell’usato e vintage, le case dell’acqua, così come i negozi Zero Waste». Un modo concreto di promuovere l’economia circolare, non solo a parole, avvicinandosi alle esigenze di ognuno, in ogni territorio. Ad oggi sono una ventina, dal Piemonte alla Sicilia, i gruppi locali, con centinaia di esercizi mappati in tutta la penisola.

«Per il movimento internazionale “zero waste”, la parola inglese “waste” ha un doppio significato: sia rifiuto che spreco» spiega Celeste. «Rifiuti zero, per quanto possa sembrare una scelta estremista è un obiettivo. Un’azione concreta a cui si può arrivare attraverso un percorso di piccoli passi che diventano abitudini. Non siamo perfette, ma ci informiamo e ci proviamo».

Mai smettere di provare a cambiare il sistema, usando anche il protagonismo che possono avere i consumatori, indirizzando i loro acquisti. Anche per questo durante il lockdown, in occasione dell’anniversario del crollo di Rana Plaza, l’invito di Celeste, insieme agli altri attivisti che hanno aderito alla Fashion Revolution Week, è stato quello di inviare una lettera a tutte le case di moda per sapere «chi produce i miei vestiti».

https://www.instagram.com/p/B_XnyfDlFAs/

«Il tema dell’abbigliamento sostenibile, a prima vista, non sembra collegato alla riduzione di rifiuti e sprechi» precisa Celeste. «Invece anche la moda ha un impatto sia sociale che ambientale». Per questo, spiega la blogger «abbiamo deciso di fare partecipi le persone di questa nostra azione e chiedere trasparenza ai produttori. Noi siamo privilegiati, ma dall’altra parte del mondo c’è, invece, chi vive una vita di sofferenze per cucire le nostre magliette».

Le scelte di acquisto e di investimento sono determinanti per il nostro futuro, specie in questo momento di crisi dettato dalla pandemia. Anche su questo Celeste ha le idee chiare. «Una frase che mi risuona spesso nella testa è che con i nostri soldi, quando acquistiamo qualcosa, stiamo finanziando il mondo che vorremmo avere, creare e vedere» racconta convinta. «Per quanto possa essere poco il nostro contributo, ognuno lo può fare in modo diverso, a seconda della disponibilità di tempo, energia ed scelte economiche. Anche provando e sbagliando. Ma è importante, perché i singoli individui insieme possono fare la differenza. E’ il momento di decidere cosa vogliamo essere e cosa vogliamo fare del nostro futuro».

Puoi seguire Celeste sul suo profilo Instagram
Per saperne di più sulla Rete Italiana Zero Waste


Questo articolo è stato pubblicato in Storie dal futuro, la newsletter dedicata al racconto e al ritratto dei protagonisti del cambiamento che Valori.it invia ogni lunedì. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter e seleziona “Economia sostenibile” tra i tuoi interessi.