«La City di Londra diventerà verde». Davvero?

Il governo di Londra ha annunciato la carbon neutrality della propria piazza finanziaria entro il 2050. Ma sono molte le perplessità

© Alexey_Fedoren/iStockPhoto

Il Regno Unito ha annunciato un piano per azzerare le emissioni nette di CO2 della City di Londra, la piazza finanziaria inglese. L’annuncio è stato diffuso mentre è in pieno svolgimento la ventiseiesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop26 di Glasgow. Ospitata proprio dal governo britannico.

L’idea è di effettuare un giro di vite sugli standard climatici richiesti agli istituti finanziari e alle imprese quotate in Borsa. Imponendo in particolare la pubblicazione di piani dettagliati per la transizione ecologica. «Il cammino verso la carbon neutrality è urgente e il settore finanziario è in grado di consacrarvi migliaia di miliardi di dollari», ha commentato il segretario di Stato al Tesoro John Glen.

Inoltre, un gruppo di lavoro sarà chiamato ad individuare nuovi metodi di valutazione del comportamento delle aziende. Ciò al fine di lottare contro le pratiche di greenwashing. Tale gruppo sarà composto da manager, docenti universitari, rappresentanti degli organismi di controllo e di organizzazioni della società civile, secondo quanto indicato dal ministero delle Finanze di Londra.

La City diventerà green? La perplessità delle associazioni ambientaliste

La reazione delle organizzazioni non governative ambientaliste, tuttavia, non è stata positiva. Da una parte Tommy Vickerstaff, di 350.org, ha ricordato che la City è «lontana dal rappresentare il centro mondiale della finanza verde. Il Regno Unito ha la responsabilità di impedire alle proprie banche di generare profitti sulla distruzione. E di imporre una canalizzazione dei flussi di denaro verso reali soluzioni».

Ancor più negativa Rebecca Newsom, di Greenpeace, secondo la quale le nuove regole annunciate da Londra «sembrano lasciare un grande margine di manovra agli istituti finanziari affinché perpetuino il business as usual». D’altra parte, uno studio della stessa Greenpeace e del WWF, pubblicato nello scorso mese di maggio, indicava che le emissioni di CO2 finanziate a vario titolo dalle banche britanniche rappresentano quasi il doppio di quelle disperse nell’atmosfera ogni anno dall’interno Regno Unito.


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