La cucina senza sprechi di Rucoolaaa

Alessio Cicchini, su Instagram Rucoolaaa, propone ricette per utilizzare tutto ciò che altrimenti diventerebbe spreco e rifiuto

Una ricetta che utilizza le bucce di carota © Rucoolaaa

Secondo l’UN Environment Programme, nel corso del 2021 il 14% del cibo prodotto in tutto il mondo è andato sprecato nel percorso tra la raccolta e la vendita. Il 14% del cibo prodotto non è quindi nemmeno mai arrivato nei negozi, siano essi grandi supermercati o piccole botteghe. Non che il passo successivo sia più incoraggiante: nel percorso tra la vendita e la tavola, il 17% del cibo viene buttato senza essere consumato. In Italia, nel 2013, ogni persona ha sprecato 524 grammi di cibo alla settimana. Soprattutto cibi freschi come verdura e frutta, ma anche pane e tuberi.

I motivi sono noti, non abbiamo bisogno di guardare i risultati di un’indagine per elencarli. Perché anche noi – chiunque di noi – con un piccolo esame di coscienza sa i motivi per cui butta il cibo. Compriamo troppo, conserviamo male, compriamo cose che crediamo di mangiare e che invece rimangono lì, nel frigorifero, a cambiare colore e odore.

Leggere i numeri fa impressione. Come fa impressione pensare che 750 milioni di persone nel mondo oggi soffrono la fame o vivono in condizioni di povertà tali da non poter accedere a un’alimentazione adeguata.

Alessio Cicchini, in arte Rucoolaaa

Ho conosciuto Alessio Cicchini in un noto ristorante vegetariano di Milano. Da circa un anno ho smesso di mangiare carne (con grande facilità) e pesce (con molta più fatica e qualche eccezione) e sono quindi sempre molto curiosa di scoprire ristoranti che propongono una cucina interamente vegetale. 

Quando incontro nuovamente Alessio, è passato un mese, Milano è fredda e sotto una pioggia che promette nevischio. Durante quel mese mi sono letteralmente innamorata del suo progetto al punto da contattarlo e chiedergli di poterne parlare insieme.

Alessio Cicchini 3- CREDITI Federico Ferdinando Ferramola Rucoolaaa
Alessio Cicchini © Federico Ferdinando Ferramola

Alessio ha infatti creato un account Instagram chiamato @Rucoolaaa in cui pubblica video di ricette interamente prodotte con scarti alimentari. Bucce della frutta e della verdura, polpa e semi di zucca, gambi di catalogna e di asparagi, fondi di caffè. Ma anche quelli che lui chiama “cooletti”, le parti finali di radicchio, insalata e di qualsiasi verdura a gambo. L’account è stato creato nel gennaio 2022, due anni fa, e oggi conta più di 90mila followers. 

La passione di Alessio per la cucina (e l’antipatia per gli scarti)

«Dopo anni in cui ho lavorato con il mondo della cucina e della gastronomia facendo il social media manager per un’agenzia che seguiva grossi clienti, ho sentito l’esigenza di avere un progetto solo mio, un progetto in cui dare sfogo alla mia creatività e alle mie idee, senza dover sottostare a regole altrui. Da qui è nata l’idea di diventare un content creator e di farlo parlando di cibo vegetale e di sostenibilità, ma in modo divertente e pop».

Sei sempre stato appassionato di cucina?

«Mio padre era uno chef e in casa mia – sono nato e cresciuto in Abruzzo – la cucina è sempre stata importante, qualcosa di sempre presente nella nostra famiglia. Io però da bambino avevo l’assoluto divieto di avvicinarmi, ho imparato osservando quello che succedeva attorno a me. Non ho mai coltivato questa passione e non sono stato spinto a sperimentarla. Da ragazzino volevo iscrivermi all’istituto alberghiero, ma mio padre mi ha fortemente sconsigliato di farlo. È un lavoro di grande fatica e che, soprattutto, assorbe tantissimo tempo. Non ci sono sabati e domeniche, né feste comandate. Mio padre non c’era mai, era sempre in cucina a lavorare».

Alessio Cicchini 6 - CREDITI Federico Ferdinando Ferramola Rucoolaaa
Alessio Cicchini © Rucoolaaa

«Ho capito che ciò che per me era normale non lo era per tutti»

L’interesse di Alessio per gli sprechi nasce in quel periodo, nella cucina in cui suo padre lavorava. Proprio il padre, con gli avanzi in cucina, creava dei pupazzetti per far divertire il figlio, ridava dignità agli scarti ingiustamente bistrattati, raccontando ad Alessio le quantità incredibili di cibo perfettamente commestibile che era costretto a buttare e il disagio che questa cosa gli causava.

Anche per questo motivo, Alessio è diventato un creator che si occupa di cucina vegetale e cucina degli scarti. Inizia con un video in cui mostra come fa ricrescere il porro da un “cooletto” tagliato: il video diventa virale, non senza il suo stupore. Capisce però che quello che per lui era normale – cercare di non buttare nulla e trovare nuovi modi di riutilizzo degli scarti – è un mondo quasi sconosciuto per moltissime persone.

Rucoolaaa, il suo progetto, aiuta a non sprecare e a inventare ricette creative a partire da qualcosa che ci sembra non abbia più alcun utilizzo. Unisce la sua curiosità verso il cibo e la cucina degli scarti alle sue competenze lavorative in ambito digital. Alessio sa cosa funziona e online sa come vuole raccontare il suo progetto. Il tutto utilizzando ingredienti a disposizione di chiunque di noi e, soprattutto, senza strumenti professionali. Spesso, quando ci si approccia alla cucina vegetale, si trovano liste di ingredienti quasi sconosciuti, oltre alla necessità di avere una strumentazione di lavoro specifica e che solo poche persone possiedono. Come ad esempio centrifughe o essiccatori.

L’abbondanza come status symbol

Quando gli faccio notare come abbia apprezzato il fatto che non siano presenti elettrodomestici e strumenti che avrei dovuto acquistare, lui mi racconta di vivere in una casa molto piccola e di non sentire il bisogno di cose superflue quando tutto è già fattibile «con quel che si ha».

GAMBI CAVOLO NERO Rucoolaaa
Gambi di cavolo nero © Rucoolaaa

«Viviamo in un’epoca in cui l’abbondanza è uno status symbol», mi racconta. «L’abbondanza è cioè diventata parte della nostra cultura: dobbiamo dimostrare di poterci permettere qualcosa e poi ancora qualcos’altro. Non solo per quanto riguarda gli oggetti, ma anche per il cibo. Il punto di svolta simbolico verso questa frenetica modalità di consumo a mio avviso è rappresentato dal cambio di approccio al pane. Una volta il pane veniva fatto con il lievito madre con l’obiettivo di farlo durare una settimana. Nel secondo dopoguerra, con l’avvento dell’abbondanza, il pane ha iniziato ad essere prodotto con i lieviti sintetici e a durare un giorno solo. Potersi permettere di comprare il pane che dura un giorno solo – e tendenzialmente di non consumarlo tutto e quindi buttarlo – era ed è ancora oggi sinonimo di ricchezza».

Rucoolaa diventa un libro

Dopo meno di un anno dall’avvio del suo progetto, la casa editrice Giunti bussa alla sua porta, dopo che un editor lo nota online e lo contatta. Gli propone di scrivere un libro, che ha visto la luce qualche mese fa e si intitola “Non buttarlo!”, la frase che possiamo sentire in ogni suo video. Un libro che racconta non solo i dati sugli sprechi alimentari, ma che fornisce delle soluzioni pratiche per imparare a comprare “meglio”, a conservare gli alimenti in modo corretto e, di conseguenza, ad avere meno scarti. Inoltre nel libro sono presenti ricette originali per non buttare nulla di ciò che crediamo non avere utilizzo e che invece può essere usato per nuovi impieghi.

«Non voglio impormi come creator di ricette», continua. «Quello che vorrei è essere associato a soluzioni pratiche. Il mio obiettivo era fare un libro utile, un libro che non spinge a comprare nuovi ingredienti a chi lo legge, ma anzi a usare quelli che già si hanno in casa. Hai fatto una torta di mele e ti avanzano bucce e torsoli? Il mio “Non buttarlooo” ti assilla la mente, apri il mio libro al capitolo dedicato e trovi idee fuori dagli schemi per non far finire bucce e torsoli nel cestino».

muffin broccolo rucoolaaa
Muffin realizzati con scarti di broccolo © Rucoolaaa

«Vorrei essere uno stimolo per la fantasia delle persone»

Ecco quindi che all’interno di “Non buttarlo!” possiamo trovare nuovi modi di usare tutto ciò che solitamente buttiamo: i fondi di caffè, le bucce della zucca, gli avanzi della mela, i “cooletti” e i gambi di tutte le verdure.

Ma qual è il sogno per il futuro di Alessio?

«Mi piacerebbe poter fare formazione su questi temi, ma più di tutto mi piacerebbe essere la scintilla della creatività delle persone. Mi piacerebbe cioè che i miei consigli diventassero solo il punto di partenza per nuove ricette, che diano una spinta per le idee di chi legge, che può aggiungere, sostituire, inventarsi nuovi modi di cucinare gli scarti. Modi che magari io non ho ancora esplorato. Ecco, quello che vorrei più di tutto è essere in grado di stimolare la fantasia degli altri, aiutarli a uscire fuori dagli schemi e le convenzioni della gastronomia».


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