Le porte girevoli
Corruzione, illegalità, mafie, economia e finanza. Ogni martedì il commento di Rosy Battaglia
Cosa sono le porte girevoli o “revolving doors”? L’attuale cronaca politica e finanziaria italiana ci fornisce due esempi esaustivi. Il nuovo ministro della Transizione Ecologica (MITE), Roberto Cingolani, dal 2019 fino alla nomina istituzionale, dirigeva la divisione Tecnologia e Innovazione del gruppo Leonardo SpA. Gruppo con il quale proprio il precedente ministero dell’Ambiente aveva in atto un contenzioso riguardante il sistema di tracciamento dei rifiuti, il “Sistri”.
Sistema fallimentare, soppresso nel luglio 2020, costato allo Stato più di 141 milioni di euro, ma che ora dovrebbe essere gestito direttamente dal MITE. Chissà se l’attuale responsabile del dicastero manterrà l’agenda pubblica per i portatori di interesse, istituita dal suo predecessore Sergio Costa, proprio per impedire la pressione delle lobby industriali.
E se c’è chi esce da Leonardo ed entra in politica, c’è chi esce dalla politica ed entra in Leonardo, come l’ex ministro degli Interni del governo Gentiloni, Marco Minniti. Dopo anni di impegni istituzionali sui temi dell’intelligence e della sicurezza, porterà la sua esperienza proprio al servizio della società quotata in Borsa, il cui maggiore azionista al 30% è il Ministero dell’Economia e delle finanze italiano. Ricordiamo, la decima più grande impresa di difesa del mondo e la terza più grande in Europa, per cui Minniti dirigerà la Fondazione Med-or, dove si occuperà delle relazioni internazionali.
Non basta l’indignazione, però. Come ricorda Federico Anghelé di The Good Lobby, organizzazione non profit che si batte per la trasparenza nel nostro Paese, «non sono mai state approvate regole serie contro le porte girevoli e sul conflitto d’interessi». Sarebbe cosa buona e giusta che nell’interesse pubblico, invece, il disegno di legge fermo alla Camera riprenda il suo iter. Velocemente.