Clima, le banche europee rischiano 70 miliardi di euro. Almeno

Pubblicati i risultati degli stress test climatici sulle banche europee. La cui maggior parte ignora ancora il riscaldamento globale

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Venerdì 8 luglio la Banca centrale europea (BCE) ha pubblicato i risultati del uso primo stress test climatico per i grandi istituti di credito dell’Eurozona. Ad essere analizzati sono stati 104 gruppi. Che, secondo l’Eurotower, potrebbero subire perdite per almeno 70 miliardi di euro qualora non verrà limitata la crescita della temperatura media globale.

La cifra indicata dalla BCE sottostima ampiamente i rischi reali

«Le banche della zona euro devono con estrema urgenza intensificare i loro sforzi per misurare e gestire i rischi climatici. Rimediando ad una serie di lacune e adottando le buone pratiche già presenti nel settore», ha dichiarato Andrea Enria, responsabile della supervisione bancaria in seno alla BCE.

Tra l’altro, la cifra di 70 miliardi «sottostima considerevolmente le perdite reali», per stessa ammissione dell’istituto di Francoforte. Il dato, infatti, si riferisce solamente alle perdite dirette, ovvero ai rischi legati al credito (prestiti concessi a soggetti non più in grado di restituire capitali e interessi), e alla perdita di valore degli asset in possesso. Gli stress test non considerano invece gli effetti indiretti, ovvero l’impatto delle probabili recessioni economiche derivanti dalla crisi climatica. Che si ritiene possano essere decisamente più gravi.

«La maggior parte delle banche non include il clima nei modelli di gestione del rischio»

Per ora la BCE ha preferito dunque limitarsi a verificare il grado di preparazione del settore bancario rispetto ai cambiamenti climatici. Concludendo che siamo molto lontani da ciò che sarebbe necessario. Basti pensare che il 60% degli istituti di credito analizzati non considera alcun parametro legato al riscaldamento globale negli stress test che conduce autonomamente, al proprio interno.

«La maggior parte delle banche non include il clima nei modelli di gestione del rischio. E appena il 20% prende in considerazione il parametro nel momento in cui deve accordare un prestito», ha constatato la BCE. Che ha anche faticato ad ottenere i dati, poiché le banche hanno affermato di aver trovato troppo complesse le richieste. Così, la Banca centrale europea ha potuto valutare informazioni bollate come «rudimentali».


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