Settimana SRI 2021. Gli investimenti sostenibili interessano sempre di più

La Settimana SRI ha rivelato come cresca l’integrazione di criteri ESG da parte di investitori retail, piani previdenziali e fondazioni

Veronica Ulivieri - Forum per la Finanza Sostenibile
Gli investimenti sostenibili fanno sempre più breccia nelle scelte di attori istituzionali e non © lemono/iStockPhoto
Veronica Ulivieri - Forum per la Finanza Sostenibile
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La decima edizione della Settimana SRI (11-25 novembre 2021) è stata ricca di spunti non solo per le ricorrenze – il Forum per la Finanza Sostenibile ha festeggiato i suoi vent’anni di attività – ma anche per le rapide evoluzioni che stanno interessando il settore. Ciò a seguito del riconoscimento del ruolo chiave della finanza sostenibile nei consessi internazionali (la Cop26, il gruppo di lavoro del G20), l’aumento dell’interesse di investitori istituzionali e retail e, non ultimi per importanza, i rilevanti sviluppi normativi europei.

334 miliardi di euro investiti in fondi sostenibili

Secondo i dati di Assogestioni, inclusi nello studio “Una panoramica sugli investimenti sostenibili in Italia”, coordinato dal Forum e presentato durante la Settimana SRI, il patrimonio investito in fondi sostenibili (334 miliardi di euro al 30 giugno 2021) è pari a quasi il 30% del patrimonio gestito nel complesso dai fondi aperti. Circa 303 miliardi sono classificati come fondi che promuovono caratteristiche ambientali o sociali. Ciò in base all’art. 8 del Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR). Mentre oltre 31 miliardi rientrano tra i prodotti che hanno come obiettivo investimenti sostenibili, in base all’art. 9 SFDR.

L’art. 4 del regolamento, inoltre, richiede agli operatori e ai consulenti finanziari di pubblicare una dichiarazione su come individuano, analizzano e si impegnano a ridurre i principali impatti negativi delle politiche d’investimento sui fattori di sostenibilità, secondo il principio del comply or explain. Da un monitoraggio condotto dal Forum e incluso nello studio, è emerso che il 68% degli operatori ha pubblicato queste informazioni. Mentre il 32% ha scelto l’opzione explain, esplicitando quindi le ragioni della mancata disclosure. Le motivazioni riguardano la difficoltà nel reperire dati sufficienti, disponibili e affidabili e la persistente incertezza del quadro normativo. In generale, si è osservata una certa eterogeneità nel livello di approfondimento, identificazione e analisi dei principali impatti negativi.

Durante la Settimana SRI sono state inoltre presentate ricerche che hanno indagato specifici segmenti del mercato degli investimenti sostenibili: i risparmiatori e gli investitori retail, le PMI (in particolare per quanto riguarda la rendicontazione di sostenibilità), i piani previdenziali e le Fondazioni di origine bancaria.

Quali sono le scelte, sempre più sostenibili, dei risparmiatori italiani

La ricerca “Finanza sostenibile in tempo di crisi: la percezione dei risparmiatori” – realizzata dal Forum in collaborazione con BVA Doxa e con il sostegno di Etica Sgr, J.P. Morgan Asset Management, Natixis Investment Managers e Sella SGR – ha messo a fuoco le tendenze di investimento sostenibile dei risparmiatori italiani, nell’ambito del nuovo contesto emerso con la pandemia e caratterizzato, da un lato, dall’aumento degli individui che vivono in povertà assoluta (9,4% secondo l’Istat, contro il 7,7% nel 2019) e, dall’altro, da una quota significativa di italiani che ha incrementato propri risparmi e investimenti (il 27% degli intervistati).

Rispetto all’indagine condotta dal Forum nel 2019, quest’anno sono aumentati di 20 punti percentuali i risparmiatori che conoscono o hanno almeno sentito parlare di investimenti sostenibili. In totale, rappresentano il 77% degli intervistati. È cresciuta anche la quota di quanti hanno sottoscritto prodotti SRI, pari al 18%, contro il 14% del 2019. Chi ha già investito in questa tipologia di prodotti ne ha constatato la validità: da quando è iniziata la pandemia, infatti, il 35% dei sottoscrittori ha incrementato la quota di investimenti sostenibili e il 57% pensa di farlo in futuro.

