Il calciomercato è come la finanza. Vincono i broker

Quello calcistico è un mercato non più economico ma finanziario. Altro che bancarelle, qui si parla di flussi, rating, scommesse sul lungo o sul corto

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Quando finisce il mercato si svuotano le bancarelle televisive e si riempiono i pullman delle squadre con i calciatori rimasti invenduti. A terra rimane poco o nulla. È il momento di tirare le somme. E il consueto consuntivo Fifa – l’International Transfer Fifa Report 2023 – conferma le tendenze in atto da un decennio. Quello calcistico è un mercato non più economico ma finanziario. Altro che bancarelle, qui si parla di flussi, rating, scommesse sul lungo o sul corto.

Oggi il prezzo di un calciatore non è determinato dal suo valore d’uso (serve alla mia squadra l’ennesima ala destra?) o dal suo valore di scambio (il prezzo del cartellino per una futura rivendita al netto degli ammortamenti). Ma da una serie di scommesse determinate da fattori puramente emotivi: il miliardo speso dal Chelsea per acquistare 35 ali destre giovanissime prese a caso da ogni Paese riconosciuto dall’Onu. O dai flussi del mercato: Caicedo sempre al Chelsea per 120 milioni solo perché Rice la settimana prima era andato all’Arsenal per 115.

Dal primo giugno al primo settembre 2023 i club di calcio maschile hanno movimentato poco meno di 8 miliardi di dollari, con una crescita del 47,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E quelli di calcio femminile 3 milioni, con crescita addirittura del 141%. E no, la parte del leone non l’ha fatta l’Arabia Saudita, scelta sempre come spauracchio di ogni male, ma la cara vecchia Inghilterra. Lì dove la sola Premier League ha sfiorato i 2 miliardi di dollari. Mentre la Saudi Pro League si è accontentata di muovere 875,4 milioni.

L’altra tendenza è che i calciatori sono sempre più proprietari del loro cartellino e della loro carriera. O meglio lo sono i loro agenti o procuratori. Più della metà dei calciatori ha cambiato squadra alla scadenza naturale del contratto, o dopo averlo risolto. Per non parlare dei trasferimenti avvenuti all’ultimo anno disponibile prima di perderli a parametro zero: vedi Kane dal Tottenham al Bayern. E gli agenti o procuratori hanno guadagnato 865 milioni di dollari. Una cifra record, che aumenta del 38,8% il guadagno del 2022. E supera il 10% del totale dei capitali movimentati in tutto il mercato.

Dieci anni fa, i compensi per i procuratori non raggiungevano il 6%. E queste cifre degli agenti – i nuovi broker finanziari del pallone – riguardano solo i trasferimenti. Nel report non è conteggiato il resto: commissioni su contratti, diritti d’immagine, pubblicità, rinnovi e così via. Questi numeri confermano le valutazioni fatte prima. Più l’acquisto di un calciatore è determinato da fattori emotivi e il suo prezzo da fluttuazioni astratte, e più i calciatori si muovono a scadenza o vicino alla scadenza, più potere ha chi gestisce questi scambi. Ecco la nuova dimensione finanziaria del mercato del calcio.