Cala il sipario sul Sassuolo, oggetto non identificato del calcio italiano

Dopo oltre dieci anni in Serie A, segnati da molto strette relazioni con la Juventus, la parabola neroverde sembra giunta al termine

Il Mapei Stadium di Reggio Emilia © Paskwiki/WikiCommons

Cala il sipario sul Sassuolo. Lo 0-3 casalingo contro il Lecce condanna il club neroverde al penultimo posto in classifica. E a una sempre più probabile retrocessione in Serie B. Dopo undici anni consecutivi in Serie A, conditi da un sesto posto e una storica qualificazione in Europa League. Oltre che da una strettissima relazione con la Juventus. E dal lancio di tutta una serie di allenatori e giocatori che dopo Sassuolo avranno carriere più o meno rispettose del grande hype suscitato in maglia neroverde. E dei soldi che sono costati. È proprio qui che la favola comincia a mostrare le prime crepe.

Insieme allo 0-3 contro il Lecce infatti arrivano le notizie che dopo una serie di bilanci in attivo, dovuti principalmente al mercato dei calciatori con le grandi squadre, il Sassuolo oggi è in rosso. Il risultato netto negativo è di 7 milioni. Non è la prima volta e è un rosso abbastanza irrisorio. Nulla a che vedere con gli oltre 100 milioni che perdono Juventus e Roma, o con gli 85 dell’Inter o i 65 del Monza. Ma è indicativo che il Sassuolo sia in perdita nonostante le solite plusvalenze. Quest’anno una cinquantina di milioni sono entrati solo da Raspadori e Traoré. E nonostante la iper-sponsorizzazione da 30 milioni del proprietario Mapei. Una cifra da top club.

La parabola di un oggetto non identificato

La Mapei, colosso della chimica e dei materiali edili, entra nello sport negli anni Novanta con una squadra di ciclismo che vince tutto. Poi all’inizio del nuovo millennio il calcio: compra il Sassuolo in Serie C2. A furia di promozioni nel 2013 lo porta per la prima volta nella storia in Serie A. E quando lo fa e deve trovare un posto in cui giocare si compra lo stadio di… Reggio Emilia. Lo fa rilevandolo dal curatore fallimentare, come spesso accade nel mondo del calcio. E lo fa sfrattando la legittima squadra cittadina, cui viene poi affittato ma che nei calendari dei campionati è messa in seconda fila. Una cosa inaudita.

Uno dei pochissimi casi al mondo in cui la squadra di una città per giocare si compra lo stadio di un’altra città, più comoda da raggiungere. Nello stesso anno, infatti, è inaugurata vicino a Reggio Emilia la stazione dell’Alta Velocità Mediopadana. Dove le onde del tetto, marchio del noto archistar Santiago Calatrava (le Vele a Roma, il ponte a Venezia, e così via per tutta Europa) raccontano dell’ennesima inutile colata di cemento che deturpa il territorio. Fatto lo stadio e fatta la stazione, c’è da fare la squadra. Ovvero comprare dei calciatori per questo strano oggetto non identificato.

Più bianconeri che neroverdi

E così l’anno dopo la promozione amministratore delegato del club diventa Giovanni Carnevali. E la squadra è costruita grazie ai buoni uffici con la Juventus. Sono circa una ventina i calciatori che passano da Torino a Sassuolo, o meglio a Reggio Emilia, e viceversa. Alcuni famosi, come Locatelli, Zaza e Demiral. Altri invece resteranno perfetti sconosciuti, ma movimenteranno diverse plusvalenze sui bilanci di entrambi i club. Che tra le due squadre esista un «canale privilegiato» per gli affari lo dichiarano a più riprese i dirigenti di entrambe. Mentre con molta più cattiveria i tifosi avversari, viste anche le numerose vittorie del club bianconero a Reggio Emilia nelle stagioni dei nove scudetti, si riferiranno al Sassuolo come allo «Scansuolo».

Tutto perfettamente lecito. Anche se, nell’inchiesta sulle plusvalenze che interessa la Juventus, il nome del Sassuolo compare a più riprese. Il problema potrebbe esserci qualora venisse dimostrata anche l’esistenza di «side letter» in cui i dirigenti del club si promettono l’acquisto o il riacquisto di alcuni calciatori, fuori dai canali ufficiali, con il solo scopo di generare plusvalenze fittizie. Per questo, nell’ambito dell’inchiesta, oltre che le sedi dei club, è stata oggetto di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza anche la Master Group Sport S.r.l., una società di cui è socio Giovanni Carnevali, l’ad del Sassuolo. Chissà come finirà. Di solito gli oggetti non identificati appaiono e scompaiono nel giro di una notte.