Il rapporto su PMI italiane e sostenibilità

L’indagine “PMI italiane e rendicontazione di sostenibilità” – condotta dal Forum in collaborazione con ALTIS Università Cattolica e con il sostegno di BPER Banca, Generali Investments e Intesa Sanpaolo – ha analizzato le pratiche di reportistica ESG di 105 aziende. Il tema è fondamentale nell’ottica degli ultimi sviluppi normativi europei. La tassonomia europea delle attività eco-compatibili sarà infatti tanto più efficace quante più saranno le informazioni affidabili e comparabili rese pubbliche dalle società. Inoltre, gli operatori finanziari, per rispondere ai requisiti di trasparenza di SFDR, avranno bisogno di informazioni da parte delle aziende investite.

La ricerca del Forum conferma il ruolo propulsivo degli attori finanziari nel percorso di sostenibilità e rendicontazione delle PMI. Il 55% delle imprese partecipate da investitori istituzionali, infatti, si mostra più attenta alla divulgazione di dati ESG. A beneficio sia della comunità finanziaria, sia delle imprese stesse. Un altro aspetto interessante è legato ai benefici che sperimentano le aziende con pratiche di rendicontazione consolidate. Le imprese che hanno pubblicato il primo documento entro il 2018 mostrano un differenziale positivo e significativo. In termini di accesso a nuove linee di credito (+15%) così come di miglioramento dei processi di pianificazione (+8,3%).

Le analisi sugli investitori istituzionali presentate alla Settimana SRI

Le altre due ricerche presentate durante la Settimana SRI si sono concentrate sugli investitori istituzionali. Che per i volumi di asset gestiti possono dare un contributo molto rilevante al finanziamento di attività a impatto ambientale e sociale positivo.

investimenti sostenibili
Gli investimenti sostenibili crescono, secondo quanto indicato nel corso della Settimana SRI © RomoloTavani/iStockPhoto

L’indagine sulle politiche di investimento sostenibile dei piani previdenziali italiani è stata realizzata dal Forum in collaborazione con Mefop e MondoInstitutional. E con il sostegno di AXA Investment Managers, DPAM, Pictet Asset Management, Vigeo Eiris. La ricerca ha evidenziato che il 62,5% dei piani previdenziali (in termini assoluti, 55 sugli 88 operatori coinvolti) integra i criteri ESG negli investimenti. Il dato è in aumento rispetto alla precedente edizione della ricerca (in termini assoluti +2).

Dei 33 piani che non hanno ancora integrato i fattori ESG nelle politiche di investimento, 29 hanno dichiarato di aver avviato valutazioni in merito. Le principali criticità riguardano la mancanza di dati ESG affidabili e standardizzati e di certificazioni che tutelino contro il greenwashing. Le strategie più diffuse tra gli operatori previdenziali sono quelle delle esclusioni e best in class. Inoltre, rispetto soprattutto al comparto azionario, aumenta l’interesse nei confronti della strategia dell’engagement e dell’azionariato attivo.

Le politiche di investimento delle Fondazioni bancarie

Per il secondo anno consecutivo, il Forum, in collaborazione con Acri e MondoInstitutional, ha analizzato anche le politiche di investimento sostenibile delle Fondazioni di origine bancaria. Queste derivano gli utili necessari all’attività filantropica dalla gestione patrimoniale. Se i temi di sostenibilità sono per definizione presenti nelle attività istituzionali, solo di recente si sta diffondendo la consapevolezza dell’importanza di integrare questi aspetti anche nella gestione patrimoniale. In modo da assicurare una maggior coerenza tra le diverse funzioni.

Dalla ricerca, realizzata con il sostegno di BlackRock, DPAM, Etica Sgr e Natixis Investment Managers, emerge un aumento dell’interesse delle Fondazioni nei confronti degli investimenti sostenibili. Dichiarano di sceglierli 20 enti sui 33 rispondenti (il 61%), con una crescita del 52% rispetto al 2020. Tra le 20 Fondazioni attive in questo ambito, la metà sono di grande dimensione e 5 sono medio-grandi.

Otto delle 13 Fondazioni che non applicano alcuna strategia di investimento sostenibile stanno valutando l’integrazione dei criteri ESG nella gestione patrimoniale. Le principali criticità individuate riguardano la difficoltà nel misurare gli impatti ambientali e sociali generati e la mancanza di dati di sostenibilità affidabili e standardizzati. Come nella prima edizione dello studio, anche quest’anno gli investimenti sostenibili risultano circoscritti a una quota minoritaria del patrimonio in gestione: sulle 20 Fondazioni attive in termini di SRI, 14 applicano tale approccio a una percentuale compresa tra lo 0 e il 25%. Le sfide per il futuro sono dunque l’integrazione dei fattori ESG negli investimenti anche delle Fondazioni di piccole dimensioni. E l’estensione degli investimenti sostenibili alla totalità del patrimonio, allineando sempre più la gestione patrimoniale ai fini istituzionali delle Fondazioni.