Clima, a BlackRock cade la maschera
La linea conservatrice del più grande fondo d'investimenti del mondo, in vista delle assemblee generali delle società di cui è azionista
Sono passati soltanto due anni e mezzo dalla “lettera-svolta” firmata da Larry Fink, numero uno del più grande fondo d’investimenti del mondo, BlackRock, e indirizzata ai dirigenti di tutto il mondo. Da quando cioè era sembrato che il colosso della finanza americano volesse avviare una svolta ecologista. Due anni e mezzo. Ma sembrano passati secoli.
Il profitto prima di tutto
Le parole di Fink – già in buona parte ritrattate e seguite da concetti che assomigliano molto al «in ogni caso il profitto continuerà sempre ad essere il primo degli obiettivi» – si sono scontrate martedì 10 maggio con una decisione netta resa nota dal team incaricato di scegliere la strategia di voto alle assemblee generali del 2022 delle imprese di cui il fondo è azionista.
BlackRock, infatti, non soltanto non si porrà come soggetto che “allerta” sulla necessità di lottare contro i cambiamenti climatici (sempre per garantire profitti, s’intende). Ma addirittura diminuirà il proprio sostegno alle risoluzioni degli azionisti che chiedono di limitare le emissioni di gas ad effetto serra.
La Sec ha reso più semplice presentare risoluzioni a tutela del clima
Il fondo statunitense ha giustificato la decisione spiegando che la Securities and Exchange Commission – organismo americano che vigila sulle società quotate in Borsa – ha reso più semplice presentare risoluzioni a tutela del clima. Con la conseguenza che queste ultime sono aumentate numericamente: «Ne sono state presentate tante – ha dichiarato BlackRock – e risultano più ambiziose e vincolanti per i manager rispetto a quelle che abbiamo sostenuto».
Più ambiziose e vincolanti: non sia mai che sulla principale battaglia che il genere umano è chiamato ad affrontare si faccia troppo sul serio. Meglio mantenere prudenza e tutelare, ancora una volta, il business as usual. Soprattutto dopo l’attacco russo in Ucraina: «Nelle decisioni sul voto, è essenziale prendere in considerazione il contesto nel quale le imprese esercitano le loro attività».
BlackRock: «Richieste alle aziende sul clima troppo ambiziose e vincolanti»
Così, ad esempio, è molto difficile ipotizzare che possano essere sostenute risoluzioni che chiedono di non finanziare più gruppi che sfruttano a vario titolo fonti d’energia di origine fossile. Il risultato rischia di essere un passo indietro rispetto agli avanzamenti(timidissimi e sostanzialmente verbali) degli anni scorsi. Nel frattempo si chiuderà la stagione 2022 delle assemblee generali. E presto saranno passati sette anni dall’approvazione dell’Accordo di Parigi sul clima.
Questo articolo è stato pubblicato in 9 anni – storie e approfondimenti sulla crisi climatica, la newsletter che Valori.it invia ogni venerdì. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter e seleziona “Ambiente” tra i tuoi interessi.