I milionari tra i manager delle banche italiane sono sempre di più
Pubblicato il rapporto annuale dell’EBA sui manager bancari meglio remunerati. In Italia sono 241, con compensi pari a 419 milioni di euro
Nelle banche italiane ci sono sempre più manager milionari. Nel 2019, nel nostro Paese i dirigenti che guadagnano oltre un milione di euro all’anno sono cresciuti del 17% rispetto all’anno precedente. Lo spiega il rapporto annuale dell’Autorità Bancaria Europea (l’EBA) sulle remunerazioni dei cosiddetti high earners pubblicato a metà agosto.
L’esodo da Londra post-Brexit
Due anni fa, oltre il 70% dei più ricchi bancari europei si trovava ancora a Londra. Tuttavia, con la Brexit all’orizzonte, molti di loro hanno iniziato a trasferirsi in Italia, Francia e Germania.
Se nella City a fine 2019 c’erano 95 dirigenti milionari in meno (-3% circa), l’EBA ne ha individuati circa il 16% e il 10% in più rispettivamente a Parigi e a Francoforte. In Italia, siamo passati da 206 a 241 manager a sei zeri. Complessivamente, hanno guadagnato un totale di 419 milioni di euro.
L’aumento riscontrato in questi Stati, secondo l’analisi dell’EBA, è il risultato del trasferimento degli staff per la Brexit, ma anche di migliori bonus per le performance. E di buonuscite più alte del solito. In Europa, comunque, il numero complessivo degli high earners è rimasto stabile, aumentando di meno del’1% da 4938 a 4963.
L’Unione europea continua a vigilare sui manager super-ricchi
Ogni anno l’EBA pubblica tale rapporto nell’ambito della sua attività di vigilanza sulle politiche di remunerazione e incentivazione delle banche dell’Unione europea. Il monitoraggio è previsto da una direttiva del 2013, la cosiddetta CRD IV (Capital Requirements Directive). L’obiettivo della normativa era ben spiegato dalla Banca d’Italia: «Pervenire – nell’interesse di tutti gli stakeholder – a sistemi di remunerazione in linea con i valori, le strategie e gli obiettivi aziendali di lungo periodo. Collegati con i risultati aziendali, opportunamente corretti per tener conto di tutti i rischi, coerenti con i livelli di capitale e di liquidità necessari a fronteggiare le attività intraprese. E, in ogni caso, tali da evitare incentivi distorti che possano indurre a violazioni normative o ad un’eccessiva assunzione di rischi per la banca e per il sistema finanziario nel suo complesso».
Gli “incentivi” a cui si fa riferimento rappresentano la parte più cospicua del compenso di un dirigente. La CRD limita il massimo rapporto tra la componente variabile e la componente fissa della remunerazione al 100% (su 100 euro percepiti, 50 sarebbero rappresentati dallo stipendio fisso e 50 da quello variabile). Se c’è l’approvazione degli azionisti della banca però, questo rapporto può arrivare al 200% (su 100 euro, circa 33 sono “fissi” e 66 “variabili”).
Bonus stellari per i manager bancari
La normativa è in costante aggiornamento. Negli ultimi 12 mesi è entrato in vigore un emendamento della direttiva, la CRD V, e l’EBA ha pubblicato nuove linee guida per individuare «sane politiche di remunerazione». L’obiettivo è armonizzare il sistema retributivo delle banche europee che, nel 2019, restituiva un quadro tutt’altro che uniforme.
Nel 2019, il rapporto medio tra remunerazione variabile e fissa in Europa si aggirava attorno al 130%. Se in Paesi come Austria, Danimarca e Olanda questa ratio era inferiore al 50%, in Francia, Regno Unito e Norvegia toccava livelli ben superiori al 140%. Nel nostro Paese si attestava al 95%. È nel settore del risparmio gestito che il rapporto tra compensi fissi e bonus ha raggiunto valori esorbitanti. Per ogni 100 euro percepiti dagli asset manager meglio pagati, ben 79 erano bonus. Un rapporto medio tra incentivi e stipendio pari a ben il il 339%, in deroga alla direttiva europea che prevede come tetto massimo il 200%.
Il mercato detta legge anche sugli incentivi
Più fai guadagnare la tua banca più ci guadagni anche tu. Questa è la logica delle politiche remunerative delle banche “tradizionali”, come spiegato nel Terzo Rapporto sulla Finanza Etica in Europa della Fondazione Finanza Etica del 2020. I bonus dei dirigenti dipendono dai risultati economici e finanziari raggiunti, e in primis la performance del titolo della banca in Borsa. Il problema è semplice. Se il tuo compenso è legato unicamente a questi criteri, c’è il pericolo che ti assuma rischi esagerati per guadagnare di più. Le politiche di remunerazione, inoltre, risultano scarsamente collegate a obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale, e di governance interna, i cosiddetti criteri ESG.
L’EBA, però, ci racconta come, all’aumentare della remunerazione variabile rispetto a quella fissa, non si osservi alcun corrispondente aumento della redditività dell’istituto bancario. Compensi milionari risultano spesso scollegati e sproporzionati rispetto a quanto i dirigenti che li percepiscono fanno effettivamente guadagnare alla propria banca.
Il 2020, l’anno in cui il Regno Unito si è effettivamente ritirato dall’Unione Europea ed è scoppiata la pandemia, ha sicuramente scombussolato l’intero sistema bancario. Bisognerà aspettare il rapporto dell’anno prossimo per vedere dove i manager hanno preso casa e quanto hanno guadagnato.