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La Grecia non esce dalla crisi. E la Troika è in agguato

Atene conferma l'ennesimo calo del Pil per il 2013, pari al 4%, solo di poco inferiore rispetto alle stime precedenti. Se nel 2014 non saranno raggiunti i risultati ...

  La Grecia non sembra riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel. Questa mattina il governo di Atene e la troika composta da Fondo monetario internazionale, BCE e Commissione europea hanno indicato la recessione per il 2013 al 4%. Un dato ritoccato in modo solo lieve (di uno 0, 2%) rispetto alla precedente stima. E peggiore rispetto ai rumors della settimana scorsa, secondo i quali la contrazione avrebbe potuto scendere al 3, 8%.

Ciò che è chiaro, a prescindere dall’andamento dei decimali, è che l’economia greca non riesce a superare la profondissima crisi nella quale è scivolata ormai da anni. Un Paese già socialmente in ginocchio deve affrontare dunque altri duri mesi del “purgatorio” imposto dalle autorità internazionali (quasi come se la vita di milioni di persone potesse essere trattata come un “esperimento”).

Atene dichiara di sperare in una ripresa nel 2014, che risparmierebbe al dilaniato Stato europeo nuove e dolorose misure di austerità da parte dell’inflessibile troika. Imposizioni che scatterebbero qualora gli obiettivi prefissati non fossero raggiunti. 

D’altra parte, proprio ieri ha fatto scalpore un rapporto della ONG internazionale Oxfam, secondo il quale in Europa ci saranno tra i 15 e i 25 milioni di nuovi poveri entro il 2025. Nel prossimo decennio, dunque, il numero di indigenti nel Vecchio Continente potrebbe dunque arrivare alla cifra stratosferica di 146 milioni di persone. Qualcosa come un quarto della popolazione complessiva. Il risultato finale di un secolo di «progresso».