EUDR a rischio: emendamenti minacciano la lotta al legno da conflitto

Emendamenti all’EUDR minacciano l’efficacia del divieto UE sul legno russo e bielorusso, rischiando di favorire importazioni illegali e aumentare la deforestazione

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A metà del 2022, in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, l’Unione europea ha imposto sanzioni sui prodotti del legno provenienti da Russia e Bielorussia. Queste sanzioni riflettono l’importanza del settore forestale per le economie russa e bielorussa. E il fatto che l’esercito russo tragga profitti diretti dalla vendita di legname. L’industria forestale russa è inoltre legata a oligarchi con stretti rapporti con il Cremlino – alcuni dei quali già sanzionati dall’UE.

Nel gennaio 2025, l’inchiesta Blood-stained birch di Earthsight ha rivelato che l’UE aveva importato oltre 1,5 miliardi di euro di compensato di betulla russo e bielorusso illegale dall’entrata in vigore delle sanzioni. L’equivalente di venti container di compensato di betulla che ogni giorno sbarcavano nei porti europei. Ciò in violazione sia delle sanzioni che del Regolamento UE sul legno (EUTR), che vieta l’importazione di qualsiasi legname illegale.

Le importazioni di compensato “da conflitto” sono proseguite anche dopo gli ultimi calcoli di Earthsight, basati su dati fino all’ottobre 2024. Nuove analisi mostrano che tra novembre 2024 e aprile 2025, l’Unione europea ne ha importati per un ulteriore valore di 273 milioni di euro.

Come gli emendamenti EUDR rischiano di svuotare le sanzioni

L’inchiesta di gennaio ha avuto un’ampia copertura mediatica. E ha spinto Commissione e Parlamento europeo a rispondere chiedendo, a marzo, un rafforzamento dell’applicazione delle sanzioni e un’estensione delle misure sul legno. La loro posizione ha riaffermato il sostegno cruciale all’Ucraina in un clima geopolitico turbolento.

Poi, a maggio, è emersa una minaccia interna. Un gruppo di ministri dell’Agricoltura degli Stati membri ha presentato una proposta che invocava una “semplificazione sostanziale” del Regolamento UE sulla deforestazione (EUDR). Una lettera successiva, promossa dal Lussemburgo, ha raccolto l’appoggio di altri ministri dell’Agricoltura, con il nuovo governo tedesco che l’ha resa una priorità. Queste proposte rappresentano l’ennesimo tentativo, da parte di un gruppo di politici europei, di rinviare e indebolire questo successore – molto più solido – dell’EUTR.

Le proposte chiedono l’introduzione di una nuova categoria di Paesi produttori a “rischio insignificante” o “senza rischio”. Oltre alle categorie già previste dall’EUDR (basso, standard e alto rischio). Una classificazione “no-risk” verrebbe assegnata ai Paesi con un rischio di deforestazione trascurabile e in cui le leggi nazionali già limitano deforestazione e degrado forestale.

Gli emendamenti EUDR e la proposta del “no-risk”

Sebbene possa sembrare un suggerimento relativamente innocuo, non lo è affatto. Le imprese sarebbero esentate dall’obbligo di fornire i dati di geolocalizzazione – uno dei pilastri fondamentali dell’EUDR – per le merci provenienti dai nuovi Paesi “no-risk”. Le autorità nazionali incaricate dell’applicazione non sarebbero tenute a controllare tali merci. La proposta dei ministri dell’Agricoltura prevede inoltre l’eliminazione dell’attuale requisito dell’EUDR che obbliga le autorità a effettuare un numero minimo di controlli per individuare merci illegali o contaminate da deforestazione provenienti dai Paesi “no-risk”.

Il 9 luglio, anche il Parlamento europeo ha votato una risoluzione non vincolante che chiedeva alla Commissione di annullare l’attuale sistema di classificazione dei Paesi e introdurre una categoria “no-risk”. Tuttavia, chi ha sostenuto questa risoluzione potrebbe non aver compreso le conseguenze più ampie che una simile categoria comporterebbe inevitabilmente.

Le analisi di Earthsight, basate su indagini approfondite sul commercio illegale di legno, dimostrano che se la Commissione europea introducesse una categoria “no-risk” nella legge, non solo aprirebbe la porta a un maggiore afflusso di legname illegale nell’UE, ma ostacolerebbe anche l’attuazione delle sanzioni contro il legname russo e bielorusso.

EUDR: lo strumento chiave contro deforestazione e legno illegale

Destinato a entrare in vigore a partire dalla fine di dicembre 2025, l’EUDR rappresenta finora lo sforzo più significativo dell’UE per porre fine alla sua complicità nei livelli vertiginosi di distruzione forestale e nelle correlate violazioni dei diritti umani. Lo fa regolando il commercio di legname, olio di palma, soia, carne bovina e altri prodotti che alimentano questa distruzione. La legge contribuirebbe anche in maniera decisiva a ridurre le importazioni europee di compensato da conflitto proveniente da Russia e Bielorussia.

