L’Indice globale della fame 2021 (o GHI, Global Hunger Index) è appena uscito e riporta un’analisi preoccupata dei dati. Curato dall’organizzazione umanitaria Cesvi per la sua edizione italiana, il documento ricorda che la trasformazione dei sistemi alimentari è necessaria per contrastare gli effetti dei conflitti e dei cambiamenti climatici e, simultaneamente, garantire la sicurezza alimentare e nutrizionale.
D’altra parte, ha sottolineato la presidente di Fondazione Cesvi Gloria Zavatta, «La lotta alla fame è pericolosamente fuori strada. È urgente spezzare il circolo vizioso con cui fame e conflitto si alimentano l’un l’altro. Senza pace difficilmente potremo eliminare la fame nel mondo. Senza sicurezza alimentare non potrà esserci pace duratura. Allo stesso modo è necessario intervenire sulle conseguenze drammatiche della pandemia e sugli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Senza perdere l’obiettivo sulle cause profonde, a cominciare da povertà, disuguaglianze e sistemi alimentari insostenibili».
Invertire la rotta si può. tuttavia, sostiene Cesvi. Anche in un ambiente globale ostile è possibile rompere i legami tra conflitto e fame e sfruttare a pieno il potenziale dei sistemi alimentari per far progredire la pace. Allo stesso tempo è indispensabile affrontare i conflitti a livello politico e implementare il diritto umanitario internazionale sanzionando chi vìola il diritto umano al cibo, per esempio ricorrendo alla fame come arma di guerra o inibendo l’accesso degli aiuti umanitari.
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