Vendita allo scoperto

Vendita allo scoperto

La vendita allo scoperto è un'operazione finanziaria che consiste nella vendita di titoli non direttamente posseduti dal venditore.

La vendita allo scoperto – short selling in inglese – è una pratica finanziaria speculativa consiste nel vendere un asset di cui non si è in possesso (di norma per farlo vengono presi in prestito, a fronte del pagamento di un interesse), ma che si punta a comprare a termine, immaginando di poterlo fare ad un prezzo più basso rispetto a quello a cui si è venduto. Di solito l’asset ceduto è un titolo (un’azione, ad esempio), ma può essere anche una valuta (rubli o dollari) o una materia prima (un metallo prezioso, ad esempio).

In termini pratici, se il valore dell’asset scende dopo la vendita allo scoperto, il venditore può riacquistarlo in contanti e ottenere un guadagno. Se, al contrario, il valore sale, il venditore si espone ad un rischio di perdita teoricamente illimitato. Concretamente, chi usa questa pratica può farsi prestare un’azione di una società, ad esempio da una banca che la possiede. Immaginiamo che tale azione valga 100 euro. Lo speculatore la rivende subito sul mercato e guadagna, appunto, 100 euro. Se la previsione dell’operatore è corretta, e il prezzo successivamente scende, ad esempio a 80 euro, lo speculatore stesso può comprarlo a tale valore. A quel punto potrà restituire le azioni prestategli dalla banca e intascherà la differenza di 20 euro, al netto degli interessi che dovrà all’istituto di credito per il prestito.

Il venditore allo scoperto possiede quella che in gergo tecnico si definisce una “posizione corta”, poiché orientata appunto sul breve o brevissimo periodo e a fini meramente speculativi.

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