«Contro la povertà serve l’educazione finanziaria di genere»
La Women's World Banking: un miliardo di donne escluso dal sistema finanziario. 500 milioni a basso reddito non hanno le competenze per gestire un conto corrente
Investire sulle donne fa bene all’economia. Eppure oltre un miliardo di loro nel mondo è ancora escluso dal sistema finanziario globale. E ben l’80% delle 650 milioni a basso reddito non ha le competenze e conoscenze necessarie per poter gestire un conto corrente o effettuare pagamenti con lo smartphone.
La denuncia emerge dal rapporto annuale della Women’s World Banking, la Banca Mondiale delle Donne che propone anche una via d’uscita: non può esserci inclusione e consapevolezza di genere del proprio peso, decisionale e economico, senza un’educazione finanziaria mirata.
«Abbiamo lanciato una serie di iniziative con l’obiettivo di raggiungere 100 milioni di donne entro il 2022» ha ribadito Mary Ellen Iskenderian presidente e CEO della Women’s World Banking. «L’indipendenza sociale femminile non può che andare di passo con quella economica e non può fare a meno del libero accesso al credito e ai servizi finanziari digitali».
Approfondimento
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Dal 1979 banche e fondazioni unite per il microcredito in rosa
La no-profit olandese, divenuta fondazione nel 1979 con sede operativa a New York, è nata dopo la prima United Nations World Conference on Women a Città del Messico, proprio per promuovere il microcredito e l’accesso finanziario delle donne. Collabora, tra gli altri, con la Fundación Capital e la Bill & Melinda Gates Foundation, ed è a capo di un network internazionale.
Non emette prestiti direttamente alle micro-imprenditrici, ma funge da partner a 40 istituzioni indipendenti di microfinanza e banche che prestano a oltre 24 milioni di clienti poveri, di cui l’80% sono donne in Africa, Asia, Europa orientale, America Latina e Caraibi, Medio Oriente e Nord Africa. Di queste, quelle raggiunte direttamente dai programmi della Women’s World Banking nel 2018 sono state 5,2 milioni.
Empower low-income women around the world to change the trajectory of their lives. Together we can build more inclusive economies for all. #WWB40Years https://t.co/r3RVr3666y pic.twitter.com/aegdgmq1ih
— Women's World Banking (@womensworldbnkg) August 16, 2019
La metà delle donne senza accesso bancario è in 6 Stati
Per questo, precisa la presidente Iskenderian, gli sforzi della Banca Mondiale delle Donne si stanno concentrando in sei paesi: Bangladesh, Egitto, India, Indonesia, Messico e Nigeria. In essi infatti vive oltre il 50% delle donne che, nel mondo, non ha accesso al credito e a un conto bancario.
«Attraverso la nostra ricerca sulle esigenze femminili e il nostro lavoro con i fornitori di servizi finanziari in tutto il mondo, stiamo lavorando per affrontare le barriere sistemiche alla loro inclusione finanziaria. Ed evidenziare le opportunità nel servire il mercato delle donne» ha sottolineato Iskenderian.
Il ritardo di governi e banche nel promuovere l’educazione finanziaria
Come denuncia il rapporto della Women’s World Banking, il non pensare all’altra metà del cielo si sta rivelando un enorme perdita economica e sociale in tutti gli Stati. Il gender gap si rivela anche nella scarsa attenzione degli stessi governi nazionali, oltre che delle istituzioni finanziarie pubbliche e private, impreparate a questa sfida globale. Ancora oggi non ci sono dati disaggregati per genere, mancano infrastrutture creditizie accessibili, là dove servirebbero.
Da una parte, quindi, incidono la scarsa consapevolezza e le barriere di tipo tecnologico, legate al ridotto e marginale uso di PC e smartphone nei territori disagiati. Dall’altra esistono poche soluzioni finanziarie adatte al tipo di utilizzo che le donne possono fare, nella quotidianità e nelle piccole iniziative imprenditoriali. Inoltre, rivela il rapporto, le differenze di genere nel comportamento di risparmio tra i giovani iniziano presto, ed è già su queste differenze, di tipo anche culturale e sociale, sulle quali bisogna intervenire.
Digitalizzazione del sostegno alla povertà contro corruzione e frodi
Per questo, è ancora più importante agire nei Paesi in via di sviluppo, dove ben 2,5 miliardi di persone sono coperte da programmi di sostegno al reddito dei governi. Come vengono incassati questi fondi dalle persone bisognose? Molti pagamenti vengono ancora effettuati in contanti, ma vi è un movimento crescente verso la digitalizzazione con i cosiddetti G2P «Government to Person», con trasferimenti di denaro effettuati direttamente nei conti bancari o nei portafogli mobili dei destinatari.
La Bill & Melinda Gates Foundation stima che la digitalizzazione dei trasferimenti di protezione sociale già esistenti, potrebbe includere, finanziariamente, decine di milioni di donne in più. Per molte donne, proprio l’entrata nei programmi segna l’apertura del primo conto corrente a loro nome nella loro vita. Inoltre, la digitalizzazione dei programmi G2P, è vista come un’enorme opportunità. Non solo per aumentare l’efficienza dei pagamenti pubblici e ridurre la probabilità di frodi e corruzione, ma anche per espandere l’inclusione finanziaria delle popolazioni a basso reddito, in particolare proprio delle donne.
Aumentare il valore dei servizi finanziari digitali («digital financial services», DFS) – sostengono gli esperti – è la strada giusta per creare una piattaforma digitale per catalizzare l’empowerment economico delle donne. Informate e formate, le donne possono accrescere la capacità e la fiducia per controllare le risorse che vengono loro date, guadagnare e prendere decisioni finanziarie contribuendo al potenziamento economico della società.
Educazione finanziaria, di genere e mirata
Ciò vuol dire ripensare l’educazione finanziaria «tradizionale», basata sullo studio degli argomenti finanziari più complessi, come il calcolo degli interessi. Partendo, invece, invece, dai bisogni immediati delle popolazioni a basso reddito. Il cambio di paradigma proposto dalla Women’s World Banking e la Fundación Capital va in questa direzione.
Con obiettivi di apprendimento mirati all’utilizzo della vita quotidiana, a come le donne possano investire, usare il proprio smartphone per gestire i risparmi, le spese familiari o le attività e imprese economiche. Strumenti messi già in atto in più parti del mondo, dal Messico al Pakistan, attraverso un processo che coinvolge governi, istituzioni finanziarie, operatori. Esempi riportati nel report «Five Principles for Building Women’s Capacity for Digital Financial Services».
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A scuola di economia finanziaria e parità di genere in Africa
Vantaggio per le banche, vantaggio per le PMI al femminile. La dimostrazione viene dalla collaborazione della Banca Mondiale delle Donne con la KCB in Kenya e la Lead Foundation in Egitto. Per la banca keniana, la partnership ha portato allo sviluppo di solide relazioni con le clienti titolari di piccole e medie imprese, favorendo acquisizioni più elevate, maggiore fidelizzazione e maggiore vendita incrociata di soluzioni finanziarie. In Egitto, la collaborazione con la Lead Foundation, ha aumentato l’espansione del credito rurale. Con la formazione adeguata, Lead Foundation è stata in grado di offrire maggiori prestiti a più clienti donne.
Cinque anni fa, Women’s World Banking, collaborando con la ong Financial Sector Deepening Africa, ha iniziato a lavorare per progettare prodotti e sviluppare istituzioni in grado di servire le donne a basso reddito in Nigeria, Tanzania e Malawi. Il programma si è concluso nel 2018. Proprio da queste esperienze, si è imparata una lezione fondamentale: un prodotto di risparmio digitale non sostituisce la necessità dell‘interazione umana di un cliente. Al contrario, l’intervento umano è necessario affinché i conti e i profili vengano utilizzati attivamente.
Sia in Nigeria, Tanzania e Malawi, le ragazze hanno maggiori probabilità di limitarsi a depositare i propri averi in una banca, mentre sono i ragazzi a porre domande al personale bancario. La dimostrazione che l’inclusione finanziaria non è semplicemente una questione di accesso e apertura di un conto. Ma è anche una questione culturale. Che comprende l’utilizzo consapevole di tutti i servizi finanziari, utilizzati nella vita quotidiana, per raggiungere gli obiettivi economici e costruire futuro.
Women's World Banking hosted a digital financial services workshop in Nigeria to facilitate peer learning among financial institutions leveraging digital technology to serve low-income women. #FinancialInclusion #FinTech pic.twitter.com/ZlwH1djyRl
— Women's World Banking (@womensworldbnkg) August 26, 2019
Le donne reinvestono più reddito nella comunità rispetto agli uomini
Intanto, però, i dati presentati dal rapporto 2018 dicono che Il numero di donne raggiunte dalle società in portafoglio alla WWB è aumentato del 58% dall’investimento. Ma la percentuale media di donne clienti è ancora al 50%. Anche per questo la fondazione ha lanciato She Counts, con partnership ExxonMobil e il Center for Global Development. Una piattaforma globale che, secondo WWB, «sfrutta il potere delle migliori istituzioni finanziarie di classe, per mettere risparmi e strumenti finanziari direttamente nelle mani delle donne».
https://twitter.com/UNCDFSHIFT/status/979604894641475584
Anche se è ancora difficile misurare l’impatto sociale globale del microcredito, gli studi, i rapporti e i dati raccolti dalla Banca Mondiale delle Donne, confermano che le donne povere hanno reinvestito molto più del loro reddito nelle loro famiglie e comunità rispetto agli uomini, finanziando l’assistenza sanitaria, l’istruzione per i loro figli e il miglioramento della casa. Così come le imprenditrici sono la porta d’accesso alla stabilità delle comunità. Ma, in tutto questo, vanno sostenute contro il gap di genere. L’inclusione finanziaria delle donne è il punto di partenza contro le discriminazioni.