Ecco perché il tentativo più recente di svuotare l’EUDR potrebbe compromettere l’applicazione da parte dell’UE delle sue stesse sanzioni sulle importazioni di legname russo e bielorusso.

Videochiamata sotto copertura con la rappresentante commerciale della società russa Murashinsky, Ekaterina, entusiasta di spiegarci come importare merci in violazione delle sanzioni attraverso la Cina © Earthsight
Videochiamata sotto copertura con la rappresentante commerciale della società russa Murashinsky, Ekaterina, entusiasta di spiegarci come importare merci in violazione delle sanzioni attraverso la Cina © Earthsight

Il riciclaggio del legno russo attraverso Paesi terzi

L’indagine sotto copertura di Earthsight è durata nove mesi e ha mostrato che l’unico modo con cui il legno russo riesce ancora a entrare nell’UE dopo l’entrata in vigore delle sanzioni è attraverso Paesi terzi – in particolare Turchia, Georgia, Kazakistan e Cina. Reimballate e rietichettate dai riciclatori in questi Paesi terzi e accompagnate da certificati di origine falsamente emessi, le merci vengono spesso spacciate come provenienti da alberi abbattuti in quei Paesi, e non in Russia o Bielorussia.

Tutti questi Paesi terzi hanno bassi tassi di deforestazione. Il che significa che con ogni probabilità sarebbero idonei a ottenere lo status di “no-risk” secondo la nuova proposta. Le autorità degli Stati membri dell’UE non sarebbero tenute a effettuare alcun controllo sulle merci provenienti da tali Paesi. Così, sebbene Russia e Bielorussia siano state designate come Paesi “ad alto rischio”, l’introduzione di una nuova categoria “no-risk” potrebbe garantire un facile accesso a merci provenienti da Paesi notoriamente coinvolti nel riciclaggio del loro legname.

Oltre ad aggirare la normativa europea, queste importazioni illegali rappresentano anche una minaccia per l’industria del legno dell’UE. Stanno infatti mettendo fuori mercato i produttori europei di compensato – che da tempo mettono in guardia dall’afflusso di legname soggetto a sanzioni – e altri operatori europei del settore che, dopo l’invasione dell’Ucraina, hanno compiuto sforzi significativi per modificare le proprie catene di approvvigionamento.

legname
© Earthsight

Perché la proposta “no-risk” indebolisce le sanzioni UE

Il rapporto di Earthsight chiedeva che le autorità competenti per le sanzioni collaborassero strettamente con quelle responsabili dell’EUTR. Alcune recenti azioni per applicare le sanzioni sul legno russo sono state intraprese proprio con l’aiuto di queste autorità. Questa cooperazione tra i due livelli sarà ancora più importante per eliminare le importazioni di legno russo quando entrerà in vigore l’EUDR.

Le sanzioni vietano infatti l’importazione di prodotti in legno da Russia e Bielorussia solo se i prodotti finiti sono realizzati in Russia o Bielorussia. Non coprono invece i prodotti in legno realizzati in un Paese terzo (come la Cina) utilizzando legname russo o bielorusso. Questa lacuna consente agli oligarchi russi di continuare a trarre profitto dalle vendite nell’UE. Permette inoltre alle aziende di eludere le sanzioni acquistando in Europa compensato russo tramite un Paese terzo e fingendo che sia stato lavorato lì. Anche quando è stato interamente prodotto in Russia.

Qui entra in gioco l’EUTR: esso vieta l’importazione di qualsiasi legno da Russia o Bielorussia se esiste il rischio che sia stato raccolto illegalmente. Le autorità nazionali degli Stati membri hanno stabilito che tutto il legno russo e bielorusso deve essere considerato a rischio di illegalità. Il compensato contenente materia prima russa è illegale secondo l’EUTR anche se lavorato in Cina o in Kazakistan.

EUDR e sanzioni: la geolocalizzazione come strumento di controllo

L’EUDR, che sostituirà l’EUTR, sarà una normativa più rigorosa. Imporrà che tutte le spedizioni di legno siano accompagnate da dati di geolocalizzazione che indichino dove il legno è stato tagliato, da presentare prima dell’ingresso della spedizione nell’UE.

Grazie alle informazioni di geolocalizzazione, le autorità incaricate dell’applicazione dell’EUDR e quelle delle sanzioni potrebbero verificare la plausibilità della produzione di legname in una determinata area. Valutando se le quantità importate potrebbero realisticamente provenire da una foresta dichiarata. I riciclatori di legname, compresi quelli indagati da Earthsight, utilizzano spesso dati falsi sulla località di taglio. O presentano permessi di abbattimento falsificati per coprire le importazioni di legno russo. Il rapporto ha documentato persino casi di Paesi con pochissime foreste di betulla che esportavano enormi quantità di compensato di betulla riciclato verso l’UE. L’obbligo di geolocalizzazione rende molto più difficile sostenere queste false dichiarazioni di taglio. Una volta noti i dati di geolocalizzazione, le stesse autorità potrebbero anche utilizzare tecnologie emergenti, come i test isotopici, per smascherare i riciclatori di legname.

