La Fifa è ovunque, la Fifa è già a Parigi

Pur essendo stati bocciati gli emendamenti della finanziaria a favore del suo trasferimento a Parigi, la Fifa è già nella capitale francese

© Meizhi Lang/Unsplash

È miseramente fallito il progetto di riportare la Fifa (la Federcalcio mondiale) a Parigi, a lungo covato dal presidente Emmanuel Macron. Dopo anni di tentativi, più sotto che sopra il banco, il governo aveva inserito una serie di emendamenti nella legge finanziaria per il 2024. Approfittando del fatto che con Parigi 2024 le Olimpiadi sarebbero tornate per la terza volta nella capitale. A distanza di cento anni dall’ultima. Ma la Corte costituzionale francese ha bocciato gli emendamenti, che prevedevano tutta una serie di favori e sgravi fiscali alle federazioni sportive internazionali. Perché «non rispettano il principio di uguaglianza». Principio che, va detto, la Fifa non rispetta a prescindere. Ovunque sia la sua sede.

Il pacchetto proposto da Macron prevedeva una serie di misure quali l’esenzione dalle imposte sulle società e dalle imposte sulla proprietà per le federazioni. Un contributo sul valore aggiunto delle imprese. E, come se non bastasse, i dipendenti di queste strutture avrebbero potuto non pagare l’imposta sul reddito per cinque anni, avendo però diritto a una pensione d’oro. Il motivo ufficiale era un romantico ritorno al passato. Prima di trasferirsi a Zurigo nel 1932, la Fédération Internationale de Football Association era infatti nata nel 1904 proprio a Parigi. I motivi veri sono ovviamente altri.

Nel 2023, a chiusura del suo bilancio quadriennale 2019-2022 che si conclude, come sempre, con l’anno dei Mondiali, la Fifa ha dichiarato ricavi per 7,6 miliardi di dollari. Di questi ben 5,7 arrivano proprio dall’anno del tragico Mondiale di Qatar 2022 tra diritti tv (2,9) ricavi commerciali (1,4). Alla fine del quadriennio, gli utili complessivi sono stati di 2 miliardi di dollari. E le stime per il prossimo quadriennio, che si concluderà dopo i Mondiali di Usa, Canada e Messico 2026, sono di raddoppiare ricavi e utili. Mica male per una società come la Fifa che, per statuto, dovrebbe essere senza fine di lucro. Questo è il primo motivo per cui a Parigi farebbe piacere ospitare la Fifa. Anche se, in qualche modo, già lo fa.

Dal 2021 infatti, la Fifa presieduta da Gianni Infantino ha trasferito diversi uffici e parte del suo personale dal palazzo di vetro di Zurigo al monumentale complesso dell’Hôtel de la Marine. In Place de la Concorde, pieno centro di Parigi. Il restauro e la riapertura del magnifico palazzo storico sono avvenuti grazie ai soldi della Qatar Investment Authority, fondo sovrano del Qatar. E non a caso nella struttura «si possono ammirare i tesori della collezione dello sceicco Hamad Bin Abdullah Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar». Ma non è finita qui. Sempre a Parigi nel 2010 si tenne una cena all’Eliseo cui parteciparono l’allora presidente Sarkozy, l’allora presidente della Uefa e vicepresidente della Fifa Platini e l’allora erede al trono del Qatar Al Thani.

In quella cena si diede il via libera alla Qatar Investment Authority per l’acquisto del Paris Saint-Germain, in cambio di tutta una serie di investimenti del Qatar in Francia e… dell’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2022 allo stesso Qatar. Da quella cena parte infatti l’inchiesta delle magistrature svizzere e francesi, nonché del Fbi (sì, proprio loro), che ha portato all’arresto, alla condanna e alla radiazione dei massimi dirigenti della Fifa di allora. Tra cui gli stessi Blatter e Platini. Da quell’inchiesta è uscito pulito e profumato Gianni Infantino, ex delfino di Platini e Blatter diventato poi a sua volta presidente della Uefa e poi della Fifa. Infantino che è stato il deus ex machina di Qatar 2022 e che due anni fa ha preso la cittadinanza proprio nell’emirato. Tutto torna. La Fifa, a suo modo, è già a Parigi.