Spagna: nasce la prima mappa della cittadinanza energetica

Progetti di energia pulita, prodotta in modo partecipato in Spagna. Sono stati mappati da Greenpeace e dalla Fondazione Fiare e da oggi disponibili on line

Greenpeace e la Fondazione Fiare hanno lanciato la mappa delle iniziative di energia rinnovabile create dal basso in Spagna

Una mappa che mostra i progetti di “energia rinnovabile collaborativa” in Spagna, per i quali cioè gruppi di persone si sono unite per produrre energia pulita in modo decentrato, condiviso e “dal basso”. È stata lanciata oggi, 21 giugno, da Greenpeace e dalla Fondazione Fiare. Progetti di autoconsumo energetico, proprietà condivisa, cofinanziamento, insomma per i quali l’obiettivo di produrre energia senza danneggiare l’ambiente si sposa con la partecipazione diffusa da parte dei cittadini.

Selezione dei progetti

Per accreditare i progetti da presentare nella mappa, Greenpeace e la Fondazione Fiare hanno realizzato un’indagine di sostenibilità economico-finanziaria, ambientale e sociale per ognuno dei progetti considerati.

Cittadinanza energetica

“Questa mappa è per tutte le persone che vorrebbero fare qualcosa di importante contro il cambiamento climatico, ma che erano convinte di non poter fare nulla per contrapporsi al sistema energetico centralizzato”, ha spiegato Sara Pizzinato, responsabile della campagna energetica di Greenpeace in Spagna. “Sono in molti in questa condizione – continua – e si sono uniti per poter fare quello che da soli sarebbe impossibile”.

La mappa della cittadinanza  energetica, lanciata il 21 giugno e realizzata da Greenpeace e dalla Fondazione Fiare raccoglie questi progetti di produzione energetica condivisa già attivi in Spagna. Obiettivo: dimostrare che un’alternativa al sistema energetico nazionale è possibile.

Secondo uno studio di Greenpeace in Spagna una persona su 3 (16,4 milioni di individui) sarebbe disposta a essere più attiva  nella lotta al cambiamento climatico, producendo, finanziando, comprando o scambiando energia da fonti rinnovabili.

Le due organizzazioni chiedono quindi al governo iberico di “eliminare gli ostacoli amministrativi e legali per una partecipazione cittadina alla transizione energetica”.