One for the Moneyball, two for the show

Da chi è stato sostituito Paolo Maldini e cosa c'entrano l'intelligenza artificiale e il fondo d'investimenti RedBird

Una scena tratta dal film Moneyball @ Screenshot tratto dal trailer ufficiale

Paolo Maldini sostituito da Moneyball. L’uomo rimpiazzato dall’algoritmo. Titolano entusiasti quotidiani e trasmissioni sportive, felici che il calcio sia avanguardia nella lotta tra l’umano e l’intelligenza artificiale. In realtà non è così. Il presunto proprietario del Milan ha semplicemente sostituito un uomo, che ha fatto la storia del club rossonero, con un altro uomo, un tizio americano cui hanno dedicato un film. Con buona pace dei roboanti annunci sull’avvento della singolarità.

Andiamo con ordine. Innanzitutto Gerry Cardinale è presunto proprietario del Milan perché il suo fondo RedBird nell’agosto 2022 ha rilevato parte delle quote dal fondo Elliott con i soldi ricevuti in prestito (vendor loan) dallo stesso fondo Elliott. A tassi d’interesse superiori al 6%. Si dirà che l’acquisto a leva (a debito) è tipico delle transazioni finanziarie. Ma l’operazione ricorda troppo da vicino la presunta vendita del Milan da Berlusconi a Li Yonghong.

Poi lo disse subito alla Gazzetta, appena preso il Milan, che avrebbe utilizzato statistiche e algoritmi al posto degli umani. Che tanto il suo interesse primario erano la speculazione immobiliare e la costruzione del nuovo stadio. Ok, questa seconda cosa non la disse, ma era evidente. Avrebbe utilizzato il sistema Zelus, disse, provato con successo nel Tolosa. Sulla falsariga degli esempi del Brentford e del Midtjylland, le cui cavalcate sono state costruite grazie agli algoritmi.

Il tutto nella mitologia di Billy Bean, ex giocatore di baseball e poi manager degli Oakland Athletics che costruì la squadra con il famoso sistema definito Moneyball, da cui il titolo del film con Brad Pitt. Giocatori sconosciuti, le cui statistiche però evidenziano che sono assai funzionali, presi a poco prezzo e poi rivenduti. E si fa la money, appunto. O meglio, la money, si fa a Tolosa, a Brentford e a Midtjylland. Al Milan è tutto da dimostrare. Infatti il metodo ha funzionato nel baseball per i piccoli Oakland, che per inciso non hanno mai vinto nulla, ma poi dagli altri è stato più mitizzato che utilizzato.

Se le statistiche applicate al calcio (e a qualsiasi altro aspetto meno importante della vita) abbiano senso o meno, è materia di pura speculazione filosofica. Di sicuro il pallone è un gioco in cui per un’ora e mezza non succede nulla, fino a che il colpo estemporaneo di un genio o di uno scarpone non ne indirizzano il risultato. Non è uno sport americano dove si va a punto ad ogni azione, ed allora certo che i numeri cominciano ad avere una certa importanza.

Ma quello che è divertente è che anche tutta la vicenda del Milan non è altro che speculazione filosofica. Gerry Cardinale non ha sostituito Paolo Maldini e il suo braccio destro Frederic Massara con il sistema Moneyball, ma con due persone in carne e ossa: Jeffrey Moncada, promosso nei fatti da capo osservatore a direttore sportivo e con… Billy Beane, il famoso inventore di Moneyball a cui ha dato il volto Brad Pitt.

Billy Beane, che non somiglia certo a Brad Pitt e i cui (presunti) successi nello sport si fermano a Oakland ormai venticinque anni fa, ha però altri pregi. È infatti socio insieme a Cardinale della RedBall Acquisition Corp. – a sua volta sussidiaria del fondo RedBird – che nello sport compra e vende squadre e giocatori già da un po’. Insomma, Maldini non è stato sostituito dall’intelligenza artificiale, ma da un socio in affari del suo (presunto) ex datore di lavoro. Tutto il resto è spettacolo. One for the money(ball), two for the show, cantava Elvis.