Per uscire dalla crisi è necessaria l’elettrificazione dell’Europa

Lo spiega un rapporto del think tank danese Concito, secondo cui l’elettrificazione è indispensabile per la sopravvivenza dell'Unione

© maki_shmaki/iStockPhoto

I soviet più l’elettrificazione faranno il comunismo, sosteneva un secolo fa il buon Lenin. L’elettrificazione europea è l’unico modo per uscire dalle crisi economiche e climatiche di cui soffre il Pianeta, rilancia oggi Concito. Il think tank danese, approfittando della riunione di inizio settembre a Copenaghen tra i ministri dell’Ambiente e dell’elettricità dell’Unione europea, ha stilato un lungo e comprensivo report nel quale si mettono in luce i vantaggi politici ed economici dell’elettrificazione nel Vecchio Continente. E anche la sua urgenza. Al di là di ogni strategia attendista leniniana abituata a ragionare sul lungo periodo, oggi – con la catastrofe climatica alle porte – non c’è tempo da perdere.

«La prosperità politica ed economica dell’Unione europea si è basata su un accesso privilegiato alla sicurezza americana a basso costo, all’energia russa a basso costo e ai beni cinesi a basso costo. Nonché su un ordine globale basato su regole con poche o nessuna barriera al commercio internazionale», scrive infatti il report di Concito. «Tutte queste virtù stanno diminuendo, mentre i cambiamenti climatici stanno accelerando. La competitività dell’Unione europea è in difficoltà e il costo della vita è una delle questioni più importanti». E prima di fornire tutta una serie di raccomandazioni e idee concrete per il prossimo Piano d’azione per l’elettrificazione, e per il più ampio quadro politico per il 2040, ricorda: «L’elettrificazione europea è una decisione che non lascia spazio a rimpianti. Perché il costo dell’azione è inferiore a quello dell’inazione».

I vantaggi dell’elettrificazione europea

Ecco quindi alcuni numeri, tra quelli pubblicati nel report. L’Unione europea importa il 98% del suo petrolio e del suo gas. Mentre al contempo gli alti prezzi dell’energia danneggiano la sua competitività. Dal 2008 l’Europa ha speso 317 miliardi di euro all’anno per importare combustibili fossili. Si tratta di tre volte la spesa per la difesa degli Stati membri nello stesso periodo. Raddoppiando l’elettrificazione, come previsto dalla Commissione europea nella sua valutazione d’impatto 2040, si possono dimezzare i costi di importazione con un risparmio di 160 miliardi di euro all’anno. Quest’ultimo supera di gran lunga gli investimenti annuali aggiuntivi richiesti per le reti (+60 miliardi di euro). E quelli per le energie rinnovabili (+40 miliardi di euro).

E non è finita qui. I risparmi infatti sono destinati a aumentare ulteriormente se l’Europa riuscirà a integrare il suo mercato elettrico. Oltre a migliorare la flessibilità del sistema attraverso investimenti e l’integrazione di batterie su larga scala. Ecco perché, trainati dall’elettrificazione europea, i costi complessivi del sistema energetico in percentuale del Pil sono destinati a diminuire significativamente prima del 2040. Inoltre, da un punto di vista politico, l’elettrificazione può colmare il divario tra gli Stati membri. E può contribuire a una giusta transizione, creando milioni di posti di lavoro locali qualificati in tutto il Continente.

Le proposte del think tank Concito a breve e lungo termine

«Raggiungere l’obiettivo climatico del 2040 richiede un’elettrificazione rapida, profonda e strutturale», continua Concito. «Per promuovere questo cambiamento storico, la Commissione europea dovrebbe proporre e promuovere politiche che accelerino l’elettrificazione nei settori più importanti. Decarbonizzando al contempo l’approvvigionamento elettrico dell’Unione europea». Le proposte che il think tank danese rivolge ai singoli Paesi si dividono quindi in due fasi, una a breve e una a lungo termine. Nella prima fase gli Stati membri devono attuare correttamente la legislazione europea in materia di clima ed energia. Oltre a adeguare gli aiuti di Stato e le tasse/imposte per le famiglie e le industrie per incentivare l’elettrificazione. Mentre a lungo termine devono investire in reti, accumulo di energia, efficienza energetica ed energie rinnovabili.

Allo stesso mondo all’Unione europea è richiesto di applicare e salvaguardare la sua legislazione in materia di clima ed energia. E di avviare procedure di infrazione in caso di gravi mancanze nella loro attuazione. Si chiede inoltre di allargare le mansioni e di impegnare maggiormente sul tema anche la Banca europea per gli investimenti, il Fondo per l’innovazione sull’elettrificazione e il Fondo sociale per il clima. Dando priorità all’elettrificazione – a partire dal riscaldamento, dai trasporti e dall’industria – si riuscirebbe quindi a ridurre le emissioni in modo rapido ed efficace. Ma non solo, si potrebbero anche rafforzare l’indipendenza e la sicurezza europea. E migliorare la competitività e la coesione sociale riducendo al contempo i costi per le industrie e le famiglie. Forse, anche in questo, Lenin ci aveva visto lungo.

Nessun commento finora.

Lascia il tuo commento.

Effettua il login, o crea un nuovo account per commentare.

Login Non hai un account? Registrati