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La moda non paga (ancora)

Benetton e altre griffe disertano il meeting di Ginevra sulla compensazione per le famiglie delle vittime del crollo e dell’incendio delle fabbriche tessili in ...

moda, mani operaia tessile al lavoro in Bangladesh © kaiooooooooooooo/iStockPhoto

Oltre 1200 morti e 700 feriti nel crollo del complesso di produzione del Rana Plaza di Dhaka e nell’incendio della fabbrica tessile Tazreen attendono giustizia e risarcimenti per le famiglie. E eppure solo undici dei brand e distributori che si rifornivano presso le fabbriche coinvolte nei due disastri hanno partecipato al meeting sul risarcimento svoltosi l’11 e il 12 settembre scorsi a Ginevra e organizzato da IndustriALL, Clean Clothes Campaign e Workers Rights Consortium. Riguardo al Rana Plaza dei 29 brand invitati solo 9 hanno scelto di partecipare e meritano di essere citati: Bon Marché, Camaieu, El Corte Ingles, Kik, Loblaw, Mascot, Matalan, Primark, Store Twenty One. Gli altri, che non si sono presentati, sono invece: Adler, Auchan, Benetton, C&A, Carrefour, Cato Corp, The Children’s Place, Dressbarn, Essenza, Gueldenpfennig, Iconix Brand, Inditex, JC Penney, Kids Fashion Group, LPP, Mango, Manifattura Corona, NKD, Premier Clothing, PWT Group, Texman and Walmart.

 

Questo l’amaro bilancio che però emerge dalla due giorni svizzera, che l’Assistant General Secretary del sindacato internazionale IndustriALL, Monika Kemperle, ha così commentato: «A quasi sei mesi dal disastro del Rana Plaza un solo marchio ha fornito un risarcimento alle vittime. Rispetto quei brand che sono venuti al meeting. Ma non riesco a comprendere gli altri che non si sono seduti al tavolo». Una notazione d’incredulità cui non si rassegna tuttavia l’italiana Campagna Abiti Puliti, che intende proseguire la battaglia e per questo sta chiedendo il sostegno dei cittadini. La  portavoce Deborah Lucchetti ha infatti precisato che: «La Clean Clothes Campaign continuerà a fare pressione sulle imprese che non hanno partecipato perché si impegnino nel processo negoziato con i sindacati e forniscano aiuti immediati e concreti alle vittime, nel rispetto degli standard internazionali».

 

Ai marchi presenti gli organizzatori dell’incontro hanno comunque proposto uno schema di risarcimento già utilizzato in precedenti tragedie simili avvenute in Bangladesh. Questo schema prevede il pagamento di un risarcimento per il dolore e la sofferenza e per la perdita di reddito a lungo termine. Per il Rana Plaza la cifra totale è di 74.571.101 dollari di cui ai marchi viene chiesto di contribuire per 33.556.996 dollari. Per la Tazreen servono 6.442.000 dollari, di cui 2.899.000 dai marchi.