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Ambiente

Bollettino meteorologico dell’estate 2021

14:53

Le previsioni meteo di questa estate parlano chiaro. Gli effetti dei cambiamenti climatici non sono qualcosa che accadrà tra 20 o 30 anni. Né che riguarderanno nazioni del Sud del mondo o atolli sperduti nel Pacifico. Sono qui, a casa nostra. E si manifestano già ora, con tutta la loro violenza.

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Bollettino meteo dell’estate 2021

Ondate di caldo eccezionale colpiscono il Canada occidentale e anche la porzione ovest del territorio degli Stati Uniti. In Spagna il mese di luglio è stato caratterizzato da temperature eccezionali. La colonnina di mercurio è salita a livelli particolarmente elevati anche in Marocco, a Fez e Marrakesh.

Nel Nord Europa la Norvegia ha registrato dati estremi nella prima decade di luglio, quello di giugno è stato considerato dall’Istituto meteorologico della Finlandia, il più caldo dal 1844. Allo stesso modo, in Siberia il caldo è stato straordinario.

Al contrario, Belgio, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno vissuto alla metà del mese condizioni particolarmente perturbate, con piogge estese e persistenti, che hanno provocato allagamenti, la morte di centinaia di persone e lasciato 200mila cittadini senza elettricità.

Le previsioni degli scienziati per il futuro parlano di continue possibili ondate di caldo eccezionale, accompagnate da fenomeni di siccità estrema e rischi di incendi sempre più elevati. Gli eventi meteorologici estremi, quali piogge torrenziali e inondazioni, sono previsti in aumento sia in termini di frequenza che di intensità.

Il consiglio dei nostri esperti di meteo è di prestare attenzione nelle ore più calde della giornata e in caso di allarme meteo per fenomeni di particolare intensità. Ma anche, come sempre, di esercitare pressione sui governi e le organizzazioni internazionali affinché adottino politiche tese a mitigare i cambiamenti climatici abbattendo immediatamente le emissioni di CO2.

Mitigazione e adattamento, due strategie per affrontare i cambiamenti climatici

Servono misure urgenti per poter adattare i nostri territori alle conseguenze del riscaldamento globale. Ma quali sono le decisioni che occorre adottare prioritariamente?

C’è chi ha deciso di avviare una transizione. A Rotterdam, ad esempio, la città  come noto è a rischio inondazioni. Un programma specifico ha portato ad adottare soluzioni flessibili e multifunzionali, su piccola scala, nelle periferie. In centro, invece, si sono sperimentate soluzioni come l’uso di garage sotterranei come collettori di acqua.

A Medellin, in Colombia, grazie a dei corridoi verdi fatti di alberi la temperatura media della città è stata abbassata di due gradi centigradi. A Copenaghen si studia una pavimentazione anti-allagamento. E a Los Angeles si riflette sul pitturare di bianco le strade per riflettere il calore.

Esempi virtuosi ma che rischiano di rimanere mosche bianche se non si imporranno cambiamenti profondi nell’economia e nella finanza. Dal 2015 ad oggi, infatti, le grandi banche internazionali hanno continuato a fornire enormi quantità di denaro al settore delle fonti fossili. 2.700 miliardi di dollari soltanto dai 35 più importanti istituti di credito. Ad essi, si aggiungono altri 3.300 miliardi arrivati dai governi delle nazioni del G20.

Il ruolo della finanza

Esistono dei modi per poter recuperare almeno una parte delle immense quantità di denaro che vengono movimentate ogni giorno nel sistema finanziario globale. Si può intervenire con una carbon tax. Oppure si possono introdurre meccanismi di compensazione della CO2 alle frontiere. Si potrebbero recuperare capitali che al momento sfuggono alla tassazione, grazie a meccanismi di evasione e elusione o intervenire con una corporate tax globale per tassare gli utili delle multinazionali. Una possibilità sulla quale si riflette da molto tempo è legata poi all’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie.

Con un gettito simile, si potrebbero ottenere fondi per finanziare progetti di mitigazione così come di adattamento. A condizione che il ricavato di una simile tassa venga utilizzato a tale scopo. Ancora una volta, come sempre, il raggiungimento degli obiettivi dipende dalla volontà politica. Anche quando si tratta di salvare il clima del Pianeta.


Con interventi di François Gemenne, docente di Scienze politiche, specializzato in temi legati ai cambiamenti climatici e alle migrazioni, all’università di Liegi, Misha Maslennikov, policy advisor di Oxfam Italia, Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del Wwf Italia.