Investi in criptovalute? Fai attenzione al Saturday Night Live
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Sabato 8 maggio Elon Musk, il popolare imprenditore statunitense, era ospite del Saturday Night Live. Cofondatore di Tesla e SpaceX, Musk è anche uno dei più ferventi sostenitori del Dogecoin, una criptovaluta nata quasi per scherzo nel 2013 e arrivata, in pochi anni, a essere la settima per valore di mercato. Durante l’apparizione in video dell’imprenditore il valore del Dogecoin è crollato del 30% in pochi minuti. Com’è stato possibile?
Dogecoin, Bitcoin e le altre: uno strumento perfetto per la speculazione
Esistono centinaia di criptovalute. La prima e più nota è senz’altro il Bitcoin, nata nel 2008 per iniziativa di Satoshi Nakamoto, inventore la cui vera identità è ancora sconosciuta.
Le criptovalute sono strumenti che, basandosi sui principi della crittografia, permettono ad una rete di persone che non si conoscono tra loro di generare moneta e farla circolare, in assenza di un’autorità centrale che ne convalidi le transazioni.
A differenza della moneta, che secondo la teoria economica ha tre funzioni (mezzo di scambio, misura del valore, riserva di ricchezza), le criptovalute non sono mezzi di scambio bensì strumenti speculativi deregolamentati. Centinaia di migliaia di persone comprano e vendono ogni giorno criptomonete col solo fine di trarre profitto da una loro crescita di valore.
Blockchain, una tecnologia promettente
La tecnologia che permette alle criptovalute come Bitcoin e Dogecoin di circolare si chiama blockchain (catena di blocchi). Il libro mastro digitale creato da Satoshi Nakamoto è il risultato della combinazione dei più avanzati studi di crittografia, di tecnologia P2P (peer-to-peer, cioè una rete nella quale i computer connessi sono al tempo stesso client e server e così gli utenti possono accedere l’uno al computer dell’altro condividendo file), e un accurato sistema di incentivi all’azione. Questo libro mastro digitale è costituito da blocchi di transazioni convalidati dai cosiddetti miners (minatori).
Si tratta di un sistema che ha enormi costi ambientali, ma che risulta molto promettente anche in altri settori. È il caso degli NFT, i “non-fungible token”, certificati digitali che permettono di attestano la rarità digitale di un bene. Un’opera d’arte, un video, perfino un tweet. Il tutto basato appunto sulle blockchain.