Spese militari, record storico nel 2021: 2.100 miliardi di dollari
Mai le spese militari a livello globale erano state così alte, secondo i dati forniti dall’ultimo rapporto dell’istituto svedese Sipri
Per il settimo anno consecutivo, nel corso del 2021 le spese militari hanno registrato un aumento. Il totale stanziato in tutto il mondo per la produzione di armi e, più in generale, per la difesa, è stato pari a 2.100 miliardi di dollari. Mai nella storia si era raggiunta una cifra simile, secondo quanto indicato da un nuovo rapporto dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri).
Russia e Ucraina hanno aumentato fortemente le spese militari
L’organismo svedese ha precisato che, nonostante la crisi economica mondiale provocata dalla pandemia, l’incremento delle spese militari a livello globale è stato pari allo 0,7%. Raggiungendo appunto la cifra più elevata di sempre.
Particolare attenzione, dopo l’avvio delle operazioni militari, è stata posta sugli stanziamenti di Russia e Ucraina. Mosca li ha incrementati del 2,9%, per il terzo anno consecutivo, arrivando a 65,9 miliardi di dollari. La cifra è pari al 4,1% del Pil russo, il che rappresenta un livello ben più elevato rispetto alla media mondiale. Non è detto, tuttavia, che nel prossimo futuro il Cremlino sarà in grado di mantenere tali dati, tenuto conto delle difficoltà che l’economia russa dovrà fronteggiare a causa delle sanzioni occidentali.
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Otto nazioni Nato al 2% del Pil
Al contempo, i dati relativi all’Ucraina confermano l’escalation che si è prodotta negli ultimi anni nell’area: i governi che si sono succeduti a Kiev, a partire dal 2014 (quando fu completata l’annessione della Crimea da parte della Russia) hanno aumentato le spese militari del 72%. E nonostante un calo dell’8% registrato nel 2021, il totale resta comunque pari al 3,2% del Pil (5,9 miliardi di dollari in termini assoluti).
Similmente, secondo il Sipri aumenti delle spese militari sono stati registrati anche nei Paesi membri della Nato. Benché solo otto di loro abbiamo superato la quota del 2% del Pil: politica sollecitata a più riprese proprio dall’Alleanza atlantica e alla quale molte nazioni hanno promesso di allinearsi all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina.
Gli Stati Uniti hanno speso 801 miliardi di dollari nel 2021
Non a caso, secondo Diego Lopes da Silva, ricercatore dell’istituto svedese, è probabile che nei prossimi anni si vada incontro ad un aumento ulteriore degli stanziamenti. Il tutto trainato, come di consueto, dagli Stati Uniti, che hanno staccato nettamente la concorrenza internazionale in materia di spese militari. Nel 2021 Washington ha toccato gli 801 miliardi di dollari, nonostante un calo dell’1,4% rispetto all’anno precedente.
Al secondo posto nella classifica mondiale di chi stanzia più denaro per la difesa c’è la Cina, con un totale di 293 miliardi, in aumento del 4,7%. Si tratta di una scelta ormai decisamente consolidata da parte di Pechino, che da 27 anni aumenta ininterrottamente le proprie spese militari. Una dinamica che ha spinto anche altri governi dell’area a fare altrettanto. Il Giappone, ad esempio, ha raggiunto i 7 miliardi di dollari, con un aumento del 7,2% (il più alto mai registrato dal 1972).
Al secondo posto nel mondo la Cina, terza l’India
Anche l’Australia ha speso ben di più nel 2021 rispetto all’anno precedente: l’aumento è stato del 4%, a 31,8 miliardi di dollari. Mentre l’India ha toccato i 76,6 miliardi: si tratta della terza nazione al mondo in termini di spese militari. Al quarto posto c’è invece uno Stato europeo: il Regno Unito, con 68,4 miliardi, in aumento del 3%. Londra ha così scavalcato l’Arabia Saudita, che con “soli” 55,6 miliardi (in calo del 17%) è scesa al quinto posto.
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«Se la spesa negli eserciti potesse veramente darci sicurezza non l’avremmo già raggiunta? Le capacità militari sempre maggiori e le politiche e i discorsi militaristi ci hanno portato solo a più devastazione umana ed ecologica», ha commentato la Campagna internazionale contro le spese militari (Gcoms), che in queste settimane celebra le proprie Giornate globali di mobilitazione, a cui aderiscono anche la campagna Sbilanciamoci e la Rete Italiana Pace e Disarmo.
Secondo la Campagna i governi dovrebbero al contrario «ridurre le loro spese militari e impiegare i fondi per la sicurezza comune e umana, investendo nei veri bisogni delle persone e del Pianeta per costruire una pace giusta e sostenibile».