Viva i Mondiali di Qatar 2022! Grazie Gianni!
L'incredibile intreccio di coincidenze e affari tra Uefa, Fifa, procedure di assegnazione dei Mondiali di calcio e nomi illustri
Domenica all’Al-Bayt Stadium di Al Khor, uno dei sei nuovi stadi costruiti apposta per la manifestazione, ultramoderno e refrigerato, a costo di devastare per sempre il fragile ecosistema marino del Golfo, uno di quegli impianti per la cui fabbricazione sono morti in dieci anni oltre seimila lavoratori migranti, ci sarà il fischio di inizio della partita tra Qatar e Ecuador che darà ufficialmente il via ai Mondiali di Qatar 2022. Ma come siamo arrivati fino a qui? I grandi eventi sportivi sono da sempre un coacervo di malaffare, corruzione e tangenti, fin dai processi di assegnazione. E la Coppa del Mondo di calcio, seconda per hybris solo alle Olimpiadi, non fa eccezione.
Basti pensare che sedici dei ventidue membri della FIFA che nel 2010 votarono per l’assegnazione del Mondiale al Qatar sono stati sospesi o radiati. Ma c’è un paradosso. Se è stato dimostrato che la Germania pagò una decina di milioni a quattro membri Fifa decisivi per assegnare il Mondiale del 2006, quello poi vinto dall’Italia. Se ci sono prove dei tentativi di corruzione fatti dalle federazioni di Inghilterra e Stati Uniti per ottenere nel dicembre 2010 la doppia assegnazione dei Mondiali 2018 e 2022. Non c’è alcuna prova che Russia e Qatar, che quei Mondiali hanno ottenuto, abbiano corrotto. Certo, tra le dune del deserto rimane una lunga scia di soldi, tangenti, squalifiche, intercettazioni, infiltrati, arresti, processi, condanne. E di morti. Come per l’organizzazione di ogni grande evento, sportivo e non, che si rispetti.
Senza ripercorrere una complicatissima storia lunga dieci anni, vale la pena di ricordare l’incredibile sequenza cinematografica degli arresti di altissimi dirigenti della Fifa avvenuta in Svizzera nel 2015, su richiesta dell’Fbi, che come in ogni kolossal hollywoodiano non poteva mancare. O il fatto che al termine di un complicato gioco di incastri e ricatti tra i vari personaggi in gioco, alla fine siano stati squalificati o radiati quelli che erano i più potenti uomini di calcio di allora: Sepp Blatter, per un ventennio plenipotenziario della Fifa; Michel Platini, tre volte Pallone d’Oro da giocatore e poi presidente della Uefa, delfino e successore annunciato di Blatter alla Fifa; Mohammed bin Hammam e Jack Warner, capi assoluti delle federazioni calcistiche di Asia il primo e Centro e Nord America il secondo.
O la famosa cena dell’Eliseo avvenuta il 23 novembre del 2010, solo una settimana prima della riunione Fifa da cui uscì la clamorosa assegnazione dei Mondiali a Russia e Qatar. Tra i commensali, oltre al padrone di casa Nicolas Sarkozy, presidente della Repubblica francese, c’erano Tamim Ben Hamad Al Thani, allora principe erede al trono e oggi Emiro del Qatar, e l’immancabile Michel Platini. Dopo quella cena successero una serie di cose non necessariamente collegate tra loro (ma anche sì). La Coppa del Mondo 2022 finì al Qatar, il Qatar si comprò il Psg e mise in piedi un massiccio piano di investimenti da 20 miliardi sul territorio francese.
E si potrebbe andare avanti così all’infinito, ma c’è una bellissima storia a lieto fine da raccontare. È quella del burocrate svizzero Gianni Infantino. Nel 2010, anno in cui si prendono le decisioni, era segretario generale della Uefa e braccio destro di Platini. Non sapeva nulla. Dopo gli arresti e le squalifiche del 2015, diventa presidente della Fifa, di cui è a capo ancora oggi. È un caso. Alcune sue testimonianze non sono mai state desecretate, alcuni suoi colloqui coi magistrati nemmeno registrati. E oggi finalmente il buon Gianni, il presidente di quella Fifa che solo da Qatar 2022 guadagnerà circa 3 miliardi di dollari, uscito pulito e profumato da tutto quel fango che lo ha solo sfiorato, ha potuto finalmente coronare il suo sogno: si è trasferito a Doha con la famiglia, ha preso la cittadinanza, ed è a tutti gli effetti un cittadino del Qatar. Grazie Gianni!