GameStop, ma il gioco non si ferma

C'è grossa crisi, la rubrica di Andrea Baranes che vi spiega perché dovete interessarvi di finanza. Prima che la finanza si interessi di voi

La notizia ha fatto il giro del mondo. Alcuni hedge fund (fondi d’investimento speculativi) hanno deciso di scommettere sul crollo delle azioni di GameStop, impresa specializzata nella distribuzione di videogiochi, tramite le vendite allo scoperto. Si vende una cosa che non si ha per poi estrarre profitti dalla diminuzione del suo prezzo.

Una pratica a dir poco controversa ma che rappresenta il pane quotidiano per molti fondi speculativi. Il problema è che questa volta hanno perso al loro stesso gioco. Piccoli risparmiatori riuniti su una piattaforma digitale, Reddit, hanno deciso di comprare azioni di GameStop per farne salire il prezzo. E ci sono riusciti. Per alcuni degli hedge fund che avevano scommesso in direzione opposta le perdite si sono misurate in miliardi di dollari.

In molti si sono affrettati a scrivere di una giusta punizione per gli speculatori, di “Davide contro Golia”, addirittura di una sconfitta per il capitalismo finanziario. Ma la realtà è probabilmente più complessa.

Se è possibile che in una prima fase gli utenti di Reddit siano stati spinti da motivazioni ideali, sembra che nel seguito alcuni grandi fondi, fiutando il vento, si siano accodati spostando l’ago della bilancia. È il classico meccanismo della bolla finanziaria. Più investitori comprano più il prezzo sale, più il prezzo sale più investitori comprano, in una spirale che si autoalimenta e che porta a un aumento spropositato del valore delle azioni.

Il succo quindi è che a fronte di una scommessa ribassista di alcuni hedge fund ha vinto una scommessa rialzista di altri investitori. Certo, il fatto che da un lato ci fossero gli squali e dall’altro, almeno in parte, persone comuni, rende la cosa molto affascinante. Ma non si è andati contro alcuni meccanismi della finanza speculativa, anzi, li si è seguiti pedissequamente.

Tant’è che sembra che gli stessi utenti siano ora passati ai metalli preziosi, sempre con l’idea di acquistare in massa per farne salire artificiosamente il prezzo, mentre quello delle azioni di Gamestop sta scendendo rapidamente. Il che confermerebbe l’idea della bolla: guadagno a breve su un titolo e fuga prima del crollo per passare all’incasso e lanciarsi nella scommessa successiva. La presunta spinta ideale di correre in soccorso di un’impresa sotto attacco è per lo meno passata in secondo piano, se mai c’è stata.

In altre parole, quello a cui assistiamo non è che l’ennesimo caso di una finanza completamente scollegata dall’economia di cui dovrebbe essere al servizio. In questo contesto alcuni hedge fund potranno anche perdere una scommessa, ma nell’insieme è chiaro chi vince e chi perde. Se il 2020 è stato un anno nefasto per l’economia, con il PIL in picchiata in quasi tutto il mondo, è stato l’anno migliore dell’ultima decade in termini di profitti realizzati dai principali hedge fund.

Più in generale, dall’inizio della pandemia i lavoratori, anzi soprattutto le lavoratrici assieme ai giovani meno tutelati, si sono impoveriti di qualcosa come 3,7 trilioni di dollari, mentre i miliardari si sono arricchiti di 3,9 trilioni. Un travaso di ricchezza tanto evidente quanto inaccettabile.

Finché non ne rimetteremo in discussione i meccanismi, potrà anche avvenire che i soliti noti perdano un giro, ma la finanza rimarrà decisamente più simile a un casinò che non a uno strumento per indirizzare i capitali dove servono. Anche se tendiamo a scordarcene, è a questo che dovrebbe servire. La speranza è che la storia di Gamestop possa avere reso ancora più evidente quanto ne siamo lontani.