Jorge Mendes: le mani sul Milan. Altro che metodo moneyball
Nella lotta intestina tra Elliott e RedBird, i due fondi proprietari del Milan, a dare le carte è sempre il procuratore Jorge Mendes
È il procuratore portoghese Jorge Mendes a tirare le fila del Milan. L’annuncio del suo buon amico Igli Tare come nuovo direttore sportivo ne è solo l’ultima conferma. E la presenza sempre più attiva di Jorge Mendes nelle decisioni del club, oltre alla defenestrazione di Zatlan Ibrahimovic e al ritorno al potere di Giorgio Furlani, fa capire anche un’altra cosa. Come tutti oramai sanno al Milan ci sono due proprietari. Da una parte quello ufficiale, ovvero il fondo di private equity RedBird Capital Partners di Gerry Cardinale. Dall’altra quello che ancora lo controlla attraverso i famosi vendor loan e la presenza di alcuni uomini chiave nel board, ovvero la società di gestione patrimoniale Elliott Management Corporations.
Come forse non tutti sanno, durante l’ultimo disastroso anno della squadra si è consumata una lunga lotta intestina tra le due proprietà. A vincere, alla fine, complici anche i risultati e la pessima figura fatta da Ibrahimovic (scelto come uomo immagine dal nuovo corso RedBird), è stato Elliott. E lo ha fatto grazie a un ulteriore personaggio chiave, ovvero Riccardo Silva, socio di minoranza del Milan e proprietario del fondo di private equity Silva International Investments. Il fondo che da qualche anno è il maggior investitore in GestiFute, l’azienda di Jorge Mendes che gestisce i cartellini di diversi giocatori e allenatori. Molti dei quali sono stati, sono e saranno al Milan.
Tutti i nomi in ballo nella ragnatela rossonera
Ovviamente la situazione è assai complessa, come gli intrecci finanziari in atto tra le varie componenti. Basti pensare che un uomo come Paolo Scaroni, ex storico amministratore delegato di Eni, diventa nel 2018 l’uomo di Elliott al momento del takeover del Milan da Berlusconi (attraverso la buffa parentesi di Li Yonghong). E che lo stesso Scaroni, tuttora presidente del Milan, nel 2024 è diventato presidente di RedBird International e senior advisor di RedBird Capital Partners.
O che lo stesso Riccardo Silva è in affari sia con Elliott che con RedBird e pare sia stato proprio lui il tramite della vendita del Milan da Elliott a RedBird nel 2022. Se Ibrahimovic si legge RedBird e Furlani si traduce Elliott, il nuovo ds Igli Tare è invece in buoni rapporti con diverse agenzie. E Jorge Mendes ovviamente con diverse squadre, non solo con il Milan. Ma insomma, se è impossibile districare i fili di questo intreccio, comunque la si giri i nomi che tornano sono sempre quelli.
La preesistenza di Jorge Mendes al Milan
Lo stesso Jorge Mendes non arriva certo al Milan quest’estate con Igli Tare. La sua presenza nel club rossonero risale al momento della cacciata di Maldini e Massara dalla società. Chiamati da Elliott per cominciare il nuovo corso nel Milan, i due dirigenti riuscirono anche a portare un inaspettato scudetto con Pioli, affidandosi ai rapporti personali costruiti in anni di calcio. Ma i rapporti all’interno della società si incrinarono con l’arrivo di RedBird e di Gerry Cardinale, che dopo una difficile coabitazione li cacciò. Annunciando che li avrebbe sostituiti con gli algoritmi del sistema moneyball, nel tripudio dei media che si affrettarono a celebrare questa svolta che in realtà si è rivelata devastante.
Non solo perché hanno fatto precipitare il Milan all’ottavo posto, fuori dalle coppe. Ma perché in realtà il metodo moneyball – che altrove ha pure fatto il suo – non è nemmeno mai stato implementato. Dall’anno scorso quindi RedBird si è affidata a Ibrahimovic come uomo immagine al posto di Maldini. E a Jorge Mendes come uomo mercato a tutelare l’esperto di algoritmi Moncada. Non si spiegano altrimenti gli arrivi di ben due tecnici portoghesi come Fonseca e Conceição. O di giocatori non più giovani che avevano in comune solo un passato al Chelsea, altro club in affari con i due fondi. E soprattutto con lo stesso procuratore portoghese, fin dai tempi di Mourihno. O addirittura dell’ingaggio da parte del Milan di Joao Felix, giocatore mediocre e allo stesso tempo uno degli asset finanziari più importanti in mano a GestiFute e Jorge Mendes.
Breve storia di Jorge Mendes
Jorge Mendes non è certo l’ultimo arrivato. Negli anni Dieci con la sua GestiFute controllava i cartellini di mezza Europa. Ha in pratica anticipato gli ingressi dei fondi multiproprietà nel calcio. E con le third part ownership, la proprietà dei cartellini che venivano solo prestati ai club, ha anticipato le multiproprietà nel comparto sport e media. Per capire il suo potere, nella finale dell’Europeo 2016 vinto dal Portogallo ben 22 giocatori su 24 erano della GestiFute. Quindi fare affari con Jorge Mendes può anche essere redditizio, basta saperli fare. Cosa che evidentemente Ibrahimovic, Cardinale e RedBird non sono stati in grado di fare.
La mancata qualificazione alle coppe è un salasso economico. Si parla di 60-80 milioni in meno nel prossimo bilancio, ma non solo: ora si è costretti a vendere giocatori, e a farlo a un prezzo più basso. Cosa che ha fatto molto male a Elliott che, fino a quando RedBird non gli restituirà i 498 milioni del vendor loan, prestito a tassi altissimi appena esteso al 2028, può essere considerato proprietario del club.
Il Milan torna agli anni Dieci, e infatti torna pure Allegri
Ecco che allora ha ripreso in mano le redini del giocattolo Riccardo Silva – l’uomo di Elliott che ha celebrato il matrimonio con RedBird. E contestualmente ecco che allora piano piano è sparito Ibrahimovic (uomo RedBird), ed è tornato sotto i riflettori Furlani (uomo Elliott). A rimanere sempre dietro le quinte è invece Jorge Mendes, la cui GestiFute, ricordiamolo, è di proprietà di Riccardo Silva. E che la prima scelta di Furlani sia stata l’assunzione come ds del Milan di Igli Tare non fa una grinza. Degli ottimi rapporti di amicizia e eccellenti di affari (per chi? verrebbe da chiedersi) tra Tare e Mendes sono piene le cronache dell’ultradecennale lavoro come dirigente di Tare alla Lazio.
Altro che moneyball, altro che futuro del calcio, insomma. Il Milan gestito da Jorge Mendes è precipitato al punto più basso della sua storia. E ora per risalire si affida allo stesso procuratore. Come un qualsiasi club medio europeo degli anni Dieci. E infatti riparte da Massimiliano Allegri, il vecchio allenatore che aveva negli anni Dieci.
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