Cinque cose che forse non sapevi su Qatar-Ecuador

La guida di Valori.it alle partite del Mondiale di Qatar 2022

1. A parte piccole cose come giocare in inverno, la corruzione nel processo di assegnazione, le migliaia di lavoratori migranti morti nei cantieri e una devastazione ambientale senza precedenti. Beh, non si può dire che la scelta della Fifa di giocare i Mondiali 2022 in Qatar non sia stata un grandissimo successo.

2. Il Qatar è il terzo produttore globale di petrolio e gas liquido, di cui detiene circa il 13% delle riserve mondiali. Da qui proviene quindi buona parte del carburante che tiene in piedi il motore dell’Occidente, ben disposto fino a ieri a chiudere entrambi gli occhi sul mancato rispetto dei diritti umani.

3. Al Annabi, la nazionale qatariota, è scarsa. Ma non così tanto come si può pensare. Non si è qualificata per i Mondiali del 2018 ma ha poi vinto, per la prima volta, la Coppa d’Asia del 2019, battendo in finale il più quotato Giappone. Difficilmente passerà il primo turno.

4. Dopo la presidenza di Rafael Correa, uno dei simboli della stagione neobolivariana dell’America Latina, che ha risollevato il Paese dalla povertà imposta dagli Stati Uniti, è al potere in Ecuador dal 2017 l’ultraconservatore cattolico Guillermo Lasso, ex banchiere e membro dell’Opus Dei.

5. La Tricolor, nazionale dell’Ecuador, è la più giovane del Mondiale. E potrebbe riservare sorprese. Dopo il ricambio generazionale, giovanissimi sono anche i suoi due giocatori simbolo: Piero Hincapié, 20 anni, difensore del Bayer Leverkusen e Moisés Caicedo, 21 anni, centrocampista del Brighton.