Previdenza, assicurazioni, fondazioni bancarie: i criteri Esg sempre più presenti

Fondazioni bancarie, istituti previdenziali e assicurativi: la finanza Esg è vantaggiosa, spiega il Forum per la Finanza Sostenibile

Il Forum per la Finanza Sostenibile indaga sull'adozione dei criteri Esg da parte degli investitori istituzionali © Natee Meepian/iStockphoto

In Italia la finanza sostenibile non è più una nicchia. Quasi la totalità delle Fondazioni di origine bancaria effettua investimenti sostenibili e la maggior parte ha intenzione di incrementarli. Anche tra gli investitori previdenziali sta aumentando la quota di piani che includono i criteri ambientali, sociali e di governance (Esg) nelle scelte di investimento. Buone notizie anche dal settore assicurativo, da cui si scopre che la quasi totalità del campione preso in esame presidia i temi Esg. E la pressoché totalità dello stesso ha introdotto programmi di formazione rivolti a tutto il personale.

È quanto emerge da tre indagini condotte tra gli operatori del settore dal Forum per la Finanza Sostenibile, di cui è socia Etica Sgr. Si tratta di un’associazione non profit nata con l’obiettivo di incoraggiare l’inclusione dei criteri Esg nei prodotti e nei processi finanziari. Per questo ha indetto le “Settimane Sri” in cui si cerca di dimostrare come l’investimento sostenibile e responsabile (Sri) possa creare valore per l’investitore, e per la società nel suo complesso, attraverso una strategia orientata al medio-lungo periodo. Una modalità che, nella valutazione di imprese e istituzioni, integra i parametri ambientali, sociali e di governance (Esg). A conclusione della tredicesima edizione delle settimane Sri, il Forum della Finanza Sostenibile presenta quindi queste tre nuove ricerche e il paper “La finanza sostenibile oltre i pregiudizi 2.0”, la cui seconda edizione mira a sfatare i falsi miti contrari agli investimenti Esg.

Gli investimenti sostenibili delle Fondazioni di origine bancaria

Questa ricerca è stata avviata nel 2020 dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Acri (Associazione delle Fondazioni e delle Casse di Risparmio Spa) e MondoInstitutional. Come per le precedenti, anche per la quinta edizione del 2024 l’obiettivo è quello di monitorare l’inclusione dei temi di sostenibilità nelle politiche di investimento e nei processi di gestione patrimoniale delle Fondazioni. Soggetti per natura particolarmente attenti a questi aspetti nell’attività istituzionale di erogazione di fondi. Nell’edizione 2024 aumentano le Fondazioni rispondenti, che passano da 38 a 39, e anche gli enti che dichiarano di effettuare investimenti sostenibili, in crescita da 29 a 31.

La novità di questa edizione è stata il focus sul tema dei rischi e degli impatti Esg. Il 64% delle rispondenti attive in ambito Sri ha affermato di tenere in conto i rischi Esg negli investimenti sostenibili. E il 19% prevede di farlo in futuro. Si conferma quindi il ruolo fondamentale che le Fondazioni ricoprono per la tutela dell’ambiente, in quanto i rischi Esg più citati sono quelli ambientali, legati ai cambiamenti climatici e all’inquinamento. Per quanto riguarda invece gli impatti delle attività investite sugli aspetti di sostenibilità, la metà (51%) delle Fondazioni attive in ambito SRI dichiara di prenderli in considerazione. Un altro dato incoraggiante che merita di essere sottolineato riguarda le prospettive future: nessun ente che già include i criteri Esg prevede di diminuire la quota di investimenti sostenibili. E l’84% delle Fondazioni attive in ambito SRI ha in programma di incrementarli.

Gli investimenti sostenibili del settore previdenziale e assicurativo

Il Forum per la Finanza Sostenibile ha quindi presentato la decima edizione della ricerca “Gli investimenti sostenibili degli investitori previdenziali italiani“, condotta in collaborazione con Mefop e MondoInstitutional. Da questa si evince come nel 2024 sia aumentata la quota di piani che includono i criteri Esg nelle scelte di investimento. Questi piani degli investitori previdenziali sono infatti passati da 76 nel 2023 a 79 di quest’anno. Passano invece da 48 a 53 i rispondenti che estendono gli investimenti sostenibili alla quasi totalità del patrimonio in gestione (tra il 75% e il 100%). Ulteriori progressi riguardano l’aumento dei piani che dichiarano di prendere in considerazione l’obiettivo net-zero nella politica di investimento (da 16 a 19). E dei rispondenti che misurano l’impronta carbonica del portafoglio di investimento (da 41 a 43).

Poi ha pubblicato insieme a Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) la ricerca “La sostenibilità nel settore assicurativo italiano“. Da questa si evince come la quasi totalità del campione (96%) presidia i temi Esg attraverso l’istituzione di comitati e/o funzioni specifiche dedicati alla sostenibilità. E la pressoché totalità (98%) ha introdotto programmi di formazione rivolti a tutto il personale. L’indagine mostra anche che la pressoché totalità del campione (99,7%) include i criteri Esg nelle proprie politiche di investimento applicandoli a una quota rilevante dell’intero portafoglio. Mentre il 60% del campione (in forte crescita rispetto alle precedenti edizioni) li include nelle politiche di sottoscrizione, attraverso l’offerta di prodotti assicurativi danni o vita diversi dai prodotti di investimento che tengono in considerazione fattori ambientali, sociali e/o di buona governance.

La finanza sostenibile oltre i pregiudizi e i falsi miti

Infine, sempre a cura del Forum per la Finanza Sostenibile, ecco il paper “La finanza sostenibile oltre i pregiudizi 2.0“. Il Forum, insieme ad altri soci, si propone tramite di esaminare alcuni dei principali argomenti sollevati a riguardo, offrendo un’analisi basata sul quadro di riferimento europeo per sfatare tali critiche e mettere in evidenza i benefici concreti offerti dalla finanza sostenibile. Attraverso argomentazioni basate su prove tecniche e scientifiche, il Forum mira quindi a ribadire l’importanza della finanza sostenibile come motore del progresso economico, sociale e ambientale.

Il paper, sulla falsariga di quello dello scorso anno, risponde a dieci falsi miti, spesso diffusi da fonti basate su opinioni ideologiche e politiche o condizionate da lobby. Un’analisi chiara e puntuale che, pur riconoscendo le questioni ancora aperte, evidenzia che la finanza sostenibile non solo crea valore a lungo termine e riduce i rischi, ma ha anche un impatto positivo su aziende, comunità e il sistema finanziario nel suo insieme. Viene poi proposto un approfondimento sul rischio, in particolare assicurativo, connesso anche al nuovo obbligo per le imprese di stipulare una polizza assicurativa per i rischi catastrofali naturali entro il 31 dicembre 2024. Mentre altri focus riguardano il contenzioso, il greenwashing e la trasparenza.