Senza geolocalizzazione l’EUDR perde efficacia

Sebbene le autorità degli Stati membri possano già chiedere agli importatori i dati di geolocalizzazione caso per caso nell’ambito dell’EUTR, l’EUDR rende tale obbligo generalizzato. Aumentando così la loro capacità di individuare e perseguire chi viola le sanzioni.

Con la nuova proposta, le aziende che acquistano legno da conflitto proveniente da Paesi “no-risk” sarebbero esentate dall’obbligo di geolocalizzazione. Nella migliore delle ipotesi, ciò significherebbe che le autorità incaricate dell’applicazione dovrebbero richiedere queste informazioni caso per caso, in presenza di sospetti, come avviene oggi. Eliminando così uno dei principali vantaggi dell’EUDR. Ma la proposta “no-risk” potrebbe avere conseguenze ancora peggiori. Ad esempio, potrebbe essere formulata in modo da vietare alle autorità nazionali di richiedere qualsiasi dato di geolocalizzazione per le merci provenienti da Paesi “no-risk”. Minando in modo molto più grave l’applicazione delle sanzioni.

I riciclatori in Kazakistan e Cina si rifiutano di rivelare i veri luoghi di raccolta o offrono l’uso di località di raccolta false per conformarsi all’EUTR. Ciò al fine di mascherare le importazioni illegali di legno russo © Earthsight

Paesi “no-risk”: i veri ingressi del legno russo in Europa

Tra i dieci principali importatori di compensato di betulla degli ultimi mesi, otto sono Stati membri che hanno sostenuto la richiesta di introdurre una categoria “no-risk”. Si tratta di Bulgaria (dove Earthsight ha collegato le importazioni russe vietate al più grande produttore di pareti da arrampicata al mondo), Croazia (emersa nel 2025 come importante importatore di compensato di betulla probabilmente illegale), Cechia, Estonia, Italia, Polonia, Portogallo e Slovenia.

importazione illegale legname
© Earthsight • Fonte: Basato sul totale delle importazioni dichiarate di compensato di betulla (per codice HS 44123310 secondo Eurostat), al netto delle importazioni mensili “di base” precedenti al conflitto (gennaio 2022), presumibilmente costituite da produzione interna legale. Le cifre in peso sono state convertite in volume (metri cubi) sulla base delle densità medie tipiche, quindi convertite in valore al dettaglio in base a un recente esempio di prezzo al dettaglio.
La mancanza di un aumento della capacità produttiva interna nei Paesi di riciclaggio, l’analisi delle loro esportazioni totali e le numerose prove aneddotiche supportano l’ipotesi che tutte le esportazioni eccedenti le quantità precedenti al conflitto consistano in merci russe riciclate.
Importazioni registrate anche in Lituania, Lettonia, Paesi Bassi, Ungheria, Finlandia, Cipro, Belgio, Irlanda e Austria.

Nel complesso, questo gruppo rappresenta oltre il 67% di tutte le importazioni di legno da conflitto nell’UE, per un valore totale di 1,27 miliardi di euro. Parlando con gli investigatori sotto copertura di Earthsight, diversi produttori russi e aziende dei Paesi coinvolti nel riciclaggio del legno russo hanno ammesso di avere clienti in alcuni di questi Paesi europei o di utilizzarli come punti di ingresso per le loro merci nell’UE.

A Chinese launderer of Russian wood to the EU names Bulgaria and Romania as possible EU entry points © Earthsight

Le contraddizioni dei politici UE sul legno da conflitto

Responsabili politici di diversi Paesi e di vari schieramenti hanno sostenuto lettere aperte e risoluzioni parlamentari che chiedono un rafforzamento o un’estensione delle sanzioni UE contro il legno russo e bielorusso. Hanno invocato pene severe per chi facilita o ripulisce il commercio che alimenta la guerra. Il loro sostegno è cruciale e i loro interventi sono arrivati in momenti decisivi. Tuttavia, se la proposta del “no-risk” dovesse passare, ostacolerebbe proprio quelle azioni più incisive contro il legno da conflitto che gli stessi politici hanno richiesto.

La proposta del “no-risk” è un ostacolo alla corretta applicazione del divieto dell’UE sulle importazioni di legno russo e bielorusso. La Commissione europea deve respingere categoricamente questo ennesimo attacco contro l’EUDR.


Questo articolo è stato pubblicato in inglese da Earthsight e tradotto in italiano dalla redazione di Valori.it

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