Inferno Tesla: inchiesta shock sugli impatti ambientali della produzione di auto elettriche
La produzione di auto elettriche di Tesla, in Texas ma non solo, sarebbe legata a gravi impatti ambientali e condizioni di lavoro durissime
Un’inchiesta del Wall Street Journal sugli stabilimenti Tesla ha svelato gravi impatti ambientali e condizioni di lavoro infernali. Secondo le rivelazioni di ex dipendenti, nel 2022 lo stabilimento di Austin in Texas avrebbe rilasciato nell’aria sostanze nocive a causa di un guasto non riparato. Le acque reflue di produzione, inoltre, sarebbero state sversate nelle fognature della città.
L’inchiesta del Wall Street Journal sullo stabilimento di Tesla a Austin, in Texas
Il nuovo SUV Model Y era la grande promessa di Elon Musk agli investitori, utile a ripulire la macchia dei deludenti risultati di Tesla in Borsa. La sua produzione, però, ha generato impatti ambientali che mettono in ombra i sogni di gloria del tycoon. Al centro delle polemiche lo stabilimento texano, dove si assembla il SUV. Quella di Austin è una delle più grandi fabbriche automobilistiche al mondo: occupa una superficie di più di 100 ettari.
Stando all’inchiesta, la porta dell’enorme forno di fusione del metallo per la costruzione dei pezzi è stata rotta per mesi. «Non si chiudeva spargendo tossine nell’aria e facendo salire la temperatura dei locali», riferisce il quotidiano statunitense. Gli operai lavoravano in un ambiente infernale, con i pavimenti invasi dal fumo e a temperature che arrivavano fino a 37 o 38 gradi. Le acque di produzione, piene di vernice, oli e altre sostanze chimiche come gli acidi solforico e nitrico, sono state riversate nelle fogne senza alcun trattamento di purificazione. I 24mila metri quadrati del bacino di raccolta delle acque reflue hanno appestato l’ambiente per mesi con l’odore di uova marce. Nella vasca i dipendenti hanno riferito di aver trovato anche un cervo morto. Quelle stesse acque, durante le piogge, sarebbero state scaricate direttamente nel fiume Colorado.
Ma c’è di più. Un ex membro del personale di sicurezza ambientale ha raccontato che Tesla gli avrebbe chiesto di mentire al governo per poter continuare a operare nonostante le violazioni. Stando alle rivelazioni dell’ex dipendente, l’azienda avrebbe raggirato gli ispettori ambientali chiudendo la porta del forno con un sistema provvisorio e diminuendo la quantità di carburante al suo interno per abbassare le temperature durante i controlli.
Gli impatti ambientali della produzione di auto elettriche
Il lato oscuro della promessa di una mobilità “verde” è la solita vecchia storia: una produzione che nuoce all’ambiente, in barba a qualunque normativa. L’inchiesta del Wall Street Journal sostiene che Tesla abbia ignorato a lungo i gravi impatti ambientali che stava generando. Tutto questo pur di evitare i costi dei lavori di adeguamento e incrementare le proprie performance.
Secondo i dati dell’Environmental protection agency (Epa), il problema non sarebbe circoscritto alla fabbrica texana. Anche a Fremont, in California, negli ultimi cinque anni ci sono state 112 segnalazioni di violazione delle regole sull’inquinamento atmosferico da parte dell’EPA. L’unico stabilimento che inquina di più è la raffineria di gas e petrolio di Chevron, a Richmond. Nonostante l’ordinanza di riduzione da parte del Bay Area air quality management district, non ci sarebbe stato alcuno sforzo da parte dell’azienda per risolvere le violazioni. Anzi, le autorità locali fanno sapere che, da quando il provvedimento è stato depositato, l’ente ha emesso altri 75 avvisi.
Per Elon Musk, il bene superiore è il taglio dei costi e delle regole
Tra poche settimane Elon Musk entrerà alla guida del Department of government efficiency (Doge) voluto da Donald Trump. Il timore diffuso è che a quel punto abbia mano libera anche per intervenire direttamente sulle leggi ambientali. Un timore più che giustificato, visto che Musk sostiene la necessità di ridurre di un terzo il bilancio federale, tagliando 2mila miliardi di dollari. Ed è lecito attendersi che le prime teste a saltare siano proprio tra gli organi regolatori.
Le posizioni dell’imprenditore sono note. «Il mondo sta soffrendo un lento soffocamento per l’eccesso di regole», ha recentemente scritto su X. «Ogni anno – ha proseguito – il cappio si stringe un po’ di più. Ora abbiamo finalmente il mandato per cancellare la montagna di regole che non servono il bene superiore». Bene superiore che, appare molto chiaro, sembra non essere la tutela dell’ambiente.