Mille miliardi di dollari all’anno e ce l’abbiamo fatta

Nicholas Stern ha quantificato gli investimenti necessari per garantire una ripresa compatibile con la tutela del clima

© AlexLMX/iStockPhoto

Dall’11 al 13 giugno si riuniranno nel Regno Unito i governi del G7. Tema centrale sul tavolo: come rilanciare le economie dopo la pandemia. E farlo, possibilmente, in modo sostenibile. A tal proposito il primo ministro britannico Boris Johnson ha chiesto alla London School of Economics di stendere un rapporto ad hoc. A farlo è stato Nicholas Stern, presidente del Grantham Research Instituto sull’ambiente e i cambiamenti climatici e autore del celeberrimo Rapporto Stern del 2006.

«E senza benzina o gasolina
Soltanto un litro e in cambio ti do Cristina»

Il nuovo report chiede alle sette grandi potenzie mondiali (Germania, Canada, Stati Uniti, Italia, Giappone, Francia e Regno Unito) di esercitare una leadership nel processo di cambiamento. «I Paesi del G7 – scrive Stern – possiedono risorse, competenze e capacità di influenza sulle organizzazioni internazionali. Il loro esempio sarà determinante».

Secondo l’economista britannico occorre innanzitutto aumentare la spesa dedicata alla trasformazione delle economie. Serviranno infatti circa mille miliardi di dollari all’anno, nel prossimo decennio e oltre, per centrare l’obiettivo. «Se ben diretto, questo denaro potrà garantire ritorni elevati in termini di produttività, di nuove opportunità e di tutela dell’ambiente», spiega l’esperto. Che ammonisce però: gli investimenti mondiali sono al contrario scesi continuativamente dopo la crisi finanziaria del 2008. E anche un eventuale “rimbalzo” post-pandemia rischia di essere troppo debole per recuperare il ritardo accumulato.

«Niente carbone mai più metano
Pace prosperità e lunga vita al sultano»

In particolare, il mondo deve dotare di risorse sufficienti i settori-chiave della ripresa sostenibile. A partire dalla energie rinnovabili, dalle reti di distribuzione, dall’edilizia, dall’efficienza energetica. Ma occorre anche innovare fortemente nei comparti ad alto impatto climatico, come ad esempio nei casi della produzione di cemento e di acciaio. E al contempo tutelare la natura e la biodiversità.

Stern sottolinea inoltre che questi investimenti potranno arrivare anche dal settore privato, ma che la maggior parte non potrà che arrivare dai poteri pubblici. E questi dovranno farlo in modo coeso, con politiche strutturali volte a riorientare l’economia. Imponendo tra le altre cose una carbon tax sufficientemente alta da fungere da deterrente e diminuendo progressivamente le sovvenzioni alle energie fossili, fino a farle sparire. Altrimenti non sarà possibile ottenere i risultati sperati: «Se vorremo vincere questa battaglia – conclude Stern – occorre un’azione determinata su tutti i fronti».

Citazione musicale: «Spendi spandi effendi», Rino Gaetano, 1977


Questo articolo è stato pubblicato in 11 anni – storie e approfondimenti sulla crisi climatica, la newsletter che Valori.it invia ogni venerdì. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter e seleziona “Ambiente” tra i tuoi interessi.