La banca centrale francese lavora a un indicatore di rischio climatico per le imprese

Da quest’anno, la banca centrale francese attribuirà un indicatore di rischio climatico a 500 imprese, con l’obiettivo di arrivare a 300mila

Le imprese sono esposte ai rischi climatici © undefined/iStockphoto

Un indicatore di rischio climatico, cioè un sistema standardizzato che valuti quanto ciascuna impresa sia esposta alle conseguenze della crisi climatica. Ci sta lavorando la Banque de France. Si parte già da quest’anno con un primo test su 500 imprese di grandi e medie dimensioni, ma la tabella di marcia prevede di arrivare a coinvolgerne 300mila, comprese le piccole e medie imprese.

Perché serve un indicatore di rischio climatico

Ma cosa si intende per rischio climatico? Da un lato c’è il rischio fisico: con eventi meteo estremi più intensi e più frequenti, aumentano anche i danni a infrastrutture, raccolti agricoli, edifici e così via. Anche fenomeni più graduali – come l’innalzamento del livello dei mari, la perdita di biodiversità e lo stress idrico – hanno conseguenze molto concrete sulle attività produttive. Dall’altro lato c’è il rischio di transizione.

Ci sono imprese che rischiano di trovarsi in difficoltà per l’adozione di leggi ambientali più rigorose, tecnologie a basse emissioni o, ancora, per il cambiamento nelle abitudini d’acquisto dei loro clienti.

La Banca Centrale Europea ha già iniziato a sottoporre gli istituti di credito agli stress test climatici. I primi risultati, pubblicati nell’estate del 2022, sono tutt’altro che incoraggianti. Ad oggi, le 104 banche analizzate sono ancora molto in ritardo e quindi rischiano perdite dirette per almeno 70 miliardi di euro. Per non parlare di quelle indirette, legate per esempio alle recessioni economiche innescate dalla crisi climatica.

Il progetto della banca centrale francese

La banca centrale francese quindi interviene con una sperimentazione che, stando al governatore François Villeroy de Galhau, «non ha equivalenti ad oggi in Europa». Sulla base dei dati forniti dalle imprese, infatti, redigerà un indicatore di rischio climatico. Il quotidiano transalpino Les Echos fa sapere che tale parametro valuterà sia l’esposizione di ogni azienda ai rischi fisici, sia il suo posizionamento all’interno di un’ideale traiettoria di decarbonizzazione del proprio settore.

Un indicatore utile per le aziende, ma anche per le banche. «Questo indicatore di rischio climatico non confluirà nel rating sul merito creditizio ma sarà aggiunto a esso», precisa a Les Echos Hervé Gonsard, direttore generale dei servizi all’economia e della rete presso la Banque de France. A differenza delle valutazioni offerte dalle agenzie di rating private, inoltre, sarà gratuito. E non verrà reso pubblico.