Dieci anni di legge sugli ecoreati in Italia: i numeri di Legambiente e Libera

Il bilancio di Libera e Legambiente a dieci anni dall'approvazione della legge sugli ecoreati

Sono passati dieci anni dall'introduzione della legge sugli ecoreati in Italia © Francesco Scatena/iStockPhoto

Il 19 maggio 2025 veniva approvata la legge 68/2015 sugli ecoreati in Italia. La legge nacque dal forte impulso dello scandalo, emerso tre anni prima, degli interramenti di rifiuti tossici in Terra dei Fuochi. Per la prima volta, i delitti ambientali entravano nel nostro Codice penale.

Legambiente e Libera hanno fornito il bilancio di questo decennio, nel quale nel nostro Paese sono stati accertati quasi 7mila ecoreati, uno ogni tre controlli. Più del 40% dei casi avviene tra Campania (ancora prima in assoluto), Puglia, Sicilia e Calabria. Sono del resto le regioni a tradizionale presenza mafiosa. Ma le prime tre regioni per numero di delitti ambientali sono Campania, Sardegna e Puglia. Dieci anni di sequestri di beni, in tutto il Paese, hanno raggiunto la vertiginosa cifra di più di un miliardo di euro.

I numeri degli ecoreati in Italia

In Italia, tra il giugno del 2015 e il 31 dicembre 2024, sono stati accertati 6.979 ecoreati su 21.169 controlli effettuati. La media, riferiscono Legambiente e Libera, è di una sanzione ogni tre controlli. 12.510 le persone denunciate, 556 quelle arrestate. I sequestri di beni hanno un valore economico di 1,155 miliardi di euro.

Il reato più diffuso è quello di inquinamento ambientale, introdotto proprio dalla legge 68 e disciplinato dall’articolo 452 bis. Su 5.506 verifiche effettuate, sono stati commessi 1.426 reati con 2.768 denunce, 136 ordinanze di custodia cautelare e 626 sequestri. Il valore raggiunto è di più di 380 milioni di euro. Al secondo posto per frequenza c’è l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies), con 964 reati, 2.711 persone denunciate, 305 arresti e 475 sequestri per un valore di 168 milioni di euro. Segue il disastro ambientale (art. 452 quater) che è stato contestato 22 volte, con 737 denunce, 100 ordinanze di custodia cautelare e 180 sequestri (85 milioni di euro).

Ci sono poi i 107 delitti colposi contro l’ambiente (105 denunce); 94 impedimenti al controllo (209 denunce); 42 omesse bonifiche (54 denunce). 19 sono state le sanzioni per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale.

La geografia degli ecoreati in Italia

La regione più colpita a livello nazionale è la Campania, dove si sono verificati 1.440 illeciti su 4.178 controlli. I 382 sequestri hanno riguardato beni per un valore complessivo di più di 209 milioni di euro. Al secondo posto c’è la Sardegna, dove gli ecoreati di questi dieci anni sono stati 726. L’isola è prima per numero di persone denunciate (1.627) e si è già guadagnata il titolo di osservata per la crescita dei dati complessivi nel rapporto Ecomafia 2024. Segue la Puglia, dove sono stati commessi 540 ecoreati e ci sono stati più arresti che in ogni altra regione: 100.

Il numero di arresti è molto alto anche in Lombardia e Sicilia, rispettivamente con 498 e 482 delitti contro l’ambiente. La Sicilia, inoltre, raggiunge il più alto valore economico dei beni sequestrati (432,1 milioni di euro) e il secondo per numero di persone denunciate. Al sesto posto tra le regioni per numero di ecoreati c’è il Trentino-Alto Adige, dove ci sono state 374 sanzioni.

La riforma della disciplina delle sanzioni

La legge 68 definisce inoltre la disciplina sanzionatoria degli illeciti amministrativi e penali in materia di tutela ambientale. La riforma, secondo Libera e Legambiente, serve a «decongestionare il sistema giudiziario da procedimenti relativi a illeciti penali di minore gravità». Si tratta di più del 50% dei controlli effettuati da forze dell’ordine e Capitanerie di porto.

Il bilancio a dieci anni dall’introduzione in Italia della legge sugli ecoreati è di 3.361 ecoreati contesti a fronte di 11.156 controlli. Le persone denunciate sono state 4.245; le ordinanze di custodia cautelare tre. 553 interventi hanno portato al sequestro di beni per 159,7 milioni di euro. Ci sono state inoltre 794 prescrizioni e 510 adempimenti. L’applicazione di questa parte della legge 68 vede un ruolo predominante di Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) riporta ogni anno gli esiti di questo lavoro nel rapporto Ecomafie di Legambiente. Dal 2018 al 2024 sono state 8.092 le prescrizioni da parte degli enti. In molti casi erano relative a emissioni in atmosfera, rifiuti, scarichi e autorizzazioni integrate ambientali. In 5.893 casi sono state ottemperate e ammesse al pagamento.

«La riforma – spiegano le due associazioni – ha consentito di incassare nel Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, dal 2018 al 2023, oltre 33 milioni di euro, da utilizzare interamente per il rafforzamento delle attività di controllo svolte dalle stesse Agenzie regionali e provinciali in materia di protezione ambientale, comprese quelle relative agli anni precedenti al decreto del ministero dell’Ambiente del 2022 sulla loro destinazione